Cos’è Milano 2, “città ideale” di Berlusconi come nuova forma di vita nel verde

Silvio Berlusconi e la sua idea innovativa di città: lontana dal centro, immersa nel verde, con un'atmosfera perenne di vivere in vacanza.

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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Milano 2 e il modello di città alla town inglese. Agli inizi, dopo essere stato chansonnier sulle navi da crociera, Silvio Berlusconi si è dedicato anche all’edilizia con la costruzione di un quartiere residenziale tra il 1970 e il 1979 a Nord-est di Milano, nel comune di Segrate. Perfetto per chi voleva fuggire dal caos e dal traffico della città, immerso nella natura, ma voleva creare anche case di lusso con scuole private e aree da gioco. Ed è proprio qui che Berlusconi ha intrapreso la sua carriera imprenditoriale, gettando le basi urbanistiche per un terreno fertile anche in politica, avendo fondato successivamente il partito di Forza Italia.

Milano 2: come e perché nasce negli anni ’70?

Anni ’70. In Italia c’è il boom edilizio e Milano, già grande città, si preparava all’espansione. E Berlusconi, entrato da qualche anno nel settore immobiliare, aveva dei grandi progetti in mente. Soprattutto quello di Milano 2, una città ideale, costruita dalla sua società Edilnord, attiva dal 1963, con gli architetti Giuseppe Marvelli, Giancarlo Ragazzi e Enrico Hoffer, che prevedeva un triplice sistema viario, quindi quello ciclabile, pedonale e veicolare che, però, non si incrociavano mai. Hoffer ha raccontato così a “Le parole e le cose” come è nato questo progetto urbanistico rivoluzionario:

Con tre colleghi di università avevamo deciso di aprire uno studio. La combinazione fortunata è stata l’incontro con Berlusconi, attraverso alcune amicizie in comune.

Lui aveva in mente di fare questo quartiere e ci ha chiesto di fargli una proposta. Gli è piaciuta, e da lì è nata l’idea di Milano 2.

Il Cavaliere voleva creare una “vera e propria forma di vita”, completamente nuova, in cui la “filosofia generale del quartiere era effettivamente sua, mentre il resto ce l’hanno messo gli architetti”:

Era qualcosa di completamente diverso da ciò che succedeva allora a Milano città, dove c’era lo smog.

Era proprio una forma di vita, una grande atmosfera di vacanza. L’idea generale di un quartiere con tanto verde è stata sua.

Lui seguiva spasmodicamente quello che veniva fatto nell’ufficio tecnico, scendendo nei particolari.

Spesso andavamo insieme nei vivai a cercare gli alberti, per poi posizionarli nei condomini.

È il primo progetto in cui si è espresso veramente: come imprenditore, ma anche con qualche velleità architettonica.

Leggi anche: Cosa succederà a Forza Italia e al Governo Meloni dopo la morte di Berlusconi

Come entra la tv nella nuova realtà cittadina di Milano 2?

L’Arcadia nel cuore di Milano avrebbe avrebbe ospitato inquilini abbienti che volevano fuggire dalla quotidianità caotica, che avrebbero voluto camminare tra gli alberi scelti ad hoc, accompagnati dal suono rilassante dell’acqua nelle fontane e dallo sguazzare dei cigni, con uffici che avevano la vista sui parchi. Il nuovo modello di città, funziona, ma mancava ancora qualcosa: l’intrattenimento e l’informazione nazionale.

Sempre negli anni ’70 Berlusconi aveva acquistato Telemilano da Giacomo Properzj, e i primi programmi, che includevano notiziari, recite, messe, ecc, sono stati trasmessi da Palazzo dei Cigni, sito proprio a Milano 2, dove Berlusconi ha deciso poi di utilizzare il biscione come simbolo identificativo della nuova rete. Questa idea, portata avanti con Fininvest e Mediaset, ha visto l’appoggio di una serie di leggi che hanno fornito sempre più libertà alla tv privata, garantendone il successo che ha ancora oggi.

Enrico Hoffer: “Dopo Milano 2 si è inventato l’idea della tv”

A proposito di ciò, ancora Enrico Hoffer ha sostenuto che la capacità di espansione del Cavaliere non aveva limiti:

A un certo punto Berlusconi si è allontanato dall’edilizia e si è inventato l’idea della televisione.

Era stato sconsigliato da tutti, invece è andato avanti ed è riuscito a mettere insieme Telemilano, che all’inizio era concepita come un servizio per il quartiere, con notiziari su Milano 2 che arrivavano in tutte le case via cavo.

Poi il progetto si è evoluto, abbandonando la vocazione iniziale di servizio per il quartiere.

Rispetto all’idea di televisione di Berlusconi, da sviluppare in grande stile, TeleMilano è stata solo una piccola scintilla iniziale.

Noi architetti abbiamo fatto dei progetti per gli studi. E lui, soddisfatto di Milano 2, pensava già ad un’altra impresa, non più nel campo edilizio ma nel campo dei media.

Leggi anche: L’impero editoriale di Silvio Berlusconi: dal grande sogno della tv privata ai programmi longevi di Canale 5

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