Caso pandoro, la procura di Milano è pronta ad aprire un’indagine. Cosa rischia Chiara Ferragni?

L'esposto del Codacons sul caso del pandoro Balocco sponsorizzato Chiara Ferragni è giunto sul tavolo dei magistrati, che dovranno decidere se aprire un’indagine.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Il caso pandoro è tutt’altro che chiuso. Dopo l’Antitrust anche la procura di Milano potrebbe aprire un’indagine per truffa. Sarà il procuratore Marcello Viola, sul cui tavolo è arrivato un esposto presentato dal Codacons e da Assourt, l’associazione utenti dei servizi radiotelevisivi, a valutare se aprire o meno un fascicolo.

Oltre al caso del pandoro ci sarebbe anche un altro progetto benefico, relativo alle uova di Pasqua realizzate con Dolci Preziosi e sponsorizzato dall’influencer con una dinamica simile a quella di Balocco. La questione, sollevata da Salvaggia Lucarelli su Il Fatto Quotidiano, ha attratto il Codacons che ha annunciato un nuovo esposto, per pubblicità ingannevole, all’Autorità per la concorrenza.

Caso pandoro, indagine per truffa: quali conseguenze per Chiara Ferragni?

Caso pandoro_Chiara Ferragni_

Se il capo della procura di Milano dovesse valutare l’ipotesi di aprire un fascicolo sul caso pandoro avrebbe a disposizione tre opzioni:

  • Un modello 45, senza ipotesi di reato, né indagati
  • Un modello 44, con ipotesi di reato, ma senza indagati
  • Un modello 21, con ipotesi di reato e indagati, per poi disporre anche gli eventuali accertamenti

Il magistrato deciderà quale tipologia di fascicolo aprire, se con ipotesi di reato e indagati, per poi disporre eventuali accertamenti. Solo il modello 21 porterebbe delle conseguenze anche per Chiara Ferragni.

Oltre al caso pandoro quello delle uova benefiche

È stata Selvaggia Lucarelli a lanciare il caso delle uova benefiche sponsorizzate dall’influencer per Dolci Preziosi in due occasioni, nel 2021 e 2022. Sia sulla confezione delle uova sia nella campagna di comunicazione, era pubblicizzato il sostegno al progetto benefico I Bambini delle Fate, associazione che si occupa di progetti di inclusione per bambini con autismo. Anche in quest’occasione come nel caso pandoro, la donazione all’associazione, pari a 36mila euro in due anni, sarebbe stata effettuata solo dall’azienda, a fronte di un cachet di 1,2 milioni a Chiara Ferragni per aver ceduto la propria immagine.

L’influencer, a sua difesa nel suo ultimo video messaggio, ha parlato di errore di comunicazione ma qui sembra ci sia piuttosto una costante nel suo modus operandi. Anziché un errore casuale sembra un metodo ben collaudato. Oltre alle scuse da parte di Chiara anche un impegno di beneficenza. Spiega così nel video:

Sono sempre stata convinta che chi è più fortunato ha la responsabilità morale di fare del bene. Questi sono i valori che hanno sempre spinto me e la mia famiglia.

Questo è quello che insegniamo ai nostri figli. Gli insegniamo anche che si può sbagliare, e che quando capita bisogna ammettere, e se possibile, rimediare all’errore fatto e farne tesoro. Ed e quello che voglio fare ora.

Chiedere scusa e dare concretezza a questo mio gesto: devolverò 1 milione di euro al Regina Margherita per sostenere le cure dei bambini.

Caso pandoro: la multa dell’Antitrust

Il 15 dicembre è trapelata la notizia della multa dell’Antitrust alle società Fenice e Tbs Crew, che gestiscono i marchi e i diritti a Chiara Ferragni, rispettivamente per 400 mila euro e per 675 mila euro, oltre alla muta di 420 mila euro all’azienda dolciaria Balocco. L’AGCM contesta alle società una pratica commerciale scorretta. Si legge nell’esposto, come riportato da Il Giorno:

Le tre società lasciando intendere ai consumatori che, comprandolo, avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino per acquistare un nuovo macchinario per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing.

Le società Fenice e Tbs Crew hanno incassato oltre 1 milione di euro a titolo di corrispettivo per la licenza dei marchi della signora Ferragni e per la realizzazione dei contenuti pubblicitari senza versare nulla all’ospedale Regina Margherita di Torino.

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