Gaslighting, come funziona la mente di un manipolatore seriale

Il manipolatore seriale utilizza una forma d'abuso psicologico, il gaslighting, per insediarsi nella mente delle sue vittime e per creare profonde ferite mentali. Ma come ragiona un manipolatore seriale e perché ricorre all'intimidazione?

Melissa Matiddi
Melissa Matiddi
Esperta in comunicazione e digital marketing, studia lo yoga e le discipline orientali. Ama creare, leggere e viaggiare. Silenziosa ma rumorosa, è sempre pronta a varcare nuovi orizzonti.
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Il gaslighting è una forma di manipolazione emotiva e psicologica, che colpisce sia uomini che donne. Viene messo in atto un processo di manomissione relazionale, tipico delle relazioni tossiche, finalizzato all’alterazione profonda dei ricordi, dei pensieri e della percezione personale di un soggetto.

La violenza psicologica perpetrata ai danni di un individuo, apre la strada ad un malessere interno fatto di angoscia, di frustrazione e di depressione. Il gaslighting segue un rigido schema di contraffazione della realtà, modifica in maniera così convincente la memoria della vittima che la persona stessa inizierà ad avere dei dubbi sulla propria sanità mentale. In che modo viene costruita la manipolazione?

Gaslighting: lo schema della manipolazione mentale

Gaslighting è un termine abbastanza recente, ricavato da un’opera teatrale del 1938 conosciuta con il nome di Gas light, luci a gas, pensata dal drammaturgo britannico Patrick Hamilton, conosciuta in Italia, nel 1944, con il titolo di Angoscia. È la storia di una coppia che sperimenta, sul grande schermo, la manipolazione psicologica. Il marito spinge la moglie alla pazzia, modificando alcuni ricordi: cambia il posto agli oggetti in continuazione, abbassa o alza l’intensità delle luci, le fa credere quindi, che alcune cose esistono solo dentro di lei.

La manipolazione relazionale è un tipo violenza psicologica che è molto frequente nelle relazioni tossiche. Questa forma di abuso emotivo è diretta ad esercitare controllo e potere sul partner. La crudeltà mentale può comparire in molti contesti relazionali: in famiglia, con dei genitori che ostacolano e disapprovano le scelte del figlio, in uno status di coppia dove ci sente sbagliati e sotto torchio, in un’amicizia squilibrata in cui si viene criticati costantemente e in un rapporto di lavoro quando il capo respinge quotidianamente i compiti svolti da altri, inculcando nella testa dei lavoratori il dubbio incessante di essere degli incapaci.

Tutti i comportamenti sono diretti alla distruzione morale dell’altro, mirano al controllo totale del pensiero di una persona. Ma chi è il manipolatore e perché assume questo comportamento?

Gaslighting: dentro la mente di un gaslighter

Il gaslighter è una personalità manipolatrice e dominante, di solito si tratta di un soggetto molto insicuro che nutre il forte bisogno di controllare e imporre la propria visione del mondo. Molto spesso in questi individui sono presenti dei tratti delle persone affette da narcisismo patologico o disturbi bordeline. Il soggetto presenta evidenti caratteristiche associate all’aggressività, alla rigidità e alla violenza. La capacità di influenzare il percorso e le decisioni dell’altro, trascina e costringe la vittima ad utilizzare solo i comportamenti e i pensieri che solo il manipolatore può approvare. Ogni qual volta che si produce questa condizione, avviene l’aggressione.

Al contrario di quello che si vuole far credere, l’abusante seriale è una persona con scarsa fiducia in se stesso e con poca autostima, la fragilità che tenta in ogni modo di sopprimere, riemerge sempre sotto forma di angoscia e di frustrazione, sfociando poi in atteggiamenti altamente manipolatori.

Il gaslighter subisce il fascino e la perversione del potere. Infatti, il processo automatico che si instilla nella sua mente è causato, molto spesso, dalla mancanza affettiva durante la fase evolutiva della personalità.

