INPS, Tridico: “Stiamo riempiendo di soldi gli italiani”

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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‘Un investimento senza precedenti nella storia repubblicana’. Così Pasquale Tridico, presidente dell’INPS, ha definito la manovra economica che l’istituto ha gestito dall’inizio della pandemia. 26 miliardi, più 11 del Cura Italia, per 18 milioni di persone. Per quanto riguarda i cittadini rimasti senza aiuto, dice Tridico, le attese sono finite. Sui 7,5 milioni di potenziali percettori, tra conguagli e pagamenti diretti, sono già stati pagati in casse integrazione 5 milioni di cittadini e a breve verranno coperti i restanti 2,5 milioni. Sui ritardi e le polemiche delle scorse settimane il presidente dell’INPS si dice dispiaciuto, ma nell’intervista di Luca Telese, rassicura:

Adesso abbiamo tutte le domande dalle regioni. Ma bisogna capire il contesto. Anche le regioni si sono trovate di fronte una valanga di domande. Un fiume senza precedenti, la crisi più grande della nostra storia. Ci sono quattro filtri, adesso sappiamo come semplificare.

Come ha funzionato la cassa integrazione

Le norme che regolano la cassa integrazione sono una macchina complessa. Ci sono ben quattro passaggi più le attese volte a verificare i requisiti della storia lavorativa della persona che ne fa richiesta. La legge non poteva essere aggirata, è servito cambiare le regole in corsa, con tutti i ritardi che ne sono conseguiti. Spiega Tridico:

Le aziende fanno domanda alle regioni, che la mandano all’INPS. Poi l’Inps rimanda la pratica alle aziende. E poi le aziende rimandano la richiesta definitiva indietro solo nel mese successivo all’approvazione.

Perché il mese di attesa? Risponde Tridico, perché il datore in quel mese potrebbe continuare a utilizzare i lavoratori, anche in modo parziale. Quindi l’INPS spedisce solo quando ha il consuntivo reale delle ore lavorate in quel mese. Non si sono avuti gli stessi disagi per i bonus, la NASPI, il reddito di emergenza e il reddito di cittadinanza perché queste si chiedono direttamente all’INPS, che è quindi organizzata per distribuirli, diversamente dalla cassa integrazione. Leggi anche: Conte al Parlamento: “Dobbiamo riavviare il motore del Paese”

Un modello invidiato all’estero

La cassa integrazione è un meccanismo sostitutivo perfetto del reddito, ‘come se fosse il normale cedolino del lavoratore’, ma ridotto del 20%. Con la cassa integrazione non si perdono contributi, previdenza, non vanno persi gli assegni familiari. Vengono preservati i diritti. ‘È come se l’INPS avesse fatto le buste paga per tutte le aziende d’Italia’ spiega il presidente. I bonus, invece, vanno ad aiutare il cittadino, non intervenendo sulla storia contributiva e previdenziale, e per questo sono più immediati. Hanno un canale diretto. Continua Tridico sulla cassa integrazione:

È l’unico modo di garantire quelle tutele che con le altre forme di sussidio vanno perse. In Inghilterra si è aperto un dibattito sulla cassa integrazione italiana. E non per criticarla: perché la vogliono adottare! Si può semplificare ulteriormente e lo faremo. Anche perché non siamo venuti mai meno all’esigenza del controllo. Dobbiamo stare attenti a non dare casse integrazione ad aziende fittizie.

Qualche numero sul paese reale

Oltre a gestire le 7,5 milioni di pratiche di cassa integrazione, che vuol dire un miliardo e 200mila ore lavorate, INPS ha continuato a gestire 20 milioni di pensioni, invalidità, maternità, e prestazioni a cittadini e servizi alle aziende per 41 milioni al mese. E ha liquidato 4 milioni di partite IVA. Poi c’è il reddito di emergenza, che va a integrare le casse integrazione sotto i 400 euro, per tutelare i lavoratori più deboli, come i part-time. 50mila le domande presentate in soli due giorni. E l’Isee corrente per i cittadini che hanno una soglia di reddito di 15mila euro. ‘Con questa procedura abbiamo già aumentato del 12% le erogazioni, con centomila nuclei aggiuntivi’ ha detto Tridico. Ancora, ci sono i bonus babysitter, 150mila persone, i congedi parentali, 250mila, e i centri estivi, andati a tutti coloro che avevano figli sotto i dodici anni. E sono già stati erogati. Leggi anche: Finanziamenti a fondo perduto 2020: tutti i bandi

E gli esclusi?

Ci sono stati esclusi? Purtroppo, sì. Per i vincoli fissati da legge, gli operatori dello spettacolo che non hanno raggiunto i 30 giorni lavorati nel 2019, o i lavoratori agricoli che hanno meno di 51 giornate lavorate nel 2019, non avevano accesso ai 600 euro. Come non ne ha avuto diritto chi ha un altro reddito o pensione. Ma sono previsti altri indennizzi. Dice Tridico:

Vorrei ricordare a tanti che esaltano il modello americano: lì o prendono poco o non prendono niente. Lì arrivano soldi, ma non agli invisibili. Con questo ultimo decreto in Italia per l’INPS non esistono fantasmi. Qualcuno potrà dire che potevamo dare di più, forse. Ma nessuno può dire che lasciamo indietro qualcuno. Abbiamo strumenti così variegati che arriviamo a coprire tutte le categorie.

Cos’è il reddito di ultima istanza

Per tutti coloro che non hanno avuto accesso a forme di indennizzo, sono stati previsti altri canali, come il reddito di ultima istanza.

È quello che va a coprire lavoratori intermittenti, lavoratori del turismo e lavoratori stagionali non turistici. Ad esempio, un meccanico dipendente che lavora in una località turistica. Durante l’anno l’officina è chiusa e lui non lavora. Ma formalmente non è un lavoratore del turismo. Parliamo di 2,8 milioni di persone potenziali.

Ha aggiunto il presidente INPS:

Stiamo conoscendo meglio il paese reale. Nella catastrofe l’istituto ha imparato a conoscere meglio gli italiani. Gli autonomi e le partite Iva erano i lavoratori che conoscevamo meno. Adesso sappiamo molto più su di loro. Così come conosciamo meglio i poveri grazie al reddito di cittadinanza. Molte cose le aggiusteremo in corso e come individuiamo delle criticità interveniamo.

Leggi anche: Covid e spettacolo: tutti i concerti del 2020 rimandati di un anno

L’INPS non è una banca

Alla domanda ‘Cosa Manca?’ Tridico ha risposto:

Il paese aveva bisogno di liquidità e noi l’abbiamo data nei limiti del nostro mandato. Ma l’INPS non è una banca. Non fa prestiti. Eroga prestazioni sulla base di diritti soggettivi di cui deve controllare l’esistenza per non fare danno erariale.

Tridico si dice soddisfatto del lavoro dell’Istituto e di come il Paese abbia gestito l’emergenza. L’economia italiana correva un grande rischio e invece, sottolinea il presidente INPS, ancora nessuno ha sentito parlare di spread. Questo perché:

la manovra fiscale è stata coordinata in ambito l’Ue. Perché i nostri interventi sono stati mirati, ma non distribuiti a pioggia, in base ad una logica assistenziale. Anche se pensato nell’emergenza e con i tempi della crisi, i provvedimenti sono dei vestiti su misura. Da economista so che recuperare 20 punti di Pil è molto difficile. Ma il debito è sostenibile.

di Elza Coculo

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Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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