Marta Cartabia, chi è il nuovo ministro della Giustizia della squadra di Mario Draghi

Marta Cartabia è il 42esimo ministro della Giustizia della Repubblica italiana, nonché terza donna a ricevere l'incarico. La sua nomina, però, non è stata accolta da tutti con entusiasmo, ecco peché.

Silvia Aldi
Silvia Aldi
Classe 1990, laureata in Scienze Politiche con una specializzazione in Comunicazione pubblica Internazionale. Amante della storia sin da piccola e appassionata di grandi classici della letteratura italiana. Si auto definisce una sognatrice che tende a considerare sempre il bicchiere mezzo pieno anche nelle situazioni più critiche. Altri segni particolari? Appassionata di calcio e tifosissima!
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Marta Cartabia è stata la prima donna a essere eletta presidente della Corte Costituzionale e ora sarà la terza donna a ricevere l’incarico di ministra della Giustizia.

Marta Cartabia, milanese, 57 anni, è il 42esimo ministro della Giustizia della Repubblica italiana.

Chi è Marta Cartabia, la biografia

Marta Cartabia è nata il 14 maggio del 1963 a San Giorgio su Legnano, comune nella città metropolitana di Milano. Laureata in Giurisprudenza, è stata docente di Diritto pubblico all’università di Verona e di Diritto costituzionale alla Bicocca di Milano. Ha ottenuto la cattedra di Diritto e Giustizia costituzionale alla Bocconi di Milano.

Il 9 dicembre del 2020 ha ricevuto il dottorato honoris causa in Law dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Gianluigi Palombella, coordinatore del collegio Phd in Law, ha spiegato che alla base del titolo, c’è il brillante apporto di Cartabia da ricercatrice, da studiosa e da docente in ambiti come i diritti fondamentali e la duplice apertura da giudice costituzionale al diritto dell’Unione europea e alla società civile. 

Marta Cartabia ha ricevuto, il 24 ottobre 2011, l’onorificenza di Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.

Da dicembre 2019 a settembre 2020 ha guidato il palazzo della Consulta.

Leggi anche: Fabrizio Curcio torna alla guida della Protezione civile, Draghi sostituisce Borrelli

Marta Cartabia sul diritto di eutanasia, ecco cosa pensa

Marta Cartabia è stata editorialista sul Sussidiario, quotidiano online vicino a Comunione e Liberazione, dove ha affrontato due questioni molto delicate: eutanasia e matrimonio egualitario.

Commentando la sentenza sulla sospensione dell’idratazione di Eluana Englaro scrisse:

Il presupposto di tutte le decisioni, sempre affermato assertivamente, è che Eluana vive una non vita.

La scienza però non è in grado di dire una parola certa sulla vita in stato vegetativo: è piuttosto una vita avvolta nel mistero.

Chi potrebbe affermare oltre ogni ragionevole dubbio che Eluana non prova nessun sentimento e nessuna sensazione?

Nessuno ha avanzato l’ipotesi che, nel dubbio, potrebbe essere più opportuno proteggere la vita, a puro scopo di precauzione.

Matrimonio egualitario o “matrimonio a ogni costo”: le posizioni di Cartabia sui matrimoni omosessuali

Intitolato, invece, Matrimonio a ogni costo, la pretesa dei falsi diritti, un intervento di Cartabia sulla legge approvata dallo stato di New York, che consentiva il matrimonio tra persone dello stesso sesso:

Chi scrive non esulta di fronte a questa decisione.

Le associazioni Lgbt la accusavano di essere di parte per la sua provenienza dal mondo cattolico e per quelle posizioni sui matrimoni tra persone dello stesso sesso. Critiche alle quali rispose spiegando:

La Corte difende i diritti di tutti perché nella laicità positiva dello Stato.

Quando Marta Cartabia divenne Presidente della Consulta ha evidentemente espresso attenzione e cura nei confronti dei diritti dei carcerati, così come di quelli degli imputati.

Nel suo ultimo giorno da Presidente ha dichiarato:

Abbiamo tutti vissuto un grande cambiamento. E sono veramente fiera di sottolineare che questa istituzione ha assicurato il pieno funzionamento della della giustizia costituzionale senza cedimenti e interruzioni.

Lo scetticismo sulla nomina di Marta Cartabia

Tommaso Cerno, senatore del Pd, è stato il primo a nominare il nuovo ruolo di Marta Cartabia come ministro della Giustizia. Ha detto:

La scelta di Cartabia alla giustizia ci lascia perplessi come cittadini e come omosessuali viste le posizioni sostanzialmente reazionarie della guardasigilli va detto che tanto tuona che non piove.

Anche il portavoce del Gay Center, Fabrizio Marrazzo, non è contento dell’elezione della Marta Cartabia e si chiede:

Siamo sicuri che sarà in grado di tutelare i diritti della nostra comunità?

Restiamo basiti di quanti affermano di essere pro diritti gay e oggi applaudono acriticamente alla sua nomina.

Marta Cartabia, tra prescrizione e riforme

Marta Cartabia riforme.

Adesso, però, Marta Cartabia, neo eletta ministro della Giustizia dal premier Mario Draghi, trova nella sua strada già molti problemi da risolvere: il Recovery Fund, il dossier sul Covid, l’emergenza sul carcere, la prescrizione.

E poi, ci sono le riforme del processo civile e penale lasciate in eredità dal suo predecessore Alfonso Bonafede. Ma Cartabia ha il suo “metodo”: si ascolta la maggioranza, si cerca insieme una sintesi, non si fanno riforme a colpi di decreto, ma leggi delega.

Marta Cartabia crede in una giustizia sociale che si fondi sulla funzione rieducativa della condanna. Questo fa pensare che vorrà al più presto la riforma della Giustizia.

La riforma della giustizia civile è ferma da un anno al Senato, quella sul processo penale alla Camera. Sbloccarle è priorità anche di Mario Draghi visto che è un requisito necessario per i fondi europei del Recovery.

Leggi anche: Patrizio Bianchi, chi è il nuovo ministro dell’Istruzione scelto da Mario Draghi

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