Ucraina- Russia, nella scacchiera geopolitica fa scacco matto solo il più forte

Ucraina- Russia, sono 137 i militari ucraini uccisi, mentre 316 sono rimasti gravemente feriti, ma al centro del conflitto non c'è solo Kiev.

Mary Tagliazucchi
Mary Tagliazucchi
Mary Tagliazucchi, giornalista e fotoreporter si occupa di inchieste, reportage in giro per il mondo, cronaca e attualità. Il suo vizio? Guardare oltre, sempre.
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Dall’inizio del conflitto Ucraina- Russia sono 137 i militari ucraini uccisi, mentre 316 sono rimasti gravemente feriti. Ad annunciare questi tristi e sconfortanti dati, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Ma al centro del conflitto non c’è solo Kiev, i carri armati infatti sono arrivati anche Radinka e Ivankiv e il Il Digitale ha raccolto l’accorato sconforto di un cittadino ucraino Romanov T.

Dall’altro giorno in cui hanno invaso Kiev qui la situazione in sole 24 ore è cambiata di netto.

Allora c’erano solo risse al confine e si sparava su unità militari e aeroporti. Ma ora la nostra situazione qui è pessima.

Le ostilità sono molteplici: carri armati che sparano ed esplosioni non precisamente localizzate che ci hanno tenuti svegli tutta la notte, ma per fortuna siamo tutti vivi. Radinka e Ivankiv ormai sono rimaste completamente isolate, i ponti li hanno fatti esplodere.

Ci siamo rifugiati negli scantinati e/o nei rifugi non sapendo cosa ci riserveranno le prossime ore. Non sappiamo ancora cosa ci riserveranno le prossime ore. Siamo terrorizzati. Tutto questo non ha senso.

Leggi anche: Putin: da dove nasce la minaccia dell’atomica

Ucraina- Russia, l’armata di Putin non si ferma

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Ma l’armata russa di Putin non si ferma tant’è che è stata invasa anche Chernobyl, l’area al confine tra l’Ucraina e la Bielorussia, a soli 130 km da Kiev, che nel 26 aprile del 1986 è stato teatro della terrificante esplosione del reattore numero 4 della centrale nucleare e dove si stima ci siano ancora oltre 200 tonnellate di scorie radioattive.

“Un attacco privo di senso. Questa è una delle minacce più gravi in Europa” è la dichiarazione del consigliere ucraino Mykhaylo Podolyak riportata da RaiNews. Una situazione che preoccupa in molti, tra cui Mariano Grossi, direttore generale dell’AIEA (agenzia internazionale per l’energia atomica) che alla Bbc News online ha spiegato:

È di vitale importanza che le operazioni degli impianti nucleari nella zona di esclusione di Chernobyl non siano in alcun modo alterate o interrotte.

Ucraina- Russia, lo spettro delle radiazioni

Il timore di quanto avvenuto 34 anni fa infatti è forte visto che lo ‘spettro’ delle radiazioni in quell’area è ancora del tutto presente. A soli trenta chilometri dall’ex centrale nucleare c’è la piccola cittadina di Radinka che da tempo vive con la pesante eredità di quella terribile esplosione.

Una tragedia che ha stravolto totalmente l’identità di questo villaggio e non solo nelle facciate degli edifici ma nelle stesse vite della popolazione. Come i 150 bambini dell’unica scuola del luogo diretta dalla tenace Nadijia Lushchulenko, preside dell’istituto dal 1980. Qui la paura delle radiazioni è quotidiana non solo nell’aria che respirano, ma anche nel cibo e verdure che coltivano. Un altro problema che mette a rischio i bambini di questa scuola è la caldaia che va legna. Legna anch’essa radioattiva che produce cenere altamente tossica.

Ecco i danni delle radiazioni. In questa scuola i bambini, almeno dodici, hanno patologie alla tiroide, mentre 98 bambini riscontrano patologie a carico degli organi digestivi, mentre altri 33 a livello cardiaco, 88 all’apparato scheletrico e 76 all’apparato neurologico. Se le cifre sembrano oltre il reale numero dei bambini (150) è perché ognuno di loro purtroppo presenta almeno tre diverse patologie. Bambini che, una volta adulti, all’età di 40/45 anni vedranno comparire invece tumori aggressivi. Incidenza che da 25/30 anni si è notevolmente alzata.

Di fatto l’invasione della Russia non fa che sottolineare ancora una volta una Paese già martoriato che fatica ancora a rialzarsi e che no, non meritava un attacco totalmente gratuito che poteva benissimo essere ‘arginato’ da più concrete azioni diplomatiche.

Le restrizioni dell’Europa di beni civili e militari alla Russia

Nel frattempo, come accadde dopo l’annessione della Crimea nel 2014, i leader europei hanno deciso di aumentare le restrizioni alle esportazioni verso la Russia di beni civili e militari a duplice uso che possono contribuire al miglioramento della capacità militare e tecnologica della Russia. Una misura che sembra si applicherà a tutti gli utilizzatori finali di articoli e nei settori dell’elettronica, informatica, telecomunicazioni e sicurezza informatica, sensori e laser e applicazioni marine (fonte SkyTg24).


Nel frattempo, anche le forze russe hanno già perso 800 uomini, questo secondo quanto riferito dal Ministero della Difesa ucraino e riportato sul sito di notizie ucraino Kyiv Indipendent. Dati che non rallegrano comunque perché quando c’è in atto una guerra a vincere non c’è nessuno a parte coloro che siedono a quella metaforica ‘scacchiera geopolitica’ dove è sempre l’interesse a fare scacco matto.

Leggi anche: Dopo l’Ucraina, Putin punta ai Paesi Baltici: la Polonia invoca l’articolo 4 della Nato

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