Diritto al futuro: la storia del tenente Alessandro avrà un lieto fine?

Alessandro è un tenente, ufficiale dell'Aeronautica in congedo, che sarebbe dovuto diventare colonnello, ma la sua carriera è stata stroncata da un'azione ingiusta: la sospensione dal ruolo. Da una sentenza del TAR Lazio, avrebbe diritto a recuperare il grado. Perché invece è in un limbo senza fine?

Silvia Buffo
Silvia Buffo
Silvia Buffo, 1985, giornalista. Ha fondato e dirige Il Digitale. Formazione classica e filologica, un dottorato di ricerca in Letteratura italiana, sui legami tra scrittura e nuovi media. “La bellezza è promessa di felicità” è il suo motto, che ha delicatamente rubato a Stendhal.

Su questa rubrica abbiamo sempre cercato di raccontare storie positive e ispirazionali. Però a volte scontrarsi con il dramma e dare un contributo per cercare di correggere quella stortura, che a volte è l’esistenza, è inevitabile davanti a circostanze brutali e ingiuste.

La redazione è venuta a conoscenza della storia del tenente Alessandro Sebastianelli tramite lo psichiatra e criminologo con cui collaboriamo per i contenuti della rubrica di Psicologia, Michele Di Nunzio, che ci ha segnalato questa vicenda estremamente drammatica.

Così abbiamo ascoltato volentieri il tenente Alessandro, e la sua storia, già di per sé complicata, è carica delle più complesse sfumature della giurisprudenza, che meriterebbero di essere ripercorse in una sede più opportuna. Qui ci limitiamo a raccontare una storia in cerca di riscatto, in cerca del suo lieto fine, un dramma in cerca di giustizia.

Il nostro obiettivo è quello di semplificare questa vicenda il più possibile, come la stessa linea editoriale ci impone, e renderla comprensibile a qualsiasi tipo di lettore. È questa l’alchimia che si stempera tra le righe di un giornalista, no? Semplificare i fatti e farli comprendere. E allora ci proviamo.

Chi è il tenente Alessandro Sebastianelli, sarebbe dovuto diventare colonello

Alessandro è un tenente, ufficiale dell’Aeronautica in congedo, che sarebbe dovuto diventare colonnello, ma la sua carriera è stata stroncata da un’azione drastica: la sospensione dal ruolo per presunta “incompatibilità ambientale”.

Si sono susseguiti ricorsi per ottenere l’integrazione del grado militare perduto in cui invece fa seguito l’emergere di una “condotta ineccepibile”. Tra paradosso e poca chiarezza si sviluppa una storia piena di falle e punti interrogativi.

Da una sentenza del TAR Lazio del 6 aprile 2021, passata “in giudicato” il 6 novembre dello stesso anno, il tenente avrebbe diritto a recuperare il grado con “un’ottima condotta morale e civile per almeno cinque anni dalla data della rimozione” che risale al 29 marzo del 2002. Ma c’è un paradosso: dal momento che non si verifica una convocazione per discuterne, tutto resta sospeso in un limbo.

Alessandro è ormai in balìa di un destino avverso: aver perso da due decenni il lavoro che amava, andando incontro alla povertà, a una possibile depressione, allo sconforto più totale. Ma Alessandro non è una vittima silente di un’ingiustizia: è una persona determinata dalla tempra particolare, molto resistente alle soverchierie subite e non si arrende mai, dando presenza e supporto a chi ha vissuto vicende simili alla sua.

Il tenente, un fuoriclasse nel percorso di studi e la passione per la Storia

Inoltre, Alessandro è una mente eccellente per gli studi conseguiti, ben 10 titoli, ecco il dettaglio sulla sua formazione:

  • due lauree di vecchissimo ordinamento
  • una laurea magistrale
  • un master di II livello universitario c/o Università Cattolica del “Sacro Cuore” di Milano
  • una specializzazione
  • un dottorato di ricerca
  • due abilitazioni professionali
  • è un grande esperto di Storia militare in Italia, nella cui materia ha scritto ben 5 tesi universitarie, tranne quella elaborata in Economia della Difesa
  • tutti i titoli di studio li ha conseguiti con il massimo dei voti a partire dal Diploma di Licenza della Scuola Media

Più specificamente.

Titoli conseguiti prima dell’arruolamento in Aeronautica Militare

  • Diploma di Licenza della Scuola Media (1978)
  • Diploma di Ragioniere e Perito Commerciale (1983)
  • Laurea (vecchissimo ordinamento) di Dottore in Scienze Economico Marittime (1991)

Titoli conseguiti dopo la Perdita del Grado

  • Diploma di Master Universitario di II Livello in Economia Pubblica (2002)
  • Laurea (vecchissimo ordinamento) di Dottore in Scienze Politiche – indirizzo Politico Economico (2007)
  • Titolo di Dottore di Ricerca in Storia delle Relazioni Internazionali (2014)
  • Laurea Magistrale in Scienze Storiche. Medioevo, Età Moderna, Età Contemporanea (2015)
  • Diploma di Specialista in Beni Archivistici e Librari (2018)

Abilitazioni professionali

  • Abilitazione all’Esercizio della Professione di Dottore Commercialista (1995)
  • Iscrizione nel Registro dei Revisori Contabili (oggi, Legali dei Conti) del MEF (1999)

Alessandro nello studio è un vero fuoriclasse. Avrebbe indubbiamente meritato una carriera universitaria, ma scelse l’arma. Dalla quale si ritrova, a suo dire, tradito. Secondo quanto ci ha riportato questa ingiustizia dura da 24 anni, una situazione che avrebbe sfiancato la salute mentale di chiunque.

