La rivoluzione della Pinacoteca di Brera nell’era post Covid: si diventa soci e il biglietto vale 3 mesi

James Bradburne, direttore della Pinacoteca di Brera: "Facciamo un altro passo verso la normalità post covid che prevede nuovi modi di agire, interagire, lavorare e pensare".

Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
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Pinacoteca di Brera, non più visitatori ma soci.

La galleria nazionale d’arte antica e moderna, collocata nell’omonimo palazzo milanese, dice basta alle visite ‘mordi e fuggi’ e lascia a tutti coloro che lo desiderano la possibilità di tornare un numero illimitato di volte per almeno tre mesi dall’acquisto del biglietto.

Il mondo post Covid non è e non sarà più lo stesso, bisogna adattarsi ai tempi che corrono e James Bradburne, direttore della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Nazionale Braidense, lo sa bene.

La Pinacoteca di Brera: “Non si rivolge più a semplici visitatori, ma accoglie dei soci”

La Pinacoteca di Brera: "Non si rivolge più a semplici visitatori, ma accoglie dei soci".

Nell’era post Covid il rapporto con il pubblico cambia completamente. Ci siamo abituati al mondo virtuale, alle distanze e alla fugacità degli incontri. Dopo ben otto settimane di stop, la Pinacoteca di Brera ha riaperto inaugurando una nuova stagione.

Il semplice biglietto dal costo di 15 euro diventa una tessera di fedeltà che concede agli acquirenti non solo la possibilità di entrare nelle sale del museo fisico, ma di accedere anche per un anno alle stanze del museo virtuale, il Brera Plus+.

E c’è di più. Con l’acquisto del biglietto, che diventa nominale, si ottiene anche la “Temporary card degli Amici di Brera”, una carta che permette di tornare a far visita alla galleria un numero illimitato di volte per tre mesi.

Dalla Pinacoteca di Brera spiegano:

La Pinacoteca in questo modo non si rivolge più a semplici visitatori, spesso collegati a un modello di visita ‘mordi e fuggi’, ma accoglie dei ‘soci’ che con Brera condividono visioni, progetti, ricordi.

Un processo che realizza pienamente l’idea del ruolo sociale svolto per la propria comunità dalla Pinacoteca: ovvero un museo già prima della pandemia lontano da un turismo di massa, in ogni caso ormai tramontato, e interessato piuttosto a suscitare un senso di condivisione e di appartenenza.

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La Pinacoteca di Brera e la sua rivoluzione: il museo è un “luogo d’impegno”

La Pinacoteca di Brera e la sua rivoluzione nell'era post Covid: il museo è un "luogo d'impegno".

Costretto a chiudere nell’arco di poco più di un anno in ben tre occasioni, marzo 2020, novembre 2020 e febbraio 2021, il museo riapre in una nuova ottica e con prospettive diverse dal passato.

James Bradburne racconta:

Con questa nuova riapertura, dopo lunghi mesi, facciamo un altro passo verso la normalità. Ma non verso la normalità di prima, una normalità post covid che prevede nuovi modi di agire, interagire, lavorare e pensare.

Il biglietto in questa visione appartiene al passato, così come il visitatore. Nel mondo post covid, senza voler ricreare una dipendenza fragile dal turismo di massa, il nostro impegno è nei confronti della comunità: il biglietto diventa una tessera e il visitatore un socio che fa parte della comunità braidense.

Il museo si trasforma, come voleva Franco Russoli in un ‘luogo d’impegno’, che affianca il cittadino dalla nascita alla morte.

E conclude:

Così esprimiamo la nostra doppia missione: Brera nel cuore della città, l’utente al centro di Brera.

Quella che è appena iniziata è quindi una nuova era. Per la galleria milanese è iniziata una vera e propria rivoluzione che mette al centro ogni spettatore.

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