La scultura invisibile di Salvatore Garau venduta per 15mila euro: “È un concentrato di pensieri”

Salvatore Garau sulla sua scultura invisibile e immateriale: "Il vuoto non è altro che uno spazio pieno di energia. Non diamo forse forma a un Dio che non abbiamo mai visto?"

Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
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La scultura invisibile dell’artista Garau, “Io sono” è stata venduta per ben 15mila euro: vendere il vuoto è possibile.

Almeno secondo l’artista e sicuramente anche per l’acquirente, l’arte immateriale è comunque arte a tutti gli effetti. Ed ecco che tutto diventa vendibile e acquistabile, l’arte invisibile è persino così costosa da essere merce d’élite.

La scultura invisibile di Salvatore Garau: “Il vuoto non è altro che uno spazio pieno di energia

La scultura invisibile di Salvatore Garau: "Il vuoto non è altro che uno spazio pieno di energia".

“Io sono” è una scultura immateriale, non ha consistenza, non si vede, eppure è arte. Va precisato, non si tratta di arte digitale, l’opera di Garau non sarebbe visibile né sul web né su nessuno dei nostri schermi di ultima generazione.

La scultura è di circa 150 x 150 centimetri e va collocata in uno spazio libero da ogni ingombro, preferibilmente all’interno di un’abitazione privata.

Il vuoto, emblema dell’arte contemporanea di Salvatore Garau, rappresenta la nostra società, il nostro tempo, la fugacità dei nostri giorni, ma anche la fede che riponiamo anche in ciò che non vediamo o tocchiamo. Ha un impatto ambientale praticamente pari a zero e non può essere replicata, neanche attraverso le migliori tecnologie di cui disponiamo.

Il buon esito dell’asta testimonia un fatto inconfutabile: Il vuoto non è altro che uno spazio pieno di energia, e se anche lo svuotiamo e resta il nulla, secondo il principio di indeterminazione di Heisenberg quel nulla ha un peso.

Ha quindi energia che si condensa e si trasforma in particelle, insomma in noi! Nel momento in cui decido di “esporre” in un dato spazio una scultura immateriale, quello spazio concentrerà una certa quantità e densità di pensieri in un punto preciso, creando una scultura che dal solo mio titolo prenderà le più svariate forme.

In fondo non diamo forse forma a un Dio che non abbiamo mai visto?

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La vendita all’asta dell’arte invisibile

Presentata all’asta organizzata da Art-Rite, una delle rare case d’aste italiane, l’opera dell’artista originario di Santa Giusta partiva da un valore iniziale di circa 6mila euro. Al termite delle trattativa, tuttavia, il suo costo è raddoppiato arrivando al martello alla modica cifra di 12mila euro, divenute 15mila con i diritti d’asta.

A dimostrare l’acquisto e il conseguente possedimento della scultura, all’acquirente rimane di fatto un certificato di garanzia, che testimonia l’archiviazione dell’opera ed è anche l’unico elemento visivo che si trova nel catalogo, dove al posto dell’iconica immagine rimane nel caso di “Io sono” uno spazio bianco.

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L’arte invisibile di Salvatore Garau: “Buddha in contemplazione

La scultura invisibile di Salvatore Garau: "Buddha in contemplazione"

“Io sono” non è la prima opera a confluire sotto l’etichetta di “arte invisibile“, già “Buddha in contemplazione” aveva dato parecchio da discutere per la sua immaterialità e per quel vuoto che si ritrovava all’interno del perimetro tracciato in Piazza della Scala a Milano.

Un’opera d’aria, che per l’ambiente non ha nessun costo, che esiste perché l’artista che l ha creata vuole così.

A quel tempo l’artista spiegava:

Come la musica, il canto o la preghiera ci aiutano a vedere ciò che non vediamo, così anche solo un titolo è sufficiente per farci vedere e percepire un’esistenza.

così Garau sottolinea la genesi di questa sua nuova arte “invisibile” – Non importa che sia visibile o non visibile, questa forma generata col pensiero adesso è qui, sopra il quadrato bianco, ormai esiste e resterà in questo spazio per sempre e il tempo non potrà deteriorarla.

E aggiungeva:

Il concetto della mia scultura si discosta completamente dall’ironia e dalla provocazione dell’Aria di Parigi (Marcel Duchamp) o dai palloncini con l’aria d’artista (Piero Manzoni) – prosegue Garau – L’assenza della materia è un atto d’amore verso il non conosciuto e il mistero al quale quasi l’intera umanità si affida.

Nessuno ha mai visto il proprio Dio, ma non importa, la fede compone l’immagine.

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Asia Solfanelli
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