I combattimenti in corso tra le forze russe e ucraine sono in corso nelle vicinanze della centrale nucleare di Chernobyl. Il ministero dell’Interno ucraino ha smentito la notizia circolata della distruzione, durante gli scontri in Ucraina, di un impianto di stoccaggio delle scorie nucleari, anche se i depositi a Chernobyl sarebbero a rischio e potrebbero essere colpiti.
“I nostri difensori stanno sacrificando la vita per evitare che si ripeta la tragedia del 1986”, ha fatto sapere il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Chernobyl: l’appello di Legambiente
Angelo Gentili, responsabile del progetto Chernobyl di Legambiente, riguardo al possibile rischio a Chernobyl, ha parlato così all’AdnKronos:
Una delle aree da cui sono partite le truppe russe è proprio quella al confine tra Bielorussia e Ucraina. A pochi km dal confine c’è la centrale e a 150 km c’è Kiev. Una situazione incandescente. Pericolosissimo che ci sia la centrale nucleare lì, perché qualsiasi tipo di situazione militare potrebbe mettere in atmosfera ulteriori quantità di radionuclidi.
Fu fatto un sarcofago a copertura del quarto reattore, ultimamente fatto il famoso ‘arco’ che ha ricoperto ulteriormente, ma c’è ancora il nucleo attivo e una situazione di contaminazione molto alta.
Farne un teatro di guerra è molto pericoloso, non si può scherzare con il nucleare. Siamo molto preoccupati la pericolosità è inaudita.
Gentili sottolinea inoltre come la guerra si va ad aggiungere alla situazione in cui versano i bambini in quelle zone, i quali grazie al progetto Chernobyl vengono ospitati ogni estate in Bielorussia, nel centro Speranza, con l’obiettivo di far loro perdere parte della radioattività.
Si tratta di un’area ancora oggi contaminata, in cui vivono molte persone soggette a una serie di patologie. Sarebbero 5 milioni le persone che vivono in queste zone, comprese tra Bielorussia, Ucraina e Russia. A questa situazione si va ad aggiungere la sofferenza dovuta al Covid e un’alta percentuale di povertà.
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