Uccisa in Kenya a 67 anni l’attivista per l’ambiente Joannah Stutchbury

Aveva ricevuto numerose minacce, poi il 16 luglio l'esecuzione sul vialetto di casa sua a Kiambu in Kenia. Il presidente del Kenya Uhuru Kenyatta ha espresso parole di condanna per l’attentato.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Joannah Stutchbury attivista ambientale di 67 anni è stata uccisa sul vialetto di casa sua in Kenya, precisamente nella località di Kiambu vicino Nairobi, dove sorge una delle più belle riserve forestali di tutto il paese.

Keniota di terza generazione da anni si batteva contro le speculazioni che avvenivano nella foresta di Kiambu, un “polmone verde” con oltre mille ettari di estensione. Il suo omicidio era stato preceduto da svariate minacce di morte che alla fine si sono concretizzate nel più tragico degli scenari.

Uccisa a sangue freddo per aver portato avanti i suoi ideali: chi era Joannah Stutchbury

Uccisa a sangue freddo per aver portato avanti i suoi ideali: chi era Joannah Stutchbury

Joannah Stutchbury, 67 anni, è stata uccisa giovedì 16 luglio alle 22:00 ora locale mentre tornava a casa sua alla periferia di Nairobi precisamente nella zona di Kiambu, dove sorge una delle più grandi foreste del paese.

Da anni infatti l’attivista si batteva per evitare speculazioni e sradicamenti ai danni della foresta keniota. Il giorno dell’omicidio è stata quasi attirata in una trappola, gli amici e i colleghi hanno infatti dichiarato che “si era fermata per scendere dalla macchina e spostare alcuni rami che bloccavano il suo vialetto, quando le hanno sparato più volte”

Non ha fatto in tempo nemmeno ad aprire lo sportello Joannah Stutchbury, quando alcuni colpi di pistola, 4 secondo le autorità, le sono stai esplosi a bruciapelo.

I vicini hanno trovato il suo corpo in macchina con il motore ancora acceso e oggetti di valore ancora nel veicolo, una scena che ha da subito lasciato intendere che si trattasse di un’esecuzione vera e propria.

Joannah Stutchbury si era opposta a gran voce ai tentativi di potenti uomini d’affari locali di costruire nelle zone della foresta di Kiambu, che spesso e volentieri con il benestare della politica e delle autorità locali avevano espropriato moltissime famiglie delle proprie abitazioni.

“È davvero terribile. La nostra comunità è molto scossa. È devastante” – così ha affermato la dottoressa Paula Kahumbu, CEO di WildlifeDirect, una ONG di conservazione e salvaguardia di riserve naturali.

Joannah Stutchbury: il coraggio di portare avanti un ideale globale

Joannah Stutchbury: il coraggio di portare avanti un ideale globale

Joannah Stutchbury era una di quelle persone che difficilmente faceva un passo indietro quando c’era da esporsi, tanto da sedersi all’interno del braccio di una ruspa nel 2018 per impedire alcuni scavi di fondamenta.

Nel 2019, Joannah aveva anche pianificato un corso per fare una “Immersione di 6 mesi per diventare una guida alla terapia forestale”. Chi la conosceva bene sapeva che Joannah era entusiasta di ciò che la foresta poteva offrire agli esseri umani in termini di riposo, ringiovanimento e benessere generale, oltre a riconoscere il ruolo fondamentale nell’equilibrare il clima del pianeta, sperava inoltre di poter contribuire a ripristinare le normali piogge in Kenya. 

Sentiva che questo l’avrebbe aiutata a capire di più sulla scienza ambientale, sperava infatti che una comprensione a tutto tondo dell’ambiente a cui aveva dedicato la sua battaglia le avrebbe permesso di diffondere ciò che sapeva in lungo e in largo. Il tempo però non le è bastato.

Il presidente del Kenya, Uhuru Kenyatta, ha condannato l’omicidio: 

Per molto tempo, Joannah è stata una strenua sostenitrice della conservazione del nostro ambiente e sarà ricordata per i suoi incessanti sforzi per proteggere la foresta di Kiambu dall’invasione.

La foresta di Kiambu: la battaglia di Joannah Stutchbury

La foresta di Kiambu: la battaglia di Joannah Stutchbury

Sebbene il patrimonio naturale del Kenya sia una delle principali fonti di reddito turistico, è minacciato da abusi, abusivi e costruttori, spesso con legami con potenti politici locali.

La foresta di Kiambu si trova alla periferia di Nairobi, dove i prezzi dei terreni sono aumentati vertiginosamente negli ultimi anni

Joannah Stutchbury è stata di grande aiuto per il Kenya Forest Service ed è stata una grande presenza e voce contro la distruzione della foresta di Kiambu.  

La gente non dovrebbe dimenticare quello che è successo – ha dichiarato un funzionario del governo keniota al quotidiano locale Star.

L’uccisione di Stutchbury è solo una delle numerose morti violente di ambientalisti negli ultimi anni. 

Nel 2018, Esmond Bradley Martin, un ambientalista americano con sede in Kenya, le cui indagini sul commercio di avorio di elefante e corni di rinoceronte erano considerate di grande valore negli sforzi per proteggere le specie minacciate, è stato pugnalato a morte nella sua casa di Nairobi

Il suo omicidio rimane irrisolto.

La Conservation Alliance of Kenya , una coalizione di ONG, ha affermato che la foresta di Kiambu è stata “invasa da accaparratori di terreni per l’edilizia abitativa” e ha affermato che Joannah Stutchbury aveva recentemente segnalato una minaccia addirittura da parte di un costruttore.

La filiale di Amnesty International in Kenya ha condannato l’omicidio di Joannah Stutchbury e ha chiesto una rapida indagine, così l’associazione in un comunicato:

Joannah era nota per le sue azioni nella contea di Kiambu. Non ha mai chiuso un occhio quando ha visto illegalità all’interno della foresta. 

Condanniamo questo omicidio insensato e chiediamo giustizia per Joannah e tutti gli altri attivisti per i diritti umani e ambientali che hanno purtroppo perso la vita difendendo l’integrità del nostro ambiente e del patrimonio naturale.

Leggi anche: Kenya, ordinata la chiusura di due campi profughi: oltre 400mila migranti a rischio

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Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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