E per questo che spesso il tenente ama ricordare l’ART. 34. della nostra Costituzione:

I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.

In cerca di giustizia per il tenente Alessandro, una lettera al Ministro della Difesa

tenente

In cerca di giustizia e di un riscatto sono stati fatti appelli di ogni genere, dal Presidente della Repubblica al Ministro della Difesa, Crosetto, e proprio in questo senso si è speso lo psicoterapeuta Michele Di Nunzio, affiancando Alessandro dal ’99. Nella lettera del 6 febbraio 2023 al Ministro si mette in evidenza:

La Sentenza che lo riguarda è passata “in giudicato” il 6 novembre del 2021 […] La ingiusta “Perdita del Grado” avvenne per fittizi motivi, esclusivamente “discipinari”, perché il Ten. Alessandro Sebastianelli avrebbe violato il “giuramento prestato”.

Ma c’è di più, per capire meglio la persona in questione vale la pena soffermarsi sul setting di provenienza: una famiglia napoletana di umili origini con una certa ambizione nel garantire la giusta educazione e crescita, la caparbietà e il rigore. Aggiunge lo psichiatra Di Nunzio ulteriori dettagli nella lettera inviata al Ministro della Difesa, Crosetto:

Non ha ereditato nulla. Non ha mai conosciuto, se esistenti, alcun parente.

Ha avuto e ha una vita sofferta per la non disponibilità di risorse economiche necessarie alla soddisfazione degli elementari bisogni legati esclusivamente alla propria misera e triste sopravvivenza.

Ciononostante, sin da bambino voleva intraprendere la carriera militare come ufficiale.

Pertanto, studiando con disciplina si mise a partecipare a tutti i possibili concorsi pubblici per ufficiale delle FF.AA fino al superamento del limite d’età consentito per la partecipazione agli stessi.

Infine, è risultato vincitore di un concorso per l’arruolamento in s.p.e. grazie alla legale possibilità prevista dal Bando di Concorso per gli ufficiali di complemento trattenuti che avessero cessato la ferma biennale “senza demerito” di incrementare il limite di età per poter essere ammesso a partecipare, ancora una volta, alle prove di selezione.

Si è posizionato tra i primi 10 nella graduatoria dei vincitori del concorso per Tenenti commissari dell’Aeronautica Militare a nomina diretta.

Parola allo psichiatra Michele Di Nunzio

Abbiamo ascoltato a riguardo a Michele Di Nunzio, psichiatra, psicoterapeuta e criminologo per fare il punto sulla vicenda.

Come nasce il dramma del tenente Sebastianelli e in Italia ci sono casi analoghi più noti?

La vicenda di Alessandro Sebastianelli, che in famiglia chiamiamo ormai da circa 24 anni il Signor tenente, è una delle storie più dolorose di tutta la mia carriera sia da psichiatra sia da psicoterapeuta sia da criminologo. Si tratta infatti di una circostanza di ingiustizia maturata all’interno della vicenda nota come Tangentopoli milanese, risalente appunto agli anni ’90.

Una storia altrettanto dolorosa, rispetto a quella di Alessandro Sebastianelli e molto più nota e per fortuna finita a lieto fine, è quella di Giuseppe Gulotta, arrestato all’età di 18 anni per un reato di cui non conosceva neppure l’esistenza e che gli venne comunicato, spiegato e raccontato dai carabinieri che lo avevano ingiustamente arrestato per un clamoroso errore durato 36 anni e solo 36 anni dopo gli è stata riconosciuta, non l’innocenza, ma la totale estraneità dei fatti.

Io mi trovai come perito d’ufficio a discutere della valutazione del danno psicologico biologico, del danno morale, del danno esistenziale, del danno a un’intera vita, che bloccata a partire dalla maggiore età, per 36 anni era stata esposta alla carcerazione, alle calunnie, alla diffamazione come autore di un reato, che ripeto, lui non sapeva neanche che fosse accaduto.

Perché, nonostante le evidenti ragioni, il tenente è considerato come un “povero matto”?

Il punto dolente della attuale situazione di Alessandro Sebastianelli invece è che ha ottenuto giustizia nel 2021 con una sentenza che gli riconosce la piena posizione di avente diritto al rimborso, avente diritto al risarcimento, avente diritto a restituzione di tutto ciò che ha perso in questi molti anni. Ma di fatto non è andata così.

