Giorgio Gaber, il documentario a 20 anni dalla scomparsa: “Un artista unico, un uomo libero”

Giorgio Gaber torna sul grande schermo, in un documentario che celebra tutto il suo genio. Dagli esordi a Milano all'amicizia e al sodalizio con Enzo Jannacci, dalla tv al teatro canzone. Chi era il Signor G?

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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Io, noi e Gaber, per celebrare uno degli artisti più eclettici del panorama italiano, a 20 anni dalla scomparsa, Giorgio Gaber. Precursore di una delle più avanguardistiche forme d’arte, il teatro canzone, il Signor G ci ha regalato dei monologhi senza tempo e di grande portata sociale, che oggi rivivono oggi documentario realizzato dal regista Riccardo Milani.

“E pensare che c’era il pensiero”, tra canzoni, aneddoti e strofe e quel verso nascosto che cela un’incredibile poesia, il Signor G è pronto a illuminare di nuovo quel palco, il suo fedele amico.

Giorgio Gaber, dagli esordi al teatro canzone

Dopo la proiezione in anteprima alla 18esima Festa del Cinema di Roma, il mito di Giorgio Gaber torna a rivivere nel cinema con Io, noi e Gaber. Girato tra Milano e Viareggio, città care al cantautore poliedrico. Riccardo Milani ne fa un ritratto dettagliato, un omaggio sincero e profondo per onorare la sua musica e le sue parole, contornate dal velo dell’impegno sociale.

Dagli esordi a Milano all’amicizia e al sodalizio con Enzo Jannacci, dalla tv al fianco di Mina al teatro canzone. Giorgio Gaber viene raccontato dai ricordi di amici e colleghi, scavando a fondo anche nella sua vita personale e privata, con la voce di sua figlia Dalia e di tutti quelli che lo conoscevano meglio.

Nel flusso di memorie, ognuno di loro viaggerà nella mente per ricordarlo, avendo come comun denominatore e luogo di incontro uno dei teatri storici amato dal Signor G, che oggi porta anche il suo nome, il Teatro Lirico Giorgio Gaber.

Giorgio Gaber, da Morandi a Fossati, fino a Jovanotti: tutto quello che la musica gli deve

Riccardo Milani ha creato un mosaico di immagini, espressi dalla voce di Gianfranco Aiolfi, Claudio Bisio che nel trailer dice “Mi chiedo oggi cosa avrebbe potuto scrivere dire e cantare”, Mario Capanna, Massimo Bernardini, Massimiliano Pani, Mogol che racconta “L’ho avvicinato e gli ho detto che gli avrei fatto un contratto per la Ricordi. Ma lui non venne. Non era venuto perché pensava fosse uno scherzo”.

E ancora Francesco Centorame, Lorenzo Jovanotti Cherubini che sottolinea “Penso che Gaber cambi la vita a chiunque lo ascolti”, Fabio Fazio, Ivano Fossati, Pier Luigi Bersani “Destra-Sinistra era una presa in giro formidabile” Guido Harari, Michele Serra, Paolo Jannacci, Lorenzo Luporini, Roberto Luporini, Sandro Luporini, Vincenzo Mollica, Gianni Morandi a cui ha dato una grande lezione, “Mi ha insegnato a essere più interprete, a cantare le parole”.

Milani: “Tra le rare certezze della vita, ce n’è una: Gaber ci serve ancora e ci serve adesso”

Giorgio Gaber è stata una figura di riferimento per tutta la vita di Riccardo Milani, come ha raccontato alla Rai:

Gaber è sempre stato una persona importante della mia vita.

Da piccolo mi ha divertito con l’allegria di Goganga, Il Riccardo o La Torpedo blu, e dal liceo […] ha segnato il mio percorso di formazione.

Raccontarlo per me è stato soprattutto un modo per ringraziarlo per tutto quello che nei decenni mi ha dato. […]

Ha anticipato tutto quello che in questi decenni si è avverato […]

Tra le rare certezze della vita, ce n’è sicuramente una: Gaber ci serve ancora e ci serve adesso.

Giorgio Gaber: “Se potessi mangiare un’idea, avrei fatto la mia rivoluzione”

In Io, noi e Gaber riguardiamo di nuovo le infinite personalità del grande Signor G. Prodotto da Atomic in co-produzione con Rai Documentari e Luce Cinecittà, distribuito da Lucky Red e promosso dalla Fondazione Gaber, sarà disponibile sul grande schermo il 6, 7 e 8 novembre.

Per dire grazie a Gaber e per dire sì, la rivoluzione è stata fatta e continua a farla ancora oggi:

Un’idea, un concetto, un’idea, finché resta un’idea è soltanto un’astrazione. Se potessi mangiare un’idea, avrei fatto la mia rivoluzione.

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Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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