Made in Carcere: il brand che regala una seconda opportunità ai detenuti

Federica Tuseo
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Federica Tuseo. Classe 1994. Redattrice. Nomade digitale, alla costante ricerca di novità e sempre pronta a partire per girare il mondo, raccontando storie di vita vissuta. Una laurea triennale in Lingue e culture moderne ed una magistrale in Media, comunicazione digitale e giornalismo. Web, startup e innovazione sono i suoi orizzonti di ricerca.
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Borse, accessori originali, shopper, braccialetti, cuscini, sono solo alcuni degli oggetti protagonisti di un progetto etico e diversamente utile dal nome “Made in carcere”. Il brand della Onlus “Officina Creativa”, nato nel 2008, rappresenta una seconda occasione per donne e minori in stato di detenzione presso il carcere di massima sicurezza di Lecce Borgo San Nicola. Questa opportunità è l’inizio di un percorso di riabilitazione e reinserimento sociale, attraverso un lavoro regolarmente retribuito. Una seconda chance per raddrizzare la propria vita con ago e filo, con creatività e semplicità, imparando a costruire qualcosa di positivo in una realtà spesso difficile. La possibilità di abbattere i luoghi comuni, di riscattarsi e di riacquistare la dignità attraverso il lavoro sono tutti elementi che rendono questo progetto un modello di successo spesso riutilizzato in altre case circondariali in tutta Italia. Le creazioni Made in Carcere non solo danno una seconda opportunità alle donne detenute, ma anche una nuova vita ai materiali utilizzati. Il modello di produzione messo in atto viene definito come BIL, ossia Benessere Interno Lordo, proprio perché il brand vuole perseguire un duplice obiettivo:

  • Proteggere l’ambiente attraverso l’utilizzo di materiali di scarto e residui tessili, provenienti da aziende italiane che credono nel progetto e sono particolarmente sensibili alle tematiche sociali e ambientali.
  • Contenere la recidiva delle persone in stato di detenzione, riducendo così i costi a carico della collettività. Ad oggi si stima che l’80 di chi non lavora torna a delinquere una volta scontata la pena.

Leggi anche: “I sogni non vanno rimandati”, dal tumore al viaggio intorno al mondo

Luciana Delle Donne, da top manager ad angelo delle detenute

Per comprendere a fondo il progetto, basta ascoltare le parole di Luciana Delle Donne, fondatrice e imprenditrice fuori dal comune. Una donna forte, intraprendente, un orgoglio per il genere femminile ed un modello da seguire per tutti coloro che credono nei propri sogni. Una persona che nella sua vita ha vissuto tante esperienze differenti, al punto da poter affermare di aver vissuto “più vite diverse”. La prima come top-manager nel settore finanziario, dove ha creato il primo modello di banca multicanale virtuale e vari modelli di automazione dei processi di conoscenza con una piattaforma di knowledge management. Da lì la fine della sua prima vita e la svolta: la proposta di girare il mondo e proseguire con la sua carriera di successo improvvisamente inizia a crearle disagio. In occasione dell’evento TEDx Lake Como, Luciana racconta così il suo cambio radicale e la rinascita:

Qui è scattata una molla, ho provato disagio alla fine di questa mia prima vita. Mi sono persa. Ho cominciato a pensare di poter dare quella mia energia, quella tenacia, quella mia voglia di cambiamento di metterla in gioco e di proporla in altri modelli. Allora sono andata in Brasile dove volevo avere un contatto diretto con la povertà. Ero molto ricca, ma cercavo una ricchezza diversa, non fatta di soldi ma interiore. Ho messo un nuovo paio di occhiali e ho visto la vita in modo differente. Così ho messo in piedi la mia impresa sociale, quindi nella seconda vita ho fondato Officina Creativa.

