Legionella a Bari, quattro i morti: sequestrati due padiglioni del Policlinico

Nonostante le ripetute sollecitazioni il personale del Policlinico non ha provveduto alla risoluzione del problema legionella a Bari e per questo è sotto inchiesta.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Dal 2018 ad oggi sono morte quattro persone per legionella a Bari, presso il Policlinico. L’inchiesta che ne è conseguita ha disposto il sequestro di due padiglioni: l’Asclepios, che fino a qualche settimana fa era il Covid Hospital pugliese, e il Chini, ma per entrambi è stata concessa la facoltà d’uso. Il batterio era presente all’interno delle tubature dell’ospedale. La procura di Bari ha chiesto l’interdizione dell’intero personale sanitario: il direttore generale Giovanni Migliore, il sanitario Matilde Carlucci, quello amministrativo Tiziana Di Matteo, il vice direttore sanitario Giuseppe Calabrese e il capo dell’area tecnica, Claudio Forte.

Legionella a Bari, quali i capi d’accusa

Secondo la procura di Bari da parte del personale sanitario e della dirigenza c’è stata negligenza nel risolvere il problema legionella. Nessuno ha provveduto alla bonifica, nonostante le sollecitazioni e diffide da parte della Asl e dell’Arpa Puglia:

a quanto pare, non rientrava minimamente nelle priorità da affrontare in una struttura sanitaria di quella importanza pur essendo ad alto rischio perché in presenza di un cluster.

Sono passati oltre due anni dal primo decesso per legionella e all’interno del Policlinico si continua a morire di infezioni contratte durante la degenza, hanno dichiarato i magistrati.

I primi passi verso una soluzione sono avvenuti in seguito all’accesso dei carabinieri del Nas.

Leggi anche: Ameba mangia cervello uccide un bambino in Florida. Qual è la situazione in Italia?

90 giorni per la bonifica della legionella a Bari

Legionella a Bari_batterio
Batterio di legionella, al microscopio.

Secondo quanto richiesto dalla Procura il Policlinico ha 90 giorni per fare tutti gli adempimenti necessari alla bonifica della rete idrica dei reparti infetti da legionella. A stabilirlo è stato il il gip del Tribunale di Bari Giuseppe De Benedictis. La richiesta, partita dalla procura è stata questa:

indicare un termine temporale entro il quale le strutture sanitarie di cui trattasi dovranno essere adeguate alla normativa vigente ai fini dell’azzeramento del rischio da infezione, decorso il quale dovrà provvedersi alla revoca della facoltà di uso.

Legionella a Bari, con il Covid si rischia di più

I magistrati inquirenti,  Alessio Coccioli, la pm Grazia Errede e il procuratore Roberto Rossi, hanno evidenziato anche i pericoli che si andrebbero ad aggiungere ad una situazione sanitaria precaria per via della pandemia in corso:

rischio elevatissimo di ulteriori decessi per infezione da legionella», che causa polmonite, sottolineando che «proprio in un grave periodo di emergenza sanitaria, come quello collegato alla pandemia da Covid, l’afflusso presso le strutture sanitarie di pazienti aventi comorbilità riguardanti l’apparato respiratorio determinerebbe una situazione contingente di rischio ancora più allarmante.

Leggi anche: Batteri resistenti: nel mondo faranno più morti del Covid-19?

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