Matera non garantisce il diritto all’aborto: i medici rimasti in città sono tutti obiettori

Matera, si ferma la pratica dell'aborto. Nelle ASL locali non sono più disponibili medici non obiettori disposti a dare supporto all'interruzione di gravidanza.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Aborto fermo. Nella città di Matera non sarà più possibile abortire. Da qualche mese l’unico medico non obiettore di coscienza operante presso il consultorio della Azienda Sanitaria locale di Matera (Asm, fusione di due Asl del territorio) non è più disponibile.

Per questo motivo, alle donne che si rivolgono alla struttura per vedere riconosciuto un diritto, viene detto di spostarsi nella provincia di Potenza, anche solo per l’aborto farmacologico, ossia con assunzione della pillola RU-486.

Matera non applica la legge 194 sull’aborto

La legge 194 sull'aborto esiste ma a Matera non viene applicata

il Collettivodonnematera ha fatto partire la denuncia per evidenziare una situazione che ha quantomeno del paradossale.

In questa questione, ovviamente, non si tratta di decidere moralmente se l’aborto sia giusto o sbagliato, quella è una visione soggettiva. Si tratta solo di riconoscere un diritto previsto dalla legge, la numero 194 del 1978.

Questa, quindi, è materia di Stato. E le amministrazioni che rappresentano lo Stato sui territori regionali sono tenute, per legge, a garantire i diritti dei cittadini. In questo caso specifico, dunque, permettere e fare in modo che ogni donna, per propria volontà, possa ricevere assistenza per la pratica abortiva.

Va aggiunto che la legge 194 non stabilisce solamente il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza, ma si impegna per promuovere e sviluppare i servizi socio-sanitari legati alla pianificazione dell’aborto, anche all’interno dei contesti familiari.

Matera,l’aborto non è un dirittto: “Due violazioni della legge in un colpo solo”

Aborto a Matera: "Due violazioni  della legge in un colpo solo"

La coordinatrice della sezione lucana della Consulta di Bioetica Onlus Alessia Araneo è subito intervenuta sulla questione. Ha detto:

Due violazioni della legge in un colpo solo.

l’autodeterminazione per ciò che riguarda l’aborto non può essere intesa ancora come una “gentile concessione”.

Io credo che si faccia fatica a comprendere che vedere riconosciuto un diritto non dovrebbe essere una cosa così complicata. 

Abortire non è un favore che si fa a chi ha commesso un “errore” e quindi adesso è giusto che si arrangi alla disperata ricerca di un consultorio utile, di una pillola, di personale sanitario che possa spiegare, accogliere, indicare.

No, questa dovrebbe essere la parte semplice, scontata, di routine.

Come tutte le situazioni urgenti, le difficoltà legate alla pandemia non fanno altro che amplificare certe difficoltà.

In questo caso ovviamente lo spostamento in un’altra provincia, o addirittura anche regione, per poter essere assistite e accompagnate in una pratica che spetta di diritto. Questo rappresenta per le donne un problema, senza dimenticare che alcune di loro spesso sono anche minorenni.

Quando le difficoltà nell’accedere alla pratica sono tante, e magari ci sono episodi in cui la donna non vuole, oltre che non è tenuta, far sapere della propria situazione, questo crea dei casi dove le donne abortiscono da sole senza nessun presidio sanitario e questo può diventare pericolosissimo per l’incolumità della donna.

L’aborto si ferma a Matera: violazione di una legge di Stato, oltre che un diritto

aborto matera

Matera è stata la Capitale europea della Cultura del 2019. La cultura, però, non dovrebbe mai essere associata alla non curanza dei diritti dell’uomo. La cultura non riguarda solo l’arte e la letteratura, ma anche il rispetto e la conoscenza dei diritti umani.

Il Parlamento Europeo ha dichiarato che “leggi restrittive su questo tema violano i diritti umani delle donne”. Secondo la legge, la donna è titolare delle scelte sul proprio corpo e padrona della propria coscienza.

Eppure la questione dell’aborto non è un problema solo di Matera ovviamente. In uno stato repressivo come la Polonia, dove l’aborto è illegale, negli ultimi mesi migliaia di persone sono scese per le strade a protestare. Perché, invece, in Italia diventa così difficile far rispettare un diritto, che oltretutto è anche legge dello Stato?

La lotta è lunga ma va combattuta, resta da chiedersi ancora una volta, che senso ha avere una legge se poi nei fatti non è applicata ovunque?

Leggi anche: Argentina, sentenza storica: il Senato approva la legalizzazione dell’aborto

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Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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