I tesori sepolti del nostro Paese: l’inestimabile scoperta dell’Anfiteatro di Volterra

Un altro tesoro nascosto e rinvenuto ad arricchire l'inestimabile patrimonio storico e culturale italiano.

Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
spot_img

L’Anfiteatro di Volterra, scoperto cinque anni fa ma portato alla luce solo lo scorso anno, nel 2020, è un sito archeologico di estremo valore che svela secoli di storia, di giochi tra gladiatori, di scontri con le belve, di un tempo in cui andare a teatro era tra i principali divertimenti.

Ribattezzata “l’anfiteatro che non c’era”, la scoperta rinvenuta a Volterra, che non è testimoniata da alcuna altra documentazione esistente, offre importanti spunti che consentono di rivalutare la città e il suo passato, nonché il suo futuro come sito storico e culturale.

L’Anfiteatro di Volterra, il sito archeologico

Anfiteatro di Volterra

L’Anfiteatro di Volterra è un struttura ovale di notevoli dimensioni, 82 x 64 metri, sepolto sotto una collina. Capace di accogliere dalle otto alle diecimila persone e risalente, secondo le stime, al I secolo dopo Cristo, venne probabilmente adibito ad abitazioni private durante il Medioevo, come era consuetudine fare a quel tempo e come sembrano di fatto testimoniare i resti di pasti, di focolari e monete.

Gli scavi hanno fatto emergere non soltanto un sistema di ambulacri sotterranei, probabilmente al servizio del pubblico per raggiungere le gradinate da cui era possibile godere dello spettacolo, ma anche un corridoio voltato che circondava l’arena, il “cuniculo circumpodiale”, utilizzato invece da gladiatori e animali per accedere direttamente all’arena.

Tra gli ultimi ad animare l’esibizione si pensa fossero più che altro lupi e orsi o comunque bestie facilmente reperibili nella zona.

La campagna di scavo e la scoperta dell’Anfiteatro di Volterra

Anfiteatro di Volterra

Scoperto per caso durante l’estate del 2015, quando a seguito di un nubifragio il Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno ha dato il via a dei lavori di ripristino di un corso d’acqua, l’Anfiteatro di Volterra è oggi oggetto dei lavori e degli studi della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle province di Pisa e Livorno, diretti dall’archeologa Elena Sorge.

Le operazioni, iniziate effettivamente nel 2019, sono state possibili soprattutto per via delle ottocentomila euro raccolti grazie al concorso Art Bonus e alla partecipazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, della Regione Toscana e del Comune di Volterra. Tuttavia, per completare le attività che consentiranno di scoprire l’intera maestosità della struttura, una costruzione imponente e ben conservata, serviranno ancora tre milioni.

Leggi anche: La ‘Cappella Sistina degli antichi’, l’arte preistorica nascosta nella Foresta amazzonica

Il futuro degli scavi e del sito archeologico

Dalla Regione Toscana arrivano 250mila euro per completare gli scavi e scoprire la parte dell’arena, oggi ancora interrata di almeno sette metri, dodici nel punto più profondo. Il presidente del consiglio regionale toscano, Antonio Mazzeo, commenta:

Possiamo guardare con certezza al futuro di questa importante scoperta archeologico-culturale.

In quell’area infatti sta emergendo una struttura straordinaria sia relativamente allo stato di conservazione dei manufatti sia a quello dei luoghi.

Adeguatamente valorizzato e recuperato l’Anfiteatro Romano sarà un volano per la crescita del turismo dell’area e dell’intera Toscana e una delle scoperte archeologiche di maggiore interesse degli ultimi anni per l’intero nostro Paese.

Il che rappresenterà anche una potenziale carta vincente per la corsa di Volterra a Capitale Italiana della Cultura 2022, su cui tutta la Toscana è impegnata.

L’anfiteatro di Volterra, il progetto

Nel tentativo di fare di Volterra la capitale italiana della cultura il prossimo anno con un progetto incentrato sulla rigenerazione dell’uomo, si prevede che i lavori al ritrovamento romano riprenderanno nell’estate 2021. In questa prospettiva, Elena Sorge chiosa alla rivista Cultura commestibile:

Per lo scavo e il relativo restauro occorre una cifra non inferiore ai 3 milioni di euro. A questa somma va aggiunto qualcosa come un ulteriore milione per le varie anastilosi e per la creazione dei percorsi di visita.

Se poi volessimo guardare ancora oltre, occorrerebbe ripensare all’intera viabilità dell’area con la creazione anche di parcheggi, e su questo aspetto stiamo lavorando con il Comune di Volterra.

L’obiettivo sarebbe quello di completare le operazioni di recupero, ripristino e valorizzazione dell’area entro tre anni.

L’Anfiteatro di Volterra, un inestimabile patrimonio storico e culturale

Anfiteatro di Volterra

La ripresa del turismo, almeno in parte, durante l’estate 2020, ha fatto sì che col patrocinio della Regione Toscana, del Comune di Volterra, della Soprintendenza di Pisa e Livorno, dei Musei di Volterra e della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra si aprissero le visite al sito. In quattro giorni, i biglietti subito esauriti hanno consentito l’accesso alla struttura di ben 240 persone, suddivise in gruppi di 20 visitatori.

Oggi, chiunque voglia seguire gli scavi nonché le prossime iniziative organizzate nel comune toscano può affidarsi alla pagina facebook “l’anfiteatro che non c’era” e restare continuamente aggiornato. L’auspicio è di poter avere presto libero accesso all’imponenza e alla solennità del luogo.

L’Anfiteatro di Volterra è oggi un altro baluardo che si aggiunge all’inestimabile patrimonio di tesori nascosti nel nostro Paese, un’incredibile testimonianza del nostro glorioso passato e un prezioso gioiello da preservare con cura nel futuro.

Leggi anche: Lavori in corso, a Firenze nasce il Museo della Lingua italiana

spot_img

Correlati

La Canzone della Terra, di cosa tratta il film e perché è evento dell’anno

È uscito nelle sale italiane il film “La Canzone della Terra”, Songs of Earth,...

Chi era Salvatore Liguori, direttore dell’Accademia Totò di Napoli scomparso a 37 anni

Salvatore Liguori, direttore dell'Accademia delle Arti Teatrali del Teatro Totò, nel cuore di Napoli,...

Tatami – Una donna in lotta per la libertà, di cosa tratta il film e perché è così attuale

Oggi recensiamo Tatami – Una donna in lotta per la libertà, il film diretto...
Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
spot_img