La mascherina del futuro? Sarà eco-friendly e ci aiuterà a combattere il Covid-19 per sempre

Scienziati, biologi e ingegneri al lavoro per creare un dispositivo che non solo ci proteggerà dal virus, ma ci aiuterà a sconfiggerlo con un occhio alla sostenibilità.

Clarice Subiaco
Clarice Subiacohttps://medium.com/@ClariceSubiaco
Classe 1986, passato di studi umanistici e presente nel mondo dei dati. In mezzo, esperienze di lavoro come Digital PR, Content Strategist e Project Manager per startup e agenzie internazionali. Ama raccontare l'innovazione che ha un forte impatto sociale.
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Se all’inizio dello scorso anno uscire indossando una mascherina ci sembrava un’assurdità, oggi sarebbe impossibile pensare di poterne fare a meno. Ormai parte della nostra quotidianità, questi dispositivi di protezione ci aiutano a contenere la minaccia del Covid-19 e sono diventati un accessorio indispensabile. Scienziati ed esperti ci dicono che probabilmente non ci libereremo mai di loro, ma la mascherina del futuro non servirà solo da barriera fisica al virus, avranno anche molte altre funzioni. 

Le mascherine hi-tech ci permetteranno di viaggiare in sicurezza

Anche se la vaccinazione di massa procede a livello mondiale, non sappiamo ancora l’effettiva durata della copertura vaccinale, per questo anche in futuro potremmo trovarci a dover usare le mascherine per viaggiare. Se siamo in aereo e una persona accanto a noi starnutisce, la mascherina del futuro disinfetterà l’aria attorno a noi e ci proteggerà da eventuali infezioni. Il professor Christopher Sul Monte,  amministratore del progetto per l’unità di biocontenimento presso la Johns Hopkins Medicine, riporta al Wall Street Journal

Sono entusiasta dell’attenzione catalizzata da queste innovazioni per le mascherine. Le nuove idee “hanno un certo rigore scientifico. Una volta che vedremo come funzionano, inizieremo a capire quali strumenti hanno più senso.

Le mascherine del futuro saranno più resistenti ed eco-friendly

Una delle caratteristiche delle nuove mascherine hi-tech sarà quella di essere realizzate con tessuti più resistenti. I nuovi materiali le renderanno sterilizzabili mediante calore, raggi UV o alcol isopropilico. Questo vuol dire che dureranno più a lungo e avranno un impatto minore sull’ambiente perché riutilizzabili. 

Stiamo assistendo a innovazioni che renderanno l’uso della mascherina più sicuro e più rispettoso dell’ambiente.

Queste le parole di Ana Rule, direttrice degli Exposure Assessment Laboratories alla Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health.

In Olanda la mascherina del futuro si pianta come un fiore

E a proposito di ambiente, bisogna ricordare che nel mondo vengono usate 129 miliardi di mascherine al mese. L’equivalente di 3 milioni ogni minuto. In Asia si stima che vengano gettate ogni giorno 1,8 miliardi di mascherine e questo è estremamente preoccupante se si pensa che questi dispositivi, insieme ai guanti usa e getta non sono riciclabili e costituiscono una grande fonte di inquinamento

Per affrontare proprio il problema della sostenibilità ambientale, il brand olandese Marie Bee Bloom ha creato una mascherina in carta di riso che racchiude al suo interno dei semi. Dopo l’utilizzo, la mascherina può essere piantata a terra e una volta annaffiata, darà vita a dei colorati fiori selvatici

La mascherina del futuro sarà in grado di combattere il Covid-19

Michael Strano, professore di ingegneria del prestigioso Massachusetts Institute of Technology, sta lavorando a una mascherina che sarà in grado di uccidere il virus. Il prototipo prevede una rete di rame che riscaldata a circa 160 gradi, intrappolerà e annienterà il virus. Un rivestimento esterno in neoprene e un sistema di raffreddamento termoelettrico interno faranno in modo di isolare l’aria “contaminata” da quella pulita.

Oltre al Covid-19 la mascherina sarà anche sicura contro muffe, batteri e potrà essere utilizzata con una semplice batteria da 9 volt. Secondo il prof. Strano la mascherina peserà circa 500 grammi e avrà un costo molto contenuto. Il progetto è di sviluppare due modelli: una versione leggermente più grande per il mercato degli operatori sanitari e una più leggera per il mercato consumer. 

Mascherina con test diagnostico

I ricercatori del Wyss Institute for Biologically Inspired Engineering dell’Università di Harvard hanno elaborato un prototipo di mascherina che integra al suo interno un test diagnostico per il Covid-19. Quando la persona che indossa la mascherina espira, il test reagisce con le particelle espirate e fornisce una diagnosi in circa 90 minuti. Questo dispositivo può essere applicato a qualsiasi mascherina e funziona attraverso un minuscolo blister d’acqua che una volta bucato dà via al test. Per attivare il test, la mascherina deve essere indossata per almeno 30 minuti. Il risultato viene poi indicato con una o due linee colorate, sulla falsariga dei test di gravidanza.

Al CES di Las Vegas è stata presentata Hazel, la mascherina per i gamer

Il CES di Las Vegas è la più importante fiera in ambito innovazione e tecnologia del mondo. Nell’edizione di quest’anno la società di hardware e software per il gaming Razer ha presentato Project Hazel, una mascherina del futuro progettata appositamente per i gamer

Il design di Project Hazel è minimale: la mascherina è infatti trasparente per permettere di vedere l’espressione del volto. Inoltre il dispositivo è dotato di microfono e speaker in modo da rendere la conversazione più chiara e fluida. Per questa funzionalità è necessaria una batteria che sarà presente all’interno di una custodia apposita; tale custodia servirà anche per la sterilizzazione tramite raggi UV, mantenendo così la mascherina sempre igienizzata.

Mascherina del futuro: quando potremo acquistarla? Presto, ma servono standard di riferimento

Per ora si tratta di prototipi, ma non escludiamo che presto potremo vedere queste rivoluzionarie mascherine sul mercato. Una delle questioni principali da affrontare è di carattere normativo: in ogni Paese i nuovi modelli di mascherine devono essere approvati dagli organismi preposti e questo potrebbe richiedere del tempo.

Il professor Albert Ko ha dichiarato al Wall Street Journal:

Sembra il Far West, non ci sono parametri di riferimento. Abbiamo bisogno di standard di armonizzazione in modo da poter confrontare una maschera con un’altra e valutare.

La questione della regolamentazione è, dunque, la prima cosa da risolvere per non creare confusione sul mercato e permettere ai consumatori di acquistare dei dispositivi di protezione sicuri. 

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