Tatami – Una donna in lotta per la libertà, di cosa tratta il film e perché è così attuale

La nostra recensione sul film Tatami – Una donna in lotta per la libertà, appena approdato nelle sale italiane. La riflessione che ne scaturisce è attualissima: restare in patria resistendo al regime o fuggire in un altro paese per realizzare il sogno di libertà?

Francesco Cannavà
Francesco Cannavà
Nasconde al suo interno una vasta gamma di sfumature e di interessi. Prova a restituire questa affascinante complessità che rende meravigliosa la vita, attraverso i film che realizza per ARTE, Rai, Sky, WDR e gli articoli di cultura e spettacolo per Il Digitale.
spot_img

Oggi recensiamo Tatami – Una donna in lotta per la libertà, il film diretto da Guy Nattiv e Zar Amir Ebrahimi.

“Fingi un infortunio e ritirati dalla gara” è l’ordine della Guida Suprema della Repubblica Islamica, durante i campionati mondiali di judo a Tiblisi, in Georgia, sbattuto in faccia alla judoka iraniana, Leila, dalla sua allenatrice, Maryam, nel momento in cui la vittoria del titolo di campionessa del mondo sembra possibile.

Ma Leila, interpretata magistralmente dall’attrice Arienne Mandi, non cede, sceglie di combattere, nonostante i genitori vengano arrestati e la sua famiglia — il marito e il figlio — siano costretti a fuggire di notte dall’Iran e affrontare a piedi un lungo viaggio oltre il confine. Di lei si prenderà cura la Federazione Internazionale di Judo, grazie al programma di protezione pensato per gli atleti in esilio.

Tatami, il significato del titolo del film e lo sguardo sul mondo attuale

Il titolo, Tatami, fa riferimento al pavimento giapponese dove si svolgono gli incontri di judo, un corpo a corpo fisico ed esistenziale, durante il quale le atlete mettono in gioco tutto, la propria identità e quella del popolo che rappresentano.

Il film è una storia di finzione, ma basata su fatti realmente accaduti, la sintesi delle storie di tanti atleti e atlete costretti a rinunciare a grandi opportunità sportive o obbligati a lasciare il proprio Paese a causa dei conflitti governativi, in questo caso tra Israele e Iran che rifiuta ogni relazione pubblica con lo Stato ebraico.

Presentato nel 2023 all’80 Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, nella sezione Orizzonti, diretto da un regista israeliano, Guy Nattiv, e dalla coprotagonista, l’attrice iraniana Zar Amir Ebrahimi, premiata a Cannes nel 2022 come miglior attrice per la sua prova in Holy Spider, arriva in sala, in Italia, negli stessi giorni in cui il conflitto politico e militare tra Iran ed Israele rischia di portare il mondo nel baratro, a conferma che il cinema nell’era del digitale e della società liquida può ancora parlarci della realtà che stiamo vivendo ed aiutarci a comprenderla meglio.

Tatami, un uomo e una donna di due nazionalità in conflitto uniti nella regia

TATAMI

Un altro elemento che rende Tatami un film speciale è la qualità della regia, ispirata dalla collaborazione artistica nata, spontaneamente, tra un uomo e una donna di due nazionalità in conflitto. I due registi hanno saputo scegliere forme e simboli adatti a rappresentare l’attuale rivoluzione delle donne nelle società patriarcali e i valori universali ai quali dovrebbero ispirarsi tutti i Popoli. Dichiara Guy Nattiv:

Abbiamo scelto il judo perché, diversamente da altri sport, ha un codice d’onore molto preciso a cui bisogna attenersi.

Ci sono delle regole che i giapponesi hanno elaborato per insegnarci a non odiare l’avversario nemmeno in caso di sconfitta.


Ricorda in conferenza stampa Zar Amir Ebrahimi:

Purtroppo, le ingerenze dei governi nello sport e nelle carriere degli atleti non riguardano solo il mondo del judo e della società iraniana, accade in molti altri Paesi e discipline sportive.

Per questo il Comitato Olimpico Internazionale ha fondato la Squadra Olimpica dei Rifugiati che ha debuttato ai Giochi di Rio 2016. Un segnale per la comunità internazionale che i rifugiati sono come noi e sono una ricchezza per la società.

Afghanistan, Camerun, Repubblica Democratica del Congo, Eritrea, Iran, Iraq, Sud Sudan, Siria e Venezuela sono stati i primi Paesi dai quali sono giunti questi atleti che hanno mostrato al mondo come, nonostante le inimmaginabili tragedie che hanno dovuto affrontare, possono contribuire alla società attraverso il proprio talento, capacità e forza di spirito.

Tatami, lo sport come ponte verso la pace

Sognando Parigi 2024, continuiamo a credere che lo sport possa illuminare il cammino verso la pace e il cinema raccontarci questo cambiamento. Anche se, purtroppo, in Iran, come in altre parti del mondo, la brutale repressione da parte delle autorità continua a provocare la morte di centinaia di persone e le giovani generazioni si trovano in uno stato di forte incertezza tra sentimenti e alternative contrastanti. Restare in patria resistendo al regime o fuggire in un altro paese per realizzare il sogno di libertà?

Leggi anche: Giorgia Righi, una forza oltre la disabilità: la sua storia al cinema a Roma

spot_img

Correlati

La Canzone della Terra, di cosa tratta il film e perché è evento dell’anno

È uscito nelle sale italiane il film “La Canzone della Terra”, Songs of Earth,...

Chi era Salvatore Liguori, direttore dell’Accademia Totò di Napoli scomparso a 37 anni

Salvatore Liguori, direttore dell'Accademia delle Arti Teatrali del Teatro Totò, nel cuore di Napoli,...

Premio Strega 2024, ecco tutti i finalisti: gli autori e i libri in gara

Sono stati appena annunciati i dodici finalisti della 78a edizione del Premio Strega e...
Francesco Cannavà
Francesco Cannavà
Nasconde al suo interno una vasta gamma di sfumature e di interessi. Prova a restituire questa affascinante complessità che rende meravigliosa la vita, attraverso i film che realizza per ARTE, Rai, Sky, WDR e gli articoli di cultura e spettacolo per Il Digitale.
spot_img