Milano riparte dalla moda con la Fashion Week: “Dobbiamo andare avanti”

Pur nella difficoltà di organizzare incontri fisici, è partita la Milano Fashion Week. Un’edizione diversa dalle altre che per l’occasione ha previsto numerosi appuntamenti digitali.

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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Milano riparte dalla moda e inaugura la tanto attesa Fashion Week. Un messaggio positivo, secondo gli addetti ai lavori, per dimostrare che si può andare avanti nonostante le difficoltà legate alle imposizioni del Covid. “È difficile organizzare eventi fisici ma dobbiamo farlo, dobbiamo convivere con il virus, non possiamo aspettare che tutto si risolva” ha commentato Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana. E per adeguarsi alle regole, la settimana della moda ha previsto appuntamenti live, limitando il numero degli invitati, ma ha puntato anche sul digitale. La casa di moda Prada, per esempio, presenta digitalmente la prima collezione firmata Miuccia Prada e Raf Simons. Commenta Capasa:

La moda è la seconda industria italiana ed è quella che esporta di più, non possiamo non dare un segnale positivo, se ci chiudiamo in casa rischiamo di mandare a loro volta a casa tante famiglie.

La moda reagisce al Covid

A Milano sono iniziate le prime sfilate. Hanno cavalcato le passerelle Dolce e Gabbana, Alberta Ferretti, Fendi, N21 e Blumarine con il debutto del suo nuovo direttore creativo Nicola Brognano. E ha commentato il 29enne calabrese alla guida stilistica della maison di Capri:

Abbiamo deciso di sfilare per dare un messaggio di positività e di ritorno alle normalità, ovviamente con le dovute precauzioni.

L’Italia produce il 41% della moda europea. È un settore consolidato che è necessario preservare affinché continui a produrre e a garantire lavoro. Le aziende hanno bisogno di tutele e il governo non è ancora riuscito a dare misure specifiche per agire. Ha detto il presidente Carlo Capasa:

La moda è scesa in campo contro il Covid mettendo un sacco di soldi e producendo mascherine, ora però è il momento di preservare le aziende. Abbiamo parlato con il primo Ministro e si è detto disponibile a essere al nostro fianco, stiamo studiando qualcosa insieme a lui a livello di messaggio. Ha manifestato la sua vicinanza al settore e la sua volontà di preservare l’industria e l’artigianato.

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Il modo della moda incontra il digitale

Il messaggio della moda arriva forte e chiaro dalla Fashion Week. Ripartire è una priorità, ma le cose non potranno essere come prima. A Milano in questi giorni sono attesi centinaia di compratori, ma di solito ne arrivavano migliaia. Ci saranno i russi, grazie a un permesso speciale di 120 ore ottenuto dal consolato italiano, ma forse mancheranno i francesi vista l’evoluzione del contagio oltralpe. E allora si punta sul digitale. Fino a luglio sono stati circa 16 milioni gli utenti che hanno comprato in e-commerce e si pensa che si possa arrivare almeno a 20 milioni di appassionati fino a fine anno. Ha commentato Capasa:

Il digital non sostituisce l’emozione della sfilata fisica ma è grazie al digitale che andiamo avanti. Durante il lockdown in Italia il 24% degli acquisti online sono stati fatti da persone che non avevano comprato mai nulla con un device e come settimana della moda siamo stati i primi a livello di numeri nel digitale.

Le perdite del settore

Nonostante il supporto dell’e-commerce, sarà una stagione a ribasso per le case di moda. Prevede Capasa:

Il 2020 andrà a chiudersi tra il 25 e il 30% in meno del 2019, ma speriamo che ci sia un recupero nella seconda parte dell’anno. Chi ha una forte presenza in Asia sta recuperando, meno chi ha i suoi mercati di riferimento in America ed Europa. Sarà una stagione al ribasso.

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Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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