Mario Draghi, chi è l’uomo del “Whatever it takes” per un’Italia più europeista

Mario Draghi, l'uomo d'Europa, adesso è chiamato a coagulare una solida maggioranza parlamentare. Intanto lo spread scende, l'effetto Draghi sui mercati si fa già sentire.

Silvia Aldi
Silvia Aldi
Classe 1990, laureata in Scienze Politiche con una specializzazione in Comunicazione pubblica Internazionale. Amante della storia sin da piccola e appassionata di grandi classici della letteratura italiana. Si auto definisce una sognatrice che tende a considerare sempre il bicchiere mezzo pieno anche nelle situazioni più critiche. Altri segni particolari? Appassionata di calcio e tifosissima!
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Mario Draghi, l’uomo d’Europa, è chiamato ad affrontare una nuova sfida: creare una solida maggioranza parlamentare.

L’ex presidente della Bce è atteso alle 12 al Colle.

La carta Draghi giocata dal capo dello Stato dopo il fallimento del mandato esplorativo di Roberto Fico. Mattarella è chiaro: “Serve un esecutivo di alto profilo”. E Matteo Renzi è d’accordo: “È tempo di costruttori, sostenere Draghi“.

Mario Draghi, da Dg del Tesoro alla Bce

Mario Draghi, classe ’47, laurea alla Sapienza con Federico Caffè e master al Mit di Boston con Franco Modigliani e Robert Solow, è stato direttore generale del Tesoro.

Padre ideologico delle privatizzazioni dei primi anni Novanta, nel 2002 diventa vice di Goldman Sachs e poi il ruolo di governatore della Banca d’Italia dove rimane fino al 31 ottobre 2011. Nell’aprile del 2006 viene eletto Presidente del Financial Stability Forum, divenuto Financial Stability Board dalla primavera del 2009.

Dal primo novembre 2011 Mario Draghi assume il timone della Banca centrale europea, incarico ricoperto fino al 2019.

Leggi anche: Crisi di Governo, il 40% degli italiani vuole Conte ter

Chi è Mario Draghi, l’uomo d’Europa

Mario Draghi.

Whatever it takes“, tutto ciò che serve. Ovvero, la Bce è pronta a fare tutto ciò che serve per salvaguardare l’euro. Storiche le parole di Mario Draghi al Global Investment Conference di Londra il 26 luglio 2012.

Tutto quello che serve, appunto. Per fermare i mercati e fare da scudo ai Paesi in tensione per l’andamento dei tassi sui titoli di Stato.

Parole alle quali sono seguiti fatti, in un’accorta gestione di parole e decisioni, culminate nel quantitative easing o allentamento quantitativo, provvedimento con cui la la Banca Centrale Europea si è impegnata ad acquistare titoli di stato dei paesi dell’Eurozona per un controvalore di 60 miliardi di euro.

Mario Draghi, il pensiero sul Recovery Fund

Mario Draghi sul recovery.

In un articolo sul Financial Times, Mario Draghi scrisse che sarebbe stato necessario indebitarsi per far fronte alle conseguenze economiche del virus. Quest’estate, a Rimini, ospite del meeting di Comunione e Liberazione, ha anche aggiunto:

Meglio il debito buono del debito cattivo.

Dunque, meglio un debito a fini produttivi per interventi sul capitale umano e nelle infrastrutture necessarie piuttosto che quello a cui si fa ricorso per fini improduttivi.

Insomma, meglio intervenire per garantire liquidità alle imprese e sostenere i redditi, anche a discapito dell’aumento del debito.

A dicembre Mario Draghi si è pronunciato anche sul Recovery Fund:

La sostenibilità del debito pubblico in un certo Paese sarà giudicata sulla base della crescita e quindi anche di come verranno spese le risorse di Next Generation Eu.

Se le risorse saranno sprecate il debito alla fine diventerà insostenibile perché i progetti finanziati non produrranno crescita.

Cala lo spread, l’effetto Draghi sui mercati si fa già sentire

Mario Draghi spread.

Dopo l’annuncio dell’incontro tra Mario Draghi e il presidente Sergio Mattarella, spread tra Btp e Bund subito in calo questa mattina. Il differenziale tra il decennale italiano e quello tedesco è sceso a 107 punti dai 116 della chiusura di ieri.

Il Ftse Mib questa mattina segna un rialzo del 2,15% a quota 22.541,72 punti. Il rendimento del Btp è a quota 0,58%.

L’effetto Draghi si fa sentire sui bancari: Bper scatta di oltre il 9%, Banco Bpm del 6,17%, Intesa del 6,89% e Unicredit del 7,1%. In rialzo anche Tim (+3,91%), su Atlantia (+7,42%) e l’energia (Enel ed Eni +2,04%).

Leggi anche: Crisi di Governo: Pd, M5S e LeU sostegno a Conte. Oggi maxi-tavolo di maggioranza

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