L’addio di Conte, l’arrivo di Draghi: il vecchio e nuovo a Palazzo Chigi

Dopo i riti previsti dal cerimoniale l’ex Presidente Conte ha lasciato Palazzo Chigi. È sceso nel cortile per il tradizionale saluto.

Domenico Di Sarno
Domenico Di Sarno
Informatico e politologo laureato con Lode. amante dei libri di ogni genere perché fortemente convinto che la cultura sia come il cibo, ne serve ogni giorno per nutrire la mente. Appassionato di storia e diritto costituzionale.
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L’addio di Conte è arrivato. Il neopresidente del Consiglio Mario Draghi è arrivato a Palazzo Chigi accolto dalla banda militare interforze alle 12:45. Pochi minuti dopo il saluto con il Presidente uscente Giuseppe Conte. I due hanno prima parlato in un colloquio privato e successivamente c’è stata la tradizionale cerimonia dello scambio della campanella.

L’addio di Conte, i saluti commossi di Palazzo Chigi a Giuseppe Conte

Dopo i riti previsti dal cerimoniale l’ex Presidente Conte ha lasciato Palazzo Chigi. È sceso nel cortile per il tradizionale saluto. Attraversando lo stesso cortile che poco prima era stato calcato da Mario Draghi, Conte ha ricevuto l’applauso, a tratti commosso, da tutti gli occupanti del Palazzo. Tra loro funzionari e impiegati amministrativi, membri dello staff del Presidente e impiegati governativi, tutti uniti in un applauso, affacciati alle finestre o dagli archi del cortile. Il Presidente salutando tutti e applaudendo a sua volta gli applauditori, forse loro, forse con loro, ha salutato commosso.

L’addio di Conte insieme a Olivia Palladino ricorda Obama e sua moglie Michelle

Poco prima di uscire dal portone si è avvicinata la sua compagna Olivia Palladino. Conte le ha fatto cenno di avvicinarsi, la prende per mano e continua a salutare. Dopo qualche secondo i due si sono voltati abbandonando palazzo Chigi. Per quanto i saluti al Presidente del Consiglio uscente, in caso di dimissioni o scadenza del mandato siano tradizionali, una scena del genere in Italia non si era mai vista e forse, ha ricordato per certi aspetti, l’addio di Barack Obama e sua moglie Michelle alla casa Bianca nel gennaio del 2017.

Lo stesso fragore e calore degli applausi, la stessa emozione. Un saluto per quello che è stato fatto insieme e che non si sa se potrà tornare. Di certo l’inquilino uscente di Palazzo Chigi ha lasciato il segno, è stato il Presidente del Consiglio durante la pandemia, quello che per primo, dopo la fine della seconda guerra mondiale, ha dovuto imporre una decisione unica. È passato meno di un anno dalla sera dell’otto marzo 2020 giorno in cui Conte dovette annunciare “Io resto a casa”. Da allora il mondo è cambiato in tutti i suoi aspetti, ciò che era stato conosciuto solo sui libri di storia è entrato nella vita quotidiana di ognuno di noi.

L’addio di Conte, Governo Draghi e responsabilità delle forze politiche

Il nuovo governo deve continuare nel fronteggiare questa emergenza e dare sicurezza a mercati, imprese e investitori internazionali ma più di tutti deve garantire il benessere del Popolo Italiano. Una sfida non facile ma Draghi come Conte è un uomo abituato a sfide importanti, il Parlamento con le sue forze politiche, per interesse di partito o per scelta ha deciso, pare, di sostenere il Governo.

Il Popolo italiano è pronto anche a questa sfida e non potrebbe essere altrimenti dato che si tratta di una sfida obbligata nel prossimo futuro. Ciò che di bello si può vedere è l’affetto con cui sia stato accolto l’appello di responsabilità da parte del capo dello Stato a parte gli eventuali interessi, più o meno coincidenti, dei partiti.

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L’addio di Conte, le sfide che aspettano Popolo, Parlamento e Governo

Tra eventuali problemi politici del futuro occorre ricordare che da luglio inizierà il cosiddetto semestre bianco. Per spiegarlo ai nostri lettori riportiamo l’articolo 88 della Costituzione

“Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse. Non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura”.

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L’addio di Conte, il Parlamento e le forze politiche alla prova del “semestre bianco”

Questo significa che, dal momento che il mandato di Mattarella scadrà il 30 gennaio 2022, dalla fine di luglio, non sarà più possibile sciogliere le camere nemmeno in caso di crisi di governo. Si tratta di una empasse in parte sperimentata già nell’ultimo periodo della prima presidenza di Giorgio Napolitano e si era pensato, all’epoca, di revisionare l’articolo 88 della Costituzione. Mettendo da parte la ratio con la quale i padri costituenti hanno scritto questo articolo, in questo momento, l’importante è che le forze politiche siano consapevoli di non dover procurare disaccordi dopo il 30 luglio perché sarebbe impossibile poi dire “adesso le decisioni sono nelle sagge mani di Mattarella”, dal momento che la Carta Costituzionale limita i poteri del capo dello Stato nel “semestre bianco”.

Tutti quindi auspichiamo volontà politica di risoluzione dei problemi e l’emersione di eventuali crisi d governo non in estate o in autunno quando il paese sarebbe poi condannato ad almeno 6 mesi di immobilismo più il tempo necessario al Parlamento per eleggere il successore di Sergio Mattarella.

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Domenico Di Sarno
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Informatico e politologo laureato con Lode. amante dei libri di ogni genere perché fortemente convinto che la cultura sia come il cibo, ne serve ogni giorno per nutrire la mente. Appassionato di storia e diritto costituzionale.
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