Mangeresti una carta di credito? È la quantità di microplastiche che ingeriamo ogni settimana

Le microplastiche finiscono nel nostro cibo, ma anche nelle bevante. Il vademecum per ridurre i rischi sulla salute.

Alfredo Polito
Alfredo Polito
Si occupa di copywriting, project management e comunicazione per imprese e istituzioni. Per anni ha scritto su la Repubblica ed è autore del libro "La guerra del vino". Tramite Gramsci ha fatto suo il motto di Romain Rolland: pratica il pessimismo della ragione e l'ottimismo della volontà.
spot_img

La presenza di microplastiche e nanoplastiche nel nostro corpo è ormai documentata da varie ricerche e un recente studio del 2024 coordinato dall’Università della Campania Luigi Vanvitelli di Caserta, Microplastics and Nanoplastics in Atheromas and Cardiovascular Events con la collaborazione di numerosi enti di ricerca, tra cui l’Harvard Medical School di Boston, l’IRCSS Multimedica di Milano, le università di Ancona, della Sapienza di Roma e di Salerno e l’IRCSS-INRCA di Ancona, e pubblicato su New England Journal of Medicine, lo conferma.

Le microplastiche e nanoplastiche a base di polietilene (PE) o polivinilcloruro (PVC) sono state ritrovate nelle placche aterosclerotiche, ovvero nei depositi di grasso all’interno delle arterie che determinano una riduzione del flusso sanguigno. Cosa provoca questo? Dichiara così Francesco Prattichizzo, ricercatore all’IRCCS MultiMedica di Milano, fra gli autori dello studio a “Focus”: “Se questo accade, il rischio di andare incontro a eventi come ictus e infarti aumenta di quattro volte e mezza”.

Tracce di microplastiche sono state trovare in diversi organi, non solo nei tessuti cardiaci, ma anche nella placenta, nel fegato, nei polmoni e persino nel latte materno.

Ma a quanto corrispondono 5 grammi di microplastiche nel nostro corpo? Secondo l’analisi No Plastic in Nature: Assessing Plastic Ingestion from Nature to People commissionata dal WWF all’Università di Newcastle (Australia) del 2019 equivale a esattamente una carta di credito! E le ingeriamo attraverso l’aria, ma non solo in dentifrici, prodotti per la pelle e fibre sintetiche dell’abbigliamento.

Leggi anche: L’inquinamento da microplastiche causerebbe malattie infiammatorie intestinali


Microplastiche, come finiscono sulla nostra tavola?

microplastiche nel nostro cibo

Si possono ingerire attraverso il consumo di:

  • Sale da cucina. Può contenere microplastiche, dovuto all’inquinamento del suolo
  • Frutti di mare. Gli organismi marini specialmente quelli che filtrano acqua per nutrirsi come molluschi, cozze e ostriche, possono accumulare microplastiche nei loro tessuti
  • Acqua in bottiglia a causa del processo di imballaggio, e non solo. Nonostante l’acqua del rubinetto venga potabilizzata prima di essere immessa nella rete idrica, le microplastiche possono comunque essere riscontrate
  • Miele e zucchero. Anche questi prodotti possono essere contaminati attraverso processi simili a quelli che avvengono per l’acqua
  • Anche la birra può contenere microplastiche a causa dell’acqua utilizzata nel processo di produzione o dalla contaminazione dell’aria durante la produzione

Ecco tutto quello che devi fare per liberartene

Un elenco di efficaci abitudini da adottare per scongiurare il rischio microplastiche:

  • Diminuisci il consumo di molluschi e di pesci che si trovano in cima alla piramide alimentare come tonni e salmoni, e anche affettati specialmente imbustati e zuppe già pronte
  • Quando compri frutta e verdura controlla il metodo di produzione, privilegia l’agricoltura biologica e informati sulla provenienza, scongiurando il rischio di inquinamento
  • Privilegia l’uso di materiali biodegradabili al 100% e acquista le confezioni di ricarica, così da risparmiare anche sul prezzo, evita di comprare sacchetti piatti e bicchieri in plastica, privilegia borse di tessuto, carta, e bottiglie di vetro
  • Evita di usare recipienti di plastica nel microonde che se riscaldati possono rilasciare piccole particelle di polimeri che possono finire direttamente sul nostro pranzo o cena
  • Bevi acqua dal rubinetto filtrandola con caraffe apposita, cambiando i filtri o facendo bollire l’acqua
  • Compra vestiti in fibre organiche, come cotone, seta e canapa o prodotti fatti di materiali naturali
  • Cosmetici: scegli i marchi che non contengano polietilene ed evita le etichette con sigle PE, PP, PET o PETE, PMMA e Nylon

Leggi anche: Addio microplastiche: ecco come bere l’acqua del rubinetto senza preoccupazioni

spot_img

Correlati

Morbillo, quali sono gli ultimi dati, cosa dice Bassetti e come evitare un’epidemia?

Sta per arrivare una nuova epidemia di morbillo? È questo ciò che emerge dagli...

Come proteggere la pelle dal Sole per una stagione primavera-estate sicura

Con l'arrivo della primavera alle porte sempre più persone sono convinte che non sia...

Cancro al seno, arriva AsymMirai, la nuova AI che può prevederlo con 5 anni di anticipo

L'intelligenza artificiale ha ormai invaso la nostra quotidianità, pervadendo ogni ambito, anche quello medico,...
Alfredo Polito
Alfredo Polito
Si occupa di copywriting, project management e comunicazione per imprese e istituzioni. Per anni ha scritto su la Repubblica ed è autore del libro "La guerra del vino". Tramite Gramsci ha fatto suo il motto di Romain Rolland: pratica il pessimismo della ragione e l'ottimismo della volontà.
spot_img