Padre di Carlo Giuliani: “Sua morte una delle grandi ingiustizie del nostro Paese”

Oggi ricade l’anniversario della morte del giovane no global ucciso durante il G8 di Genova, nel luglio 2001, e il padre di Carlo Giuliani torna su quei fatti.

Luca Tartaglia
Luca Tartaglia
Classe 88. Yamatologo laureato in Lingue Orientali, specializzato in Editoria e Scrittura, con un Master conseguito in Diritto e Cooperazione Internazionale. Ama dedicarsi a Musica e Cultura, viaggiare, “nerdeggiare” e tutto ciò che riguarda J. J. R. Tolkien
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Si torna a parlare dei fatti di Genova, a parlare di scontri, storture, di cosa è andato chiaramente male, di colpe evidenti, di cosa si poteva fare per evitarlo, di giustizia. Giustizia che non ha trovato ancora un approdo nella famiglia Giuliani. Anzi, una delle più grandi ingiustizie del nostro Paese, sottolinea Giuliano Giuliani, padre del manifestante rimasto senza vita in quell’estate del lontano e vicino 2001. Oggi, nel giorno dell’anniversario di quella triste morte, dobbiamo ancora riunirci nel ricordo di cosa accadde, per far sì che rimanga scolpito nella memoria di tutti. La memoria di un Paese è insostituibile, rimane una delle cose più vitali a cui aggrapparsi quando le ingiustizie e le sofferenze prendono piede. Il G8 di Genova è un pilone fondamentale della nostra memoria perché è stato uno dei momenti più bui dell’Italia e:

La più grave violazione dei diritti umani occorsa in una democrazia occidentale dal dopoguerra. Amnesty International

G8 Genova ricordo
Giuliano Giuliani e la moglie Haidi Giuliani in ricordo di Carlo. Luglio 2020

La memoria

Per quanto i fatti del luglio 2001 sia stati raccontati spesso e in diversi modi (libri, teatro, cinema), è doveroso ricordare l’importanza di quei giorni. Soprattutto lì dove parti della politica e della società hanno fatto un lavoro di rimozione di ciò che accadde. Mai fu creata una commissione di inchiesta parlamentare, richiesta a gran voce dopo i numerosi fatti di violenze e abusi occorsi durante quei giorni, e le sentenze che ne seguirono furono giudicate insufficienti dai più. Le immagini delle “battaglie” sono nell’immaginario di molti. Ma c’era anche la visione di un tempo che cambiava, un modo di intendere la politica e la partecipazione democratica del tutto nuovo. E quindi Genova non va ricordata solo per le violenze e per i black bloc. Non solo il sangue e le urla.

Emergeva come Genova sia stata per molti un passaggio di testimone o ancora meglio un ponte tra l’impegno politico del Novecento, ancora strutturato in partiti e sindacati, e quello – molto più complicato – di una lotta in un campo senza confini che si sarebbe consumata nel millennio appena cominciato. Genova è stato un momento in cui gli adulti hanno seguito le tracce dei più giovani. Christian Raimo

G8 Genova luglio 2001
Una fotografia delle manifestazioni durante il G8 di Genova il 19 luglio 2001.

Anno Zero

Parla di anno zero, Giuliano Giuliani in un’intervista di oggi ad Adnkronos. Quel 2001, dove i leader del mondo si riunivano sotto il cielo di Genova e dove milioni di persone manifestavano per un futuro più giusto ed egualitario, è stato l’anno zero. La repressione violenta e organizzata che ne scaturì, l’omicidio di suo figlio, archiviato senza nemmeno concedere la possibilità di un processo, le ingiustizie sono l’anno zero. Nessuno di noi può togliersi dalla mente quelle immagini strazianti della camionetta dei carabinieri che passa sul corpo senza vita del giovane romano. Delle cariche con i cellulari sui manifestanti e dell’irruzione e del sangue della scuola Diaz. Delle testimonianze agghiaccianti degli episodi nella caserma di Bolzaneto. Tutto questo è l’anno zero. E oggi cade l’ennesimo anniversario di un’ingiustizia.

Genova non sa ancora niente, lenta agonizza, fuoco e rumore, ma come quella vita giovane spenta, Genova muore. Francesco Guccini

Feriti G8 Genova
Una fotografia di un ferito dopo l’irruzione nella scuola Diaz durante il G8 di Genova. Luglio 2001

Leggi anche: Stati Uniti, arrestato l’agente responsabile dell’omicidio di George Floyd

Il Messaggio. Insieme, avanti

Un padre che cerca di guardare al futuro, che parla di riprendere ideali ora sepolti e risollevarli per migliorare la condizione di tutti. La necessità di diffondere idee non egoistiche, ma imparare a comprendere nel profondo le cose così da saper affrontare il futuro in maniera adeguata. Così da risolvere i problemi, così da avere giustizia. Non nega che vede un peggioramento nella società odierna, dove vengono animati sentimenti di odio, dove si fa sempre più evidente un’involuzione e un abbrutimento della società. Dove idee di egoismi e interessi personali hanno fatto arretrare la crescita culturale e la capacità di pensiero che una società moderna dovrebbe invece non smettere mai di inseguire. E conclude, a memento per il futuro:

Fa rabbrividire che pezzi di classe operaia abbiano accettato questa subdola manovra di far pensare che il nemico è un povero immigrato mentre il nemico vero è chi usa il potere nel modo più sporco. Questo è il frutto non di una disattenzione ma di una voluta incapacità di far crescere la cultura di base di questo Paese.

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Luca Tartaglia
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