Perché oggi Google ha dedicato un doodle a Giacomo Leopardi?

Perché oggi Google ha dedicato un doodle a Giacomo Leopardi? Molti utenti se lo stanno chiedendo da quando stamane si sono trovati di fronte a questo omaggio al poeta.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Perché oggi Google ha dedicato un doodle a Giacomo Leopardi? Molti utenti se lo stanno chiedendo da quando, selezionando la schermata di apertura del motore di ricerca sui propri dispositivi, stamane si sono trovati di fronte a questo omaggio a uno dei poeti italiani più importanti dell’Ottocento e, in generale, della nostra Penisola.

Oggi infatti è il 225esimo anniversario dalla nascita di Leopardi, avvenuta il 29 giugno 1798 a Recanati, piccolo paese in provincia di Macerata, nelle Marche.

Un doodle per Giacomo Leopardi

Nel doodle di Google, Giacomo Leopardi è rappresentato di profilo intento a scrivere all’interno della biblioteca della sua casa a Recanati, che oggi è visitabile ed è diventata una vera e propria attrazione per molti turisti e appassionati.

Nel sito ufficiale “Casa Leopardi” si legge sulla biblioteca: “La biblioteca Leopardi si deve soprattutto all’opera di Monaldo, padre del Poeta, che, fin dall’adolescenza, iniziò a raccogliere libri riuscendo a costituire, in un tempo relativamente breve, un patrimonio librario eccezionale per l’epoca”.

La descrizione continua: “Giacomo studiò qui insieme ai fratelli Carlo e Paolina, sotto la guida attenta e affettuosa del padre. La biblioteca era il baricentro attorno al quale si realizzava la vita di buona parte della famiglia: una sorta di incessante ed inevitabile conquista dello studio sopra ogni altra attività familiare”.

Doodle per Giacomo Leopardi, vogliamo ricordarlo con 3 poesie-simbolo

Giacomo Leopardi, intellettuale dalla vastissima cultura (la sua biblioteca ne è una preziosa testimonianza), fu all’inizio fervido sostenitore del classicismo, dedicandosi alla lettura e alle traduzioni di Mosco, Lucrezio, Epitteto, Luciano ed altri. Approdò poi al Romanticismo dopo la scoperta dei poeti romantici europei.

Nessuno come lui ha saputo scavare nei meandri dell’infelicità umana, una condizione dovuta a quel continuo aspirare ad un piacere più alto ma irraggiungibile e fugace. Per Leopardi la vera felicità non è infatti nel piacere in sé – che in un attimo finisce – ma nell’attesa del piacere.

Emblematico in questo senso è “Il sabato del villaggio”, uno dei suoi componimenti più noti. Sabato è infatti il momento in cui si aspetta la domenica di festa e questo fa sperare in un giorno di serenità in cui si può finalmente riposare.

Ma ecco che poi arriva “La sera del dì di festa” e tutto cambia. Si tratta di una poesia in cui viene messa nero su bianco proprio la sensazione di malinconia che ci avvolge quando qualcosa di bello finisce e resta solo nostalgia: “E fieramente mi si stringe il core, a pensar come tutto al mondo passa, e quasi orma non lascia”, scrive Leopardi.

Ma il suo vero – e più amato – capolavoro è “L’infinito”, scritta nel 1819. Come suggerisce il titolo – la poesia rappresenta la ricerca di “infinito” condotta dall’uomo, che solo così riesce ad evadere dalla realtà e a superare la sua frustrante “finitezza”. La chiusura è forse una delle più indimenticabili: “Così tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare”.

Leggi anche: Dietro I promessi sposi c’è una donna, è lei che ha sciacquato i panni in Arno: la correttrice segreta di Manzoni

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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