Governo Draghi, riusciremo a dar vita alla Terza Repubblica?

Si cerca un’ampia maggioranza: il governo Draghi che deve nascere può esserlo solo se sotto gli auspici della concordia tra le parti, con una coalizione che va da Liberi e Uguali alla Lega, passando per Italia Viva, Pd, Cinque Stelle e Forza Italia. Senza dimenticare Azione e Più Europa.

Aldo Torchiaro
Aldo Torchiaro
Aldo Torchiaro, giornalista da quando si usavano le macchine da scrivere, si occupa oggi di innovazione digitale, nuovi media, e-democracy.
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Draghi e Marziani, un salto nel futuro

Formazione del governo Draghi in corso d’opera: è in questa molteplicità di soggetti che lo smalto di Mario Draghi deve iniziare a prendere la mano con i riti, le liturgie e talvolta le litanie della politique politicienne.

Quella prassi politica che si attarda negli equilibrismi tra tatticismi e cautele, diplomazie e convenienze che si susseguono e si alternano in una instancabile giostra di incontri, telefonate, riunioni – quasi tutti dietro le quinte, spesso dagli esisti diversi, quando non opposti, da quelli pubblicamente annunciati. 

È su questo mellifluo, paludoso terreno che atterra Mario Draghi. È l’uomo col bazooka, come è meglio noto per il discorso di Londra del 2012, quando concluse con “Whatever it takes”: tutto il necessario per difendere la stabilità monetaria, introducendo il meccanismo del ‘quantitative easing’.

Da allora, la Banca Centrale Europea a guida Draghi ha incarnato il ruolo dell’istituzione garante del sistema della moneta unica, con risolutezza e velocità di intervento. 

Governo Draghi, il marziano a Roma 

“È un marziano a Roma”, ironizzano gli analisti politici guardando Draghi. Il protagonista del romanzo di Ennio Flaiano è un marziano di nome Kunt, arrivato a Roma chissà come. Al suo atterraggio segue il caos mediatico: il marziano deve fare notizia, perché è la notizia, è la novità.

In pochissimo tempo Kunt diviene una superstar, tutti lo conoscono e tutti vogliono incontrarlo. Viene eletto a una specie di messia: i cittadini romani si aspettano che risolva i loro problemi, si rivolgono a lui per ottenere la salvezza, la folla si esalta, gli arrivano dichiarazioni d’amore, e i media alimentano con talk show televisivi, trasmissioni dedicate, titoloni, un clima di una fama improvvisa e apparentemente duratura. Kunt viene, suo malgrado, osannato e trasformato in simbolo.

Ci cambierà? Porterà la novità del suo mondo nel nostro? In letteratura, no. Il Marziano di Flaiano non solo non ci invade, ma viene egli stesso fagocitato, digerito e quindi messo in disparte, condannato alla derisione e alla marginalità da una società indolente, distaccata e aliena. Sì, aliena: ciascuno in questo mondo – anche nel mondo politico – è alieno dagli altri, e tutti insieme i decisori marziani costruiscono una realtà aliena dalla società, dal contesto che li ha eletti. 

Leggi anche: Mario Draghi, chi è l’uomo del “Whatever it takes” per un’Italia più europeista

L’invasione (buona) degli alieni 

É per questo che forse un alieno solo non basta. E starebbero per atterrare altre astronavi. Gruppi di sostegno, associazioni di professionisti impegnati, comitati civici. Alle spoglie dei vecchi partiti, litigiosi e consunti, in crisi di idee e di leadership, potrebbero sostituirsi presto altri soggetti, per ora pre-politici. Perché la politica riempie sempre i vuoti. 

Ecco che si rimboccano le mani personalità emergenti. Dall’Europa, arrivano i giovani viola di Volt guidati da Andi Shehu e Federica Vinci. Nel mondo cattolico, Padre Occhetta promuove la Comunità di Connessioni. E cresce Democrazia Solidale-Demos, di Mario Giro e Paolo Ciani. Tra i lib-lab, scalda i muscoli Base Italia di Marco Bentivogli. Si preparano a bordo campo i liberali di Liberi Oltre di Costantino De Blasi. Nomi che non dicono molto ai più? Ma questa è la loro forza. Possono essere i protagonisti di domani. Il primo partito politico di oggi, del resto, nel 2008 non esisteva. 

Leggi anche: Mario Draghi, merito e competenza a servizio del Paese. Così l’Italia rinascerà

Azienda Italia, stessa vision di Draghi

Tra le realtà più interessanti, almeno dal punto di vista giornalistico, quella di Azienda Italia. L’associazione, quasi un mix di think tank, centro studi e partito politico, mette insieme migliaia di autonomi, professionisti e imprenditori accomunati da una visione pragmatica dell’agenda politica, intesa come cronoprogramma di attività da realizzare in un quadro di insieme di armonizzazione liberaldemocratica del consesso civile. A guidare Azienda Italia, ai cui vertici troviamo un bel numero di giovani e di donne, un imprenditore di Varese, Karim Shahir Barzegar, italiano di origine iraniana:

Draghi? Un gran bene per l’Italia, è quel che ci vuole adesso. Perché ora il Paese ha bisogno soprattutto di una guida seria che possa rimettere ordine rispetto alla pochezza politica e tecnica che abbiamo vissuto. E serviva un leader carismatico. 

Ecco altri marziani a Roma, altri alieni che non a caso si schierano dalla parte di Draghi; forse perché un po’ come lui. Sapranno dar vita, tutti questi nuovi soggetti della politica, al necessario salto nel futuro, a quella Terza Repubblica che può avere Draghi come premier oggi e Presidente tra un anno? Dalla dialettica che sapranno sviluppare, non più sull’asse destra-sinistra ma su quello diacronico tra eredi delle gloriose storie e inventori di un migliore presente, nascerà forse un’Italia nuova. 

Come diceva Luigi Einaudi: “Non le lotte e le discussioni devono impaurire, ma la concordia ignava e l’unanimità dei consensi”. 

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