Firenze si sveglia con “La Ferita” del Covid sull’arte: JR apre i musei a modo suo

JR mostra l'arte che oggi ci è preclusa e non possiamo vedere e manda il suo segnale di speranza: torneremo a guardare presto il mondo, con nuovi occhi e da nuove prospettive.

Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
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La Ferita, l’opera di JR che ‘sventra’ il rinascimentale Palazzo Strozzi, a Firenze.

Se i musei sono chiusi JR a modo suoi li apre e ci mostra cosa ci attenderà appena potremmo tornare liberi a visitarli.

L’istallazione fotografica consente di sbirciare all’interno dell’edificio e nel metaforizzare quel dolore causato dal divieto di accedere ai luoghi di cultura, si nasconde anche la speranza di poter guardare presto il mondo con nuovi occhi, grati per quel che abbiamo davanti.

Un invito a creare con l’arte un rapporto nuovo, rinnovato, più autentico: non tutte le ferite fanno male.

La Ferita, l’ultima opera di JR: la realizzazione

La Ferita, l'ultima opera di JR

Una lacerazione, uno squarcio sulla facciata del famoso palazzo rinascimentale del capoluogo fiorentino.

Il trompe l’œil, un genere pittorico che, pur operando su una superficie bidimensionale, da l’illusione di guardare oggetti reali e tridimensionali, è composto da 80 pannelli stampati in bianco e nero su alluminio Dibond.

Alta 28 metri e larga 33, l’opera, alla cui realizzazione hanno contribuito una dozzina di operai a lavoro per ben due mesi, è il risultato di un collage fotografico in bianco e nero, costruito come una anamorfosi, che lo stesso autore spiega semplicemente come un “gioco visivo”, un’immagine che si rivela solo se guardata a un determinato punto, da una certa prospettiva.

La Ferita, l’ultima opera di JR: il significato

Quel taglio, quel solco sull’edificio apre una visione reale o immaginaria.

La Ferita è quella del Covid, è che quella che ci lacera negandoci anche la possibilità di visitare i luoghi storici, d’arte e cultura.

Così JR, proprio quando siamo impossibilitati a visitare i musei, li apre per noi.

Sul palazzo La ferita crea l’illusione di poter guardare all’interno dell’edificio e lascia scorgere: il colonnato di un cortile, che è quello della biblioteca dell’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento, un’immaginaria sala espositiva con i quadri della Primavera e della Nascita di Venere del Botticelli, conservate agli Uffizi, e il Ratto delle Sabine del Giambologna, che si trova nella Loggia dei Lanzi, in piazza della Signoria, e una biblioteca.

JR commenta:

Dicono che i musei siano chiusi. Ma sta a noi aprirli.

Qui a Firenze, la città di Botticelli, Donatello, Machiavelli e Dante, abbiamo aperto Palazzo Strozzi per voi. In questi ultimi mesi siamo stati privati della possibilità di stare insieme, ma abbiamo ancora la libertà di sognare, creare, immaginare il futuro. Forse non è molto, ma ce l’abbiamo!

E spiega:

Ognuno può vederci ciò che vuole: quest’opera nasce per richiamare davanti a un museo, che è chiuso da tempo come molti luoghi di cultura, chiunque passi in zona.

Stamattina ho già visto gente che cercava di fotografarlo dall’angolazione migliore e vi posso dire che c’è un punto preciso che dà senso al tutto.

E aggiunge:

Questa opera risveglia tante cose in tutti noi e quello che mi interessa è che ognuno la interpreterà in base alla sua storia, ognuno avrà una lettura differente.

Un’opera del genere resta per pochi mesi, ma la sua immagine resterà nella testa delle persone anche in futuro e penso che anche quando non ci sarà più le persone che l’hanno vista andranno a vedere cosa c’è dietro a quel muro.

“La Ferità”: “Un invito a ritrovare un rapporto diretto con l’arte

L’ultima ‘trovata’ di JR si insinua all’interno del progetto Palazzo Strozzi Future Art, un nuovo programma della Fondazione Palazzo Strozzi nato dalla collaborazione con Andy Bianchedi, allo scopo di promuovere l’arte pubblica, soprattutto a vantaggio delle nuove generazioni.

