Nuova influenza aviaria: individuato in Cina primo positivo al virus H10N3

Cina: identificato primo caso della nuova influenza aviaria, il virus H10N3. Gli esperti chiariscono: si tratterebbe di un ceppo a bassa patogenicità. C'è davvero da preoccuparsi?

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Individuato il primo positivo al virus H10N3. Il primo dicembre 2019 nella città di Wuhan, nella provincia di Hubei, in Cina, un uomo mostrava i sintomi di una polmonite anomala, ancora sconosciuta. Soltanto più tardi si scoprirà essere il Covid-19, virus destinato a diffondersi in tutto il mondo con gli effetti che ben conosciamo. Oggi, 1°giugno, l’Italia sembra finalmente ripartire e, entro la metà del mese, molte Regioni entreranno in fascia bianca, quella meno restrittiva.

Dalla Cina, però, arriva una notizia che non può non preoccupare, visti i precedenti. Pechino ha reso noto di aver identificato il primo caso umano della nuova influenza aviaria, il virus H10N3. Gli esperti hanno prontamente chiarito che si tratterebbe di un ceppo del virus a bassa patogenicità. Ma ecco di cosa si tratta.

Virus H10N3, 41enne positivo in Cina, gli esperti: “Rischio diffusione su larga scala molto basso”

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Ad essere risultato positivo al virus H10N3 è stato un uomo di 41 anni, proveniente dalla provincia orientale dello Jiangsu e residente a Zhenjiang. Stando a quanto riportato da Reuters, che cita a sua volta un comunicato della National Health Commission (la Commissione Nazionale di Sanità cinese, NHC), il soggetto positivo è stato ricoverato in ospedale già il 28 aprile a causa di una forte febbre e altri sintomi. Ma l’infezione da influenza aviaria H10N3 è stata diagnosticata ufficialmente solo il 28 maggio, un mese dopo i primi sintomi.

Le autorità sanitarie non hanno ancora saputo spiegare come sia avvenuto il contagio, ma hanno dichiarato che si tratta di una trasmissione occasionale da pollame a uomo, con rischio di diffusione su larga scala estremamente basso. Nello specifico, gli esperti dell’NHC hanno affermato che il virus H10N3 è un ceppo del virus a bassa patogenicità nel pollame, o comunque relativamente meno grave rispetto agli altri virus dell’influenza aviaria. Gli esperti hanno anche assicurato che non sono emersi altri casi di positività tra i contatti stretti dell’uomo.

Leggi anche: Aviaria, confermato in Russia il contagio di 7 uomini: è allerta Oms

Virus H10N3, le modalità di trasmissione: “Evitare contatto con pollame morto o vivo”

Yang Zhanqiu, vicedirettore del Dipartimento di biologia dei patogeni dell’Università di Wuhan, ha spiegato che il virus H10N3 può diffondersi attraverso le goccioline respiratorie (droplets) tra gli animali. E, esprimendosi sul primo caso di contagio umano ha aggiunto:

Non è noto come questa persona sia stata infettata, ma probabilmente il contagio è avvenuto attraverso goccioline respiratorie di pollame o dal contatto diretto con pollame vivo malato.

Bisogna considerare, infatti, che in Cina è molto comune che qualche persona, specie chi lavora col pollame, si infetti sporadicamente di influenza aviaria, data la presenza di un elevato numero di ceppi della stessa. Basti considerare che tra il 2016 e il 2017 circa 300 persone hanno perso la vita dopo aver contratto il ceppo H9N9. Per precauzione, NHC ha invitato fortemente il pubblico ad evitare il contatto con pollame morto o malato e di cercare di evitare il contatto diretto con pollame vivo.

Nonostante le rassicurazioni dell’NHC cinese, l’attenzione rimane alta, specie dopo l’esperienza della pandemia di Covid-19. Soprattutto se si tiene conto che, proprio la scorsa settimana, due scienziati cinesi avevano lanciato sulla rivista Science un preoccupante allarme riguardo un altro virus dell’influenza aviaria potenzialmente capace di scatenare un’altra pandemia. Per il momento, comunque, la situazione è sotto controllo: gli esperti si stanno adoperando per evitare il rischio che il virus, mutando, possa portare ad una trasmissione tra uomini.

Leggi anche: Cos’è la sindrome post-Covid: tutti gli effetti del virus a mesi dalla guarigione

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