La fine dei Simpson è vicina: ecco il finale pensato dagli autori per l’ultima stagione

La famiglia più famosa d’America sta per abbandonare per sempre i nostri schermi. Gli autori hanno pensato ad un possibile finale della serie.

Melissa Matiddi
Melissa Matiddi
Esperta in comunicazione e digital marketing, studia lo yoga e le discipline orientali. Ama creare, leggere e viaggiare. Silenziosa ma rumorosa, è sempre pronta a varcare nuovi orizzonti.
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La fine dei Simpson è vicina. D’oh! Sembrerebbe che l’era della sitcom statunitense più famosa del pianeta stia per concludersi. Gli sceneggiatori starebbero lavorando ad un finale.

In onda dal 1989, la serie tv rappresenta una parodia satirica della società statunitense. Il cartone ricalca in chiave umoristica la condizione umana, la cultura americana, la famiglia e la stessa idea di televisione.

La notizia della conclusione circolava già da marzo, in occasione dell’episodio numero 700, ed ora che ci avviciniamo alla fine dell’anno, le teorie e le congetture mentali ricominciano. Lo showrunner Al Jean ha rilasciato un’intervista a Radio Times. Ha detto:

Mi immagino l’ultimo episodio come un cerchio che si chiude, con loro che tornano allo spettacolo di Natale che c’è nel primo episodio.

La fine dei Simpson: come e quando avverrà

La fine dei Simpson: come e quando avverrà

Sembra impossibile da immaginare ma la fine dei Simpson ci sarà. Secondo le rivelazioni dello sceneggiatore, l’addio della famiglia di Springfield sarebbe un ritorno alle origini del primo episodio “Un Natale da cani”(Simpsons roasting on an open fire) andato in onda la vigilia di Natale del 1991 in Italia.

Ho accennato che se ci fosse l’idea di un termine, potrebbe essere riconducibile agli eventi natalizi del pilot, per fare in modo che il cartone vivesse in un loop continuo. Sarebbe il finale perfetto, se si decidesse di arrivare alla fine.

Il compositore della sigla, Danny Elfman ha rivelato che l’ultima stagione potrebbe essere quella finale ed ha espresso la sua ammirazione verso la serie più longeva di tutti i tempi:

Tutto quello che posso dire è che sono meravigliato che sia durata così tanto. Quando ho scritto questo pezzo per la colonna sonora credevo che nessuno lo avrebbe ascoltato, perché non pensavo affatto che questo cartone potesse avere qualche chance.

Nonostante le previsioni, la fine dei Simpson non sembra poi così reale, infatti il cartone è stato rinnovato per altre due stagioni, quindi un’ipotetica chiusura sarebbe attesa per il 2023 per la 757esima puntata.

Pertanto i fan più accaniti possono tirare un sospiro di sollievo dal momento che la conclusione non sembra essere imminente, considerando anche il suo successo a livello globale, 33 stagioni e oltre 700 episodi trasmessi. Il cartone già nel 1999, era stato nominato come la migliore serie tv del secolo.

Al Jean ha tranquillizzato gli ammiratori, dichiarando che la sitcom stava per chiudere già 10 anni fa nel 2011 con il nono episodio della stagione 23 “Vacanze di un futuro passato“. Bart e Lisa, ormai adulti e a loro volta genitori, decidono di trascorrere il Natale nella casa di famiglia.

Ci sarebbe però anche un’ulteriore ipotesi ovvero che il cartone possa terminare con l’uscita del secondo film disponibile sulla piattaforma Disney+. Il primo film incassò nel mondo ben 536 milioni e mezzo di dollari.

L’impatto culturale, mediatico e linguistico dei Simpson

La genialità del produttore, Matt Groening, ha consentito alla serie tv di entrare direttamente nei salotti delle famiglie, di condizionarle e di rimodulare il loro stile di vita. L’obiettivo comico del produttore è stato quello di affrontare tutti i temi della società moderna e di attirare l’attenzione dello spettatore. Basti pensare alla scelta del colore giallo dei personaggi che li rendeva perfettamente riconoscibili durante lo zapping televisivo.

Nel 1998 la rivista Time proclamò il personaggio di Bart la 46esima persona più influente di questo secolo.

Negli Stati Uniti, i Simpson furono l’unica serie tv ad essere trasmessa in prima serata. Durante gli anni Ottanta, si pensava che i cartoni animati dovessero essere destinati e programmati per un pubblico di soli bambini. Inoltre, era molto costoso produrre contenuti per una prima serata. I Simpson trasformarono letteralmente questa percezione. I costi di utilizzo delle case di animazione diminuirono notevolmente, portando al boom dei cartoni animati: Futurama, i Griffin e South Park.

I Simpson sono stati in grado di influenzare anche alcuni telefilm: Malcom, The Office e La vita secondo Jim, hanno ammesso il loro debito nei confronti della serie. Inoltre, è stata definita come la sitcom che ha ospitato più guest star negli anni, in totale ci sono stati più di 600 ospiti tra Kirk Douglas a Michael Jackson, da Meryl Streep a Dustin Hoffman e a Lady Gaga.

A livello linguistico molti neologismi sono stati coniati proprio dal cartone. La celebre frase pronunciata da Homer “D’oh!” è stata perfino aggiunta nell’Oxford English Dictionary, ma senza l’apostrofo. Anche altre espressioni sono divenute popolari: “Mi-ti-co” sempre di Homer,ciucciati il calzino” di Bart ed “Eccellente” pronunciata da Montgomery Burns.

L’aspetto filosofico nei Simpson

Se è vero che la fine dei Simpson è vicina, conviene menzionare la trovata di un professore britannico, John Donaldson, che ha deciso di aprire un seminario all’interno di un corso universitario di filosofia, intitolato: D’oh! The Simpson Introduce Philosophy.

L’Università che ospita il corso si trova a Glasgow e analizzerà la serie di Matt Groening esplorando i concetti filosofici contenuti nella serie.

Sul volantino per sponsorizzare del nuovo percorso filosofico si legge:

I Simpson sono uno dei più grandi artefatti culturali del nostro tempo, in parte perché sono intrisi di filosofia. Aristotele, Kant, Marx, Camus e molti alti pensatori sono rappresentati in qualcosa che è verosimilmente una delle forme filosofiche più pure: il cartone animato.

Questo corso esplorerà alcune delle idee più interessanti di quello che è il vero e proprio monumento di Matt Groening all’assurdità dell’esistenza umana. Homer, in particolare, è un personaggio incredibilmente complesso in molti modi. È goloso ma sa essere anche violento ed egocentrico. Ma allo stesso tempo è difficile non amarlo.

Tra riflessioni filosofiche e rimodulazioni culturali e linguistiche, c’è da capire se la fine dei Simpson coincida con l’intenzione effettiva degli autori di abbandonare per sempre lo show e di decidere di emozionare per sempre lo spettatore con la lenta dipartita del personaggio di Homer.

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