Finale Wimbledon, Djokovic batte Matteo Berrettini: “Per me non è una fine ma un inizio”

La finale di Wimbledon, cominciata alle 15 di oggi, si è conclusa con la vittoria del Serbo: 1° del ranking ATP, oggi ha raggiunto l'ambito traguardo della vittoria di 20 Slam. Stasera tocca agli Azzurri.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Lo sport italiano ha un posto d’onore oggi a Londra: stasera gli Azzurri di Mancini sfideranno l’Inghilterra a Wembley per prendersi il titolo di campioni d’Europa, mentre questo pomeriggio alle 15 è toccato al tennista Matteo Berrettini portare in alto il tricolore sfidando il serbo Djokovic, che puntava a raggiungere Federer e Nadal a 20 titoli Slam (record mondiale), avvicinandosi così al Grande Slam. Per il serbo, quella di oggi era la 30esima finale. Il 25enne romano, invece, si è reso protagonista di una vera e propria impresa raggiungendo per primo in Italia la finale di Wimbledon, di gran lunga la coppa Slam più ambita del tennis. 30 finali a 1, praticamente un vero duello alla Davide contro Golia.

La finale, cominciata alle 15 di oggi, si è conclusa con la vittoria del Serbo: 1° del ranking ATP, oggi ha raggiunto l’ambito traguardo della vittoria di 20 Slam, raggiungendo Federer e Nadal. Da gennaio 2011, Djokovic ha vinto un totale di 53 grandi titoli.

Matteo Berrettini: un percoso oltre ogni difficoltà

Matteo Berrettini: un percoso oltre ogni difficoltà

Nel tennis, nulla vale più dei tornei del Grande Slam, appassionanti gare della durata di due settimane che si svolgono, da calendario, a Melbourne Park, al Roland Garros (Parigi), a Wimbledon e a Flushing Meadowns (New York). La finale di oggi tra Novak Djokovic e Matteo Berrettini era, sulla carta, tutta sbilanciata a favore del serbo, attualmente numero uno al mondo. Il giovane tennista romano, invece, aveva decisamente molto meno da perdere: già essere il primo italiano a giocarsi la finale in 144 anni è stato per lui un traguardo importante.

Un traguardo che è stato soprattutto frutto di sacrifici, oltre le apparenze. Matteo Berrettini, classe 1996, nasce a Roma e cresce nel quartiere Nuovo Salario, nella zona nord della Capitale. Comincia a giocare a tennis da giovanissimo, ma non mancano le difficoltà: qualcuno spezza il suo sogno sul nascere quando gli comunica che non potrà giocare a tennis a causa della spondilolisi, un problema dovuto alla mancanza di un ossicino che tiene una vertebra nella schiena. Poi i problemi ai polsi, alle caviglie, al ginocchio. Un percorso funestato, ma compiuto all’insegna di determinazione e forza di volontà. Dopo essersi appassionato al judo ed aver abbandonato il tennis per un paio d’anni, saranno i suoi due più grandi sostenitori, papà Luca (che ha lavorato per Publitalia) e il fratello Jacopo, a spingerlo a tornare a giocare.

Così, nel 2010, Matteo arriva al circolo Canottieri Aniene e vince tre scudetti. Il talento dell’esigentissimo giovane brilla e, mentre studia al Liceo Scientifico Archimede, Vincenzo Santopadre si accorge del suo potenziale e lo invita ad allenarsi anche la mattina. Da qui la decisione, difficile e sofferta, di lasciare a 17 anni quel percorso e passare al liceo sportivo, dove guiderà la squadra della scuola al titolo mondiale under 17 dell’International school sport federation. A quei tempi, i genitori Luca e Claudia (proprietaria di alcuni negozi) non si perdevano neanche una partita del figlio, raggiungendolo in camper assieme a Yannick, labrador il cui nome è un omaggio a Noah. La famiglia Berrettini si è poi trasferita ai Parioli. Oggi la fama di Matteo è internazionale.

Finale Wimbledon: Djokovic insuperabile batte Berrettini 3 set a 1

Finale Wibledon: Djokovic insuperabile batte Berrettini 3 set a 1

La finale di oggi, giocata su campo d’erba, era al meglio dei cinque set: in breve, avrebbe vinto chi fosse riuscito per primo ad aggiudicarsene tre. Quella tra Djokovic e Berrettini è stata una sfida emozionante.

Il 1° set è stato vinto dal tennista italiano, che ha dominato sul serbo costretto alla rimonta. Mentre il combattutissimo secondo set ha visto prevalere Djokovic. Anche il 3° set si è concluso a favore del serbo, che così concludeva la rimonta mettendo il risultato sul 2-1. IL 4° set, quello decisivo, si è concluso col risultato di 6 game a 3 e ha portato alla vittoria di Djokovic. Le parole di Berrettini subito dopo la finale:

Troppe sensazioni incredibili da gestire. Sono contento della mia finale, spero non sarà l’ultima. Djokovic sta scrivendo la storia di questo sport, mi congratulo col suo team. Ringrazio i miei amici, la mia famiglia, è stato un lungo viaggio: non è una fine ma un inizio per me.

Mentre Djokovic ha detto riferendosi al giovane sconfitto:

Non è bello perdere in finale, ma hai una grande carriera davanti a te. Giochi un tennis incredibile, come un martello. Vincere Wimbledon è sempre stato il mio più grande sogno, non bisogna mai darlo per scontato. Devo essere consapevole che questo è un grande onore. Quando ero piccolo in Serbia mi costruivo questo trofeo con materiale di fortuna.

Voglio fare un grande tributo a Nadal e Federer, i due giocatori più importanti che ho affrontato nella mia carriera. Mi hanno insegnato come migliorare tatticamente e fisicamente. Quando ho perso per 3-4 anni contro di loro, è cambiato tutto: dal 2011 è iniziato un incredibile viaggio che non finirà qui.

Leggi anche: Italia-Inghilterra, allarme contagi: tre giornalisti positivi, Coverciano blindata

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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