Ebbene, oggi è considerato un povero matto, perché suo malgrado, non avendo altre modalità, altre possibilità di comunicazione, ha dovuto mettere in atto dei comportamenti estremi, quali quelli di recarsi sotto la Presidenza del Consiglio dei Ministri, presso il Quirinale, presso il Senato, presso la Camera dei Deputati con dei ‘tazebao’ che, di volta in volta, erano progressivamente sempre più offensivi nei confronti di coloro che dimenticavano di dargli ascolto.

Dal suo punto di vista, qual è l’aspetto più paradossale di questa storia?

Ora, io come cittadino, se mi dovessi immedesimare in una persona che subisce una così clamorosa ingiustizia, questa esasperazione sono portato a giustificarla, cioè non è un comportamento psicologicamente alterato, è l’unico comportamento che in una società distratta e abituata alle estremizzazioni dei comportamenti, quali quelli a cui si assiste in rubriche volgari, in trasmissioni volgari, che andrebbero disciplinate e sanzionate per diffusione di malaeducazione, diffusione di diseducazione civica.

Ebbene, quelle vengono tuttora trasmesse e ottengono purtroppo un incivile successo, invece Alessandro Sebastianelli è emarginato come un povero matto, che fa delle cose assurde, ma non ha altra modalità.

Ripercorriamo meglio la sua storia, come è stato incastrato Alessandro?

Alessandro, come dicevamo, ha ricevuto questa sentenza a lui favorevole, dove gli si riconosce di avere avuto ragione all’epoca dei fatti da lui denunciati: intercettò e trasmise, alle autorità competenti che fecero l’indagine, brogli concorsuali. Ma successivamente gli apparati militari complici conniventi di un generale, che lui aveva contribuito ad incastrare, si inventarono, con la opinabilissima accusa di comportamenti fittizi, coinvolgendo anche finti testimoni, affinché lui passasse per mendace.

Così paradossalmente ad essere incastrato, alla fine, è stato invece Alessandro, con motivi esclusivamente disciplinari e quindi violazione del giuramento prestato.

Ma chi conosce Alessandro Sebastianelli sa che non esiste un uomo più rigoroso, un monsier travaux che ineccepibilmente ha sempre adempiuto al suo dovere, forse uno degli ultimi italiani che crede nella correttezza del rapporto Stato-cittadino e invece per un destino ostile è tra coloro che sono stati massimamente delusi dalla non correttezza delle istituzioni che avrebbero dovuto, invece che rovinargli la vita, ringraziarlo, onorarlo con encomi speciali, onorarlo con un’anticipazione di carriera.

Al contrario lo hanno sospeso e con modalità assolutamente inventate dalle gerarchie ― ribadisco ― conniventi con colui che aveva commesso il reato, per il semplice fatto che era un generale e quindi i suoi subordinati erano a lui asserviti, avendo obbedito a una serie di indicazioni che servivano a mobbizzare in maniera ineluttabile e distruttiva il povero tenente.

Il tenente Alessandro meritava e merita tante cose

Tantissimi e di diversa natura sono stati gli appelli da parte di Alessandro nel tentativo di avere reale giustizia. Così accurati e meticolosi, questi sono stati ad oggi ignorati, facendo ricatapultare il tenente in uno stato di dannazione. Una stasi, un’impasse crudele, dove nulla si smuove.

Eppure c’è il merito, c’è una sentenza, c’è una fitta certificazione di titoli conseguiti a pieni voti. Alessandro meritava il suo ruolo e meritava una carriera in Aeuronautica Militare. Meritava ascolto, meritava tante cose.

Ne abbiamo anche discusso informalmente con i colleghi de Le Iene, affinché nella prossima stagione, possano approfondire, con il nostro tramite e con l’immancabile supporto dello psichiatra Michele Di Nunzio, una vicenda che merita di arrivare a una degna conclusione.

Ora ciò che ci chiediamo è: dopo una sentenza del TAR, secondo la quale Alessandro avrebbe diritto a un risarcimento, perché nulla si muove? Perché lo Stato non è proattivo, ma è stasi? Perché Alessandro non ha il suo lieto fine? Perché non può almeno godere di una pensione, che avrebbe tutte le carte in regola per meritare? E se non bastasse il merito, almeno per i danni morali subiti/percepiti? Ci auguriamo che ad Alessandro venga restituita la sua dignità. E che gli organi competenti prendano concretamente in carico questa ingarbugliata storia. Alessandro merita il suo lieto fine e la sua pace.

Onore al merito.

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Silvia Buffo
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Silvia Buffo, 1985, giornalista. Ha fondato e dirige Il Digitale. Formazione classica e filologica, un dottorato di ricerca in Letteratura italiana, sui legami tra scrittura e nuovi media. “La bellezza è promessa di felicità” è il suo motto, che ha delicatamente rubato a Stendhal.
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