Vito Fiorino salvò 47 persone da morte certa a Lampedusa: “Ancora oggi mi chiamano papà”

Lampedusa, Vito Fiorino salvava esattamente 10 anni fa 47 uomini dispersi nel mare: "Ancora oggi sono in contatto con loro. Non dimenticherò mai quella notte senza luna".

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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In quella notte senza la luna e buia, Vito Fiorino e alcuni suoi amici, esattamente 10 anni fa salvavano un gruppo di 47 persone che stavano per affogare, al largo di Lampedusa. All’epoca Vito era un falegname con la passione per la pesca e si era appostato a Baia Tabaccara, una splendida cornice lampedusana, quando ha notato alcuni profughi in acqua da 4 ore.

Essendo un uomo di mare, sapeva che stavano andando incontro a morte certa e senza pensarci due volte ha aiutato tutti coloro che stavano per affogare a salire sulla sua piccola imbarcazione, Gamer. Cosa successe dopo più nel dettaglio?

Lampedusa, Vito Fiorino e quel salvataggio di 47 persone: “Sembravano urla di gabbiani”

La notte del 2 ottobre 2013 Vito Fiorino, che oggi ha 72 anni, ed altri 7 amici avevano deciso di uscire verso la mezzanotte, per fermarsi verso le 6 del mattino del giorno dopo. Avevano sentito degli strani versi che sembravano quelli di gabbiani, ma un membro del gruppo era convinto che fossero in realtà persone. Ipotesi rivelata poi giusta.

Sembravano urla di gabbiani, invece erano uomini. Ho visto la gente affondare, scivolando dalle nostre mani, perché coperti di gasolio. Non era mai accaduto che restassimo in barca per dormire, l’indomani erano le 6,30 del 3 ottobre, Alessandro che era nel mio equipaggio mi dice che sente un rumore strano: erano persone che chiedevano di essere salvate“.

Vito Fiorino e i suoi amici si erano avvicinati con la loro imbarcazione Gamar e hanno visto centinaia di bambini, donne e uomini che gridavano aiuto in mare. In quell’istante si sono buttati subito in mare e hanno lanciato i salvagenti per poter trarre in salvo quante più persone possibile: 1 donna e 46 uomini.

Dopo l’incredibile salvataggio a Lampedusa hanno avvertito la capitaneria di porto che li ha aiutati a riportare tutti coloro che avevano salvato da un destino tragico sulla terraferma.

Lampedusa, Vito Fiorino dopo il salvataggio: “Non potevamo permetterci la paura”

Durante quel 3 ottobre 2013 furono 155 le persone che riuscirono a salvarsi, grazie all’aiuto anche di Costantino Baratta e Onder Vecchi, Domenico Colapinto e Vito Fiorino e i suoi amici.

Dopo quell’episodio, però, Vito ha sempre trovato difficoltà nel tornare in quel mare di Lampedusa, dove ogni giorno approdano migranti in cerca di una vita migliore, perché in lui era viva la memoria di quel momento: “Gli anni successivi provai ad andare in mare, ma ad ogni piccola onda rivivevo quei momenti. Rivedo ancora quelle braccia e quei corpi. Erano nudi, terrorizzati, ma noi non potevamo lasciarci prendere dalla paura e continuavamo a tirare su persone”.

Lampedusa, Vito Fiorino e il salvataggio di 47 persone: “Alcuni mi chiamano papà”

Vito Fiorino, nonostante il salvataggio record di 47 persone, non si considera un eroe, ma bensì “una persona comune, come tutti gli altri”. Ha sempre sentito di aver fatto solo il suo dovere e ancora oggi molti di quelli che ha salvato lo chiamano father, papà.

Ma non finisce qui. Vito Fiorino va spesso a trovare alcuni dei suoi figli acquisiti che ora vivono nel Nord Europa, a Stoccolma che hanno a loro volta una famiglia e dove si sono stabiliti per lavoro.

E incontra studenti in tutta Italia che vogliono sentire con la sua voce la storia di questo incredibile salvataggio. Si è anche battuto a lungo per la realizzazione di un luogo che commemorasse quell’avvenimento, un luogo dove poter ricordare e mai dimenticare.

Durante ogni anniversario tutti coloro che lo hanno definito papà, essendo stati da lui salvati, tornano a Lampedusa per salutarlo e per essergli sempre riconoscenti per avergli cambiato la vita. Per sempre.

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