iMask, la mascherina italiana, eterna e riciclabile, con filtro FFP3

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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Indossare mascherine protettive e guanti quando si esce di casa non è sempre obbligatorio, ma in alcuni casi è necessario. Lo è per poter frequentare luoghi chiusi accessibili al pubblico, come esercizi commerciali o mezzi pubblici. Si stima che per sostenere il fabbisogno nazionale di mascherine, essendo per la maggior parte una protezione usa e getta, ne serviranno almeno 130 milioni al mese. In molti si sono chiesti se una tale spesa a lungo termine possa essere realmente sostenibile, sia in termini economici che ambientali. Giovanni Gallo e Salvatore Cobuzio hanno risposto alla domanda presentando la loro nuova startup. L’azienda si chiama iMask, ha sede a Siracusa e ha ideato mascherine riutilizzabili all’infinito ed eco-sostenibili. Leggi anche: Mascherine e guanti in mare: “40 mila kg di plastica in natura, è allarme ambientale”

iMask, vantaggi e caratteristiche

IMask è un dispositivo protettivo realizzato in gomma termoplastica anallergica, simile al silicone, che garantisce vestibilità ed elasticità. Monta un filtro FFP3, considerato tra i più sicuri in termini di filtraggio. Non ha bottoni o chiusure, ma un sistema regolabile simile a quello delle maschere da sub. Il progetto tiene conto dell’impatto ambientale. Infatti, gli ideatori, che hanno depositato tre brevetti internazionali e tutte le certificazioni necessarie, garantiscono che iMask è utilizzabile all’infinito. Può essere praticamente lavata e sterilizzata, mentre il filtro, garantito per un mese, è sostituibile. È disponibile in diversi colori o in versione trasparente per rendere visibile il labiale. Leggi anche: Coronavirus, studentessa cuce mascherine gratis trasparenti per i sordi

Sostenibilità e rispetto per l’ambiente

IMask ha un prezzo di mercato di 15 euro, mentre i filtri si vendono a 2 euro in pacchetti da cinque, sufficienti a coprire cinque mesi. Una mascherina chirurgica, invece, attualmente dovrebbe essere venduta a 0.50 centesimi al pezzo, ma nell’arco di una giornata, se si esce più volte, ne vanno usate diverse. Secondo Salvatore Cobuzio, co-fondatore e CEO di iMask:

Una fabbrica risparmierebbe più dell’800 per cento in mascherine rispetto a quelle usa e getta che si trovano ormai ovunque e che pesano non solo sulle finanze di chi le consuma ma anche in tema di inquinamento.

Essere una startup: l’idea giusta al momento giusto

L’idea di creare una ‘nuova’ mascherina non poteva che nascere in tempi di quarantena. A farlo, in Sicilia, sono stati cinque amici in videochiamata. All’inizio dell’emergenza, durante una call, si sono soffermati a ragionare sul tipo di mascherine che ognuno indossava e se quelle fossero adatte o meno alle circostanze. E hanno pensato, perché non crearne una tutta nostra? Buttate giù le prime idee, hanno consultato medici e virologi per studiare la maschera. In fase di costruzione della startup il gruppo non ha potuto contare su prestiti o finanziamenti. Commenta Cobuzio:

Fare impresa digitale nella nostra terra è sempre complicato, soprattutto per la logistica. Ma abbiamo le spalle larghe e siamo andati abbastanza veloci, nonostante abbiamo dovuto operare attraverso videocall per il deposito di brevetti e marchio.

iMask si acquista online

A proposito di brevetti, va detto che al momento le mascherine di iMask non hanno nomenclatura di riferimento. In attesa che l’iter di certificazione come dispositivo medico sia ultimato verranno vendute come FFP3. La maschera verrà prodotta e venduta in e-commerce. La prima parte della produzione avverrà a Pesaro, ma sono già stati presi accordi anche con altre fabbriche. Messa in piedi in poche settimane, iMask conta, tra fondatori e soci, circa una ventina di collaboratori e sono circa mille le persone che, direttamente o indirettamente, lavorano alla sua realizzazione. Leggi anche: Pivetti e il sequestro milionario di mascherine: “Pensavo di aiutare” di Elza Coculo

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Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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