Ingegnere italiano rapito ad Haiti, la Farnesina: “Atto a scopo estorsivo”

Giovanni Calì, ingegnere di 74 anni, è stato sequestrato a scopo estorsivo da una banda che porterebbe il nome di 400 Mawozo già responsabile di altri sequestri.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Ingegnere italiano rapito ad Haiti. Il grave accaduto nel cantiere dove stava lavorando Giovanni Calì, ingegnere siciliano di 74 anni. L’uomo stava lavorando nel paese per conto di una ditta romana di costruzioni.

Calì si stava occupando della costruzione di una strada. Il rapimento, sarebbe da ricondurre a scopi estorsivi, secondo quanto è trapelato stasera da fonti informate.

Ingegnere italiano rapito ad Haiti: il comunicato della Farnesina

La notizia è stata confermata dalla Farnesina, che ha subito diramato il seguente comunicato:

Un ingegnere italiano di 74 anni, impiegato presso una ditta di costruzioni italiana ad Haiti, è stato prelevato oggi dal cantiere dove si trovava per alcuni rilievi, da individui sconosciuti. L’Unità di Crisi della Farnesina è stata immediatamente attivata e sta seguendo il caso in raccordo con le altre competenti articolazioni dello Stato, con la nostra Ambasciata a Panama e con il nostro Console onorario sul posto.

L’azione delittuosa sarebbe stata portata a termine da una nota gang locale chiamata “400 Mawozo”, come hanno indicato alcune fonti ad Haiti. Secondo le informazioni avute dal Ministero degli Esteri il sequestro sarebbe avvenuto in una località chiamata Croix des Bouquets.

Come già riportato nel primo comunicato ufficiale della Farnesina, riguardo all’ingegnere italiano rapito ad Haiti, l’Unità di Crisi del ministero è stata immediatamente attivata e sta seguendo il caso in raccordo con le altre competenti articolazioni dello Stato, con l’ambasciata italiana a Panama e con il console onorario sul posto.

Terzo mondo

Haiti attualmente è uno fra i Paesi più poveri al mondo. Le condizioni della popolazione sono peggiorate pericolosamente dopo il terremoto del 2010, il quale dopo aver causato la morte di oltre 200mila persone, ha generato crisi e aumentato i fenomeni criminali come il narcotraffico ma anche i sequestri a scopo estorsivo: 243 nel solo 2020, rispetto ai 78 dell’anno precedente.

L’11 aprile sono stati rapiti sette religiosi cattolici: era stato chiesto un milione di dollari per il loro rilascio. A fine aprile i religiosi, cinque sacerdoti e due suore, erano stati rilasciati, non è chiaro se dopo il pagamento della cifra richiesta.

400 Mawozo, come nel caso dell’ingegnere italiano rapito ad Haiti, furono responsabili anche in quel caso dei religiosi.

Il loro leader Lanmo San Jou aveva rilasciato un’intervista radiofonica minacciando azioni forti se il riscatto non fosse stato pagato.

Italiano rapito ad Haiti: Giovanni Calì vittima della criminalità dilagante nel paese

L’azienda romana per la quale lavora Giovanni Calì è la Bonifica Spa, che in questo periodo era incaricata del rifacimento di alcune strade nel paese di centro America.

Come riportano le fonti locali i rapitori avrebbero già contattato l’ufficio locale della compagnia: lo scopo del sequestro sarebbe quello di ottenere i soldi per il riscatto.

Insieme all’ingegnere italiano rapito ad Haiti, secondo l’ambasciatore italiano a Panama, Massimo Ambrosetti, insieme a Giovanni Calì c’era anche un tecnico, di cui non si conosce la nazionalità, il quale a sua volta potrebbe anche essere stato rapito.

La Farnesina riferisce che il 74enne era impegnato in rilievi legati alla costruzione di una strada, che collega i dipartimenti del centro e del nord Haiti.

Secondo quanto appreso dalla Farnesina, i rapitori di solito chiedono cifre che vanno da $ 300.000 a $ 1 milione. Potrebbe aggirarsi intorno a queste cifre il riscatto richiesto per Giovanni Calì.

Italiano rapito ad Haiti: alcuni giorni fa un fatto simile in Campania

Un italiano rapito ad Haiti e un altro sequestrato in Campania. Come riportato dal quotidiano Il Mattino l’uomo sequestrato stava per essere trasportato in Francia da dove sarebbe partita una richiesta di riscatto.

mettere fine all’odissea vissuta nei giorni scorsi da un italiano di origini campane è stata nella tarda serata di venerdì 28 maggio, la Polizia Stradale di Orvieto che sull’autostrada ha intercettato il veicolo sul quale l’uomo si trovava insieme a tre francesi di origini maghrebine, due dei quali arrestati per sequestro di persona a scopo di estorsione e uno su cui si sta ancora indagando.

Le successive indagini, che hanno visto impegnati gli uomini della Stradale di Orvieto guidati dal sostituto commissario Stefano Spagnoli e sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Terni, hanno evidenziato che l’intenzione dei malviventi era quella di condurre il sequestrato in Francia per liberarlo solo una volta che il riscatto fosse stato pagato.

Alla luce di quanto accertato due dei tre rapitori sono tratti in arresto perché ritenuti responsabili di sequestro di persona a scopo di estorsione mentre nei confronti del terzo al momento sono ancora in corso le indagini, per chiarirne la posizione nella grave vicenda.

Leggi anche: L’Aspromonte di Criaco: “Noi esistiamo, ci siamo e non ci sentiamo inferiori a nessuno”

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