Dopo questa presa di coscienza, Luciana ha deciso di mettere le sue capacità e le sue competenze al servizio di un mondo ai margini. La scelta del carcere come luogo prescelto come punto di partenza non è casuale dato che, secondo lei, qui ci sono gli “invisibili” che hanno più potenzialità di riscatto. Una fascia di persone che, seguendo il percorso formativo e lavorativo messo a disposizione, potranno in futuro essere reintegrate più facilmente nella società civile. Leggi anche: “Che nessun talento sia lasciato indietro!” – Alessia D’Epiro, la coach delle imprenditrici

Le altre attività dell’Officina Creativa

Made in Carcere non è l’unico prodotto efficace dell’Officina Creativa. Questa società cooperativa sociale Onlus, infatti, persegue più obiettivi: promuovere il networking tra e per le donne ed i giovani considerando la differenza un valore, credere fortemente nelle azioni volte ad instillare un sentimento di speranza e di entusiasmo nelle donne e nei giovani, proteggere l’ambiente e promuovere lo sviluppo sostenibile del territorio, informare, comunicare e dibattere per sviluppare al meglio il sentimento d’appartenenza all’Europa. Per raggiungere i traguardi descritti, Officina Creativa svolge alcune principali attività oltre a Made in Carcere, come ad esempio:

  • ER-RE, Energia Rinnovabile e Risparmio Energetico: progetto di formazione di nuovi mestieri tra i giovani disoccupati, idraulici ed elettricisti. Il progetto è partecipa alla formulazione della prima cooperativa di comunità italiana a Melpignano, insieme a Università del Salento, Banca Etica e Lega Coop.
  • 2nd CHANCE: brand elegante di accessori fashion e design “Made in carcere”.
  • IL BARATTO-LO: progetto di comunicazione sociale nelle scuole elementari e medie volto a stimolare la raccolta di bottiglie di plastica e lattine, con il sostegno di fondazione Megamark.
  • ORTI VERTICALI: programma di educazione alimentare e di apprendimento attraverso la realizzazione di orti verticali con piante e terra in sacchi di iuta presso carceri minorili, militari e scuole medie, con il sostegno di Fondazione BNC.
  • LECCE VENEZIA A/R: percorso di reinserimento di donne vittime di tratta e sfruttamento volto a formarle professionalmente, in accordo con il comune di Venezia e la Biennale di Venezia.
  • VOLONTARIAMENTE LUISS: convenzione sottoscritta con l’Università Luiss di Roma, finalizzata ad accogliere in carcere un gruppo di 6 studenti per il mese di luglio.
  • ERASMUS ENTERPRENEUR: iscritti nella piattaforma per l’accoglienza di giovani imprenditori europei.
  • SCAPPATELLE: prima iniziativa nel mondo della ristorazione. Sono stati avviati un laboratorio artigianale presso l’Istituto penale minorile Fornelli di Bari e una collaborazione con l’Istituto Penale minorile di Nisida. Il progetto ha ricevuto il sostegno di Fondazione Poste Italiane e di Fondazione Megamark. Al momento è partita la produzione di biscotti vegan con materie prima di prima qualità.
  • EPPELA: progetto di crowdfounding per la realizzazione dell’app “Made in Carcere By Me”, per la personalizzazione dei manufatti “Made in Carcere”.

Tanti tasselli che costruiscono un percorso nuovo per coloro che si sono persi, una strada non priva di ostacoli ma che spesso ha regalato soddisfazioni ai detenuti e alla fondatrice della Onlus. Luciana, in un’intervista, spiega il significato degli sguardi dei ragazzi che lei ha aiutato:

Il carcere è una durissima palestra di vita. La mia più grande soddisfazione è scorgere nei loro sguardi l’avvenuto cambiamento. I loro occhi si accendono di gioia, le loro espressioni acquistano serenità. Si sentono utili e liberi di archiviare le turbolenze del passato per aprirsi a un futuro migliore e radioso, e imboccare la strada dell’onestà. Con molte ex-detenute tornate in libertà ho un rapporto quasi quotidiano che si consuma attraverso lo scambio di messaggi su Facebook. Ogni volta che mi raccontano della loro nuova vita, mi commuovo e mi convinco sempre di più che Made in Carcere ha dato loro la possibilità di poter crescere per vivere bene.

Di Federica Tuseo

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