Arturo Galansino, direttore della Fondazione Palazzo Strozzi, chiosa:

Nell’attuale difficoltà di offrire occasioni di fruizione dell’arte in spazi tradizionali, la scelta di creare un’opera visibile a chiunque sulla facciata di Palazzo Strozzi diviene un invito a ritrovare un rapporto diretto con l’arte e una sollecitazione per nuove forme di condivisione e partecipazione.

Leggi anche: L’unghia sul dito di Cattelan si tinge di rosa: la condizione della donna nella street art

Chi è JR?

Chi è JR, l'autore del "La Ferita"?

Cappello, occhiali e giacca scuri, sotto quel ‘uomo nero’ si nasconde proprio JR.

Nato a Parigi, classe 1983, cresce a Montfermeil, un sobborgo della capitale francese, dove i genitori di origini tunisine hanno una bancarella al mercato delle pulci di porte de Clignancourt.

JR sta per Jean Renè, il suo vero nome, ma è anche inequivocabile allusione al personaggio principale della serie americana Dallas, J. R. Ewing.

Rifiutando l’etichetta di street artist, perchè “per me esiste solo l’arte, ovunque venga realizzata“, JR, che preferisce definirsi un “attivista urbano”, si insinua e si afferma ben presto nel panorama dell’arte contemporanea con le sue opere dirompenti, provocatorie e generalmente side-specific, legate, per il messaggio che comunicano, ad un particolare contesto.

JR si batte, si espone, sostiene molti progetti sociali, tra cui la mensa per i disagiati alla Madeleine di Parigi e, da anni, anche una scuola nella favela di Rio.

Porta la sua arte nel mondo, fino ai luoghi più nascosti e impensabili, perché l’arte è di tutti e per tutti.

JR, l’artista della prospettiva e la sua arte

Un'altra opera di Jr, l'autore de "La Ferita" apparsa a Firenze.

L’arte di JR vince per la sua unicità: le sue opere sono collage fotografici di ingenti dimensioni, visibili e, soprattutto, generalmente comprensibili solo da una determinata angolazione.

Come lo stesso spiega: “Nel mio lavoro la prospettiva è tutto” e, ‘sotto ogni punto di vista’, la sua arte è azione e JR è l’artista che irrompe, provoca, sconvolge e fa riflettere.

Esordisce tra il 2004 e il 2006 con Portrait of a Generation, un’insieme ritratti di “teppisti” suburbani affissi nei quartieri borghesi della capitale francese e, quando nel 2007 con Marc Berrebi crea Face2Face, l’opera per cui il muro di separazione tra Israele e Palestina si ritrova tappezzato di enormi foto di israeliani e palestinesi, il nome di JR è già quello di un’icona.

Nel 2008 lo si ritrova autore di Women Are Heroes, un progetto nato con l’intento di mettere in rilievo la dignità delle donne, che, pur senza combattere, sono vittime di molti conflitti.

Non è tutto. Oggi lo si ricorda ancora come colui che fece sparire la piramide del Louvre o che ridisegnò la porta di Brandeburgo a Berlino, ma anche come l’artista che raccontò la storia dei detenuti del carcere di massima sicurezza di Tehachapi, in California, attraverso i loro volti.

Impossibile poi ravvedere l’originalità del suo stile in quell’enorme bambino che sul confine tra Messico e Stati Uniti si affaccia sul muro in costruzione, o in quei giganti contadini trasportati in marcia funebre dai piccoli agricoltori e abitanti dell’altopiano dell’Alfina nell’Omelia contadina.

E non finisce qui, l’elenco potrebbe ancora continuare, La ferita è solo il più recente dei suoi art attack.

Quando sembra già tutto detto e già tutto fatto, essere artisti significa essere ancora capaci di ‘ferire’ e lasciare il ‘segno’: l’artista parigino dimostra che tutto ciò è ancora possibile e che il vero talento, nel XXI secolo più che mai, sta proprio nella capacità di sapersi costantemente inventare e, soprattutto, reinventare.

Scriveva Pasternak: “Il poeta vede, al tempo stesso e da un solo punto, ciò che è visibile a due, isolatamente“. E cosa dire di un’artista che è capace di offrire persino ai suoi fautori nuove prospettive e, perché no, anche nuove speranze?

Leggi anche: Morte dell’agricoltura contadina, un film di Rohrwacher per riflettere

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