Divorato dall’ansia e dalla paura di non essere amato, il falsificatore ricorre al meccanismo di controllo dei pensieri delle persone per cercare di riempire il senso di vuoto e di insicurezza che porta con sé da quando è nato. La condizione di annientamento, studiata per sopravvivere alle mancanze di una madre che non è stata in grado di comprendere i suoi bisogni, affonda le radici nella sua storia personale. Cerca di nascondere la vulnerabilità e la sofferenza provate in passato.

L’ossessione è causata dall’interpretazione errata che i bisogni della madre e del figlio non possano coesistere. La figura materna, convinta dell’impossibilità di soddisfare i suoi desideri insieme a quelli del bambino, genera una disfunzione emozionale. Questo schema mentale riappare nella vita del manipolatore che percepisce, proprio come faceva la madre, i bisogni dell’altro sotto forma di minaccia e di pericolo. Impaurito dal giudizio, ferisce per non essere ferito, controlla per non essere controllato. Crede che sminuire e criticare chi gli sta vicino, sia un modo per tenerlo al sicuro dai problemi legati alla sua autostima.

Come si comporta un gaslighter

L’atteggiamento del gaslighting è caratterizzato da alcune strategie che tendono alla totale svalutazione della vittima che è considerata pericolosa. Alla base di questa convinzione, le esperienze vissute durante l’infanzia, ritornano. Riproiettano sul partner di turno, la medesima struttura mentale messa in atto dalla figura materna.

Il gaslighter cerca in ogni modo di reprimere e di confondere l’altro che diventa incapace di esteriorizzare i suoi pensieri, finendo per diventare l’ombra stessa del manipolatore. Utilizza molto spesso delle frasi che puntano a modificare la percezione della realtà nell’altra persona: sei pazzo, sei troppo sensibile, hai capito male, stai reagendo in modo esagerato, ti inventi le cose e penso che tu non stia bene. Il manipolatore è un calcolatore straordinario, studia i punta deboli della vittima per farla dipendere completamente da lui. Il gaslighting viene costruito in tre fasi:

  • Nella prima fase, la distorsione comunicativa genera i primi sentimenti di confusione e di disorientamento, la vittima non riesce a capire il comportamento di chi, un attimo prima, aveva messo in atto la formula del love bombing.
  • Nella seconda fase, la preda accenna ad un vano tentativo di difesa, in cui prova a comunicare con l’abusante per spiegargli che le sue accuse non corrispondono alla realtà.
  • Nella terza fase avviene la resa, la vittima si arrende pensando che il manipolatore non voglia ostacolarla, ma aiutarla. In questo passaggio, la dipendenza invade ogni forma di pensiero e la figura di chi manipola viene addirittura idealizzata.

Per comprendere meglio come agisce il manipolatore, le parole dello psichiatra austriaco Otto Kernberg, presenti nell’opera “Sindromi marginali e narcisismo patologico”, ci vengono in aiuto. Definisce i manipolatori come:

Persone che hanno un gran bisogno di essere amate e ammirate e in loro si nasconde la contraddizione tra una opinione di se stessi molto gonfiata e smisurata che necessita di ricevere il tributo degli altri. In generale le loro relazioni hanno il chiaro scopo di sfruttare gli altri e a volte di diventare dei veri e  propri parassiti. È come se sentissero il diritto di controllare e possedere gli altri e sfruttarli senza alcun senso di colpa.

Leggi anche: 10 segnali da non sottovalutare per riconoscere una relazione tossica

Tipologie di gaslighter

L’effetto del gaslighting descrive una modalità occulta per iniziare a minare e a sgretolare le basi dell’autostima di un individuo mediante il meccanismo perverso di fargli perdere il contatto con i suoi ricordi/pensieri, con la realtà e di annullare la sua integrità morale.

Questa pratica è subdola e insidiosa, non sempre la vittima si rende conto delle crudeli intenzioni del partner. Infatti, esistono tre tipi di manipolatori:

  • Il seduttore: all’inizio può apparire come un personaggio perfetto, attento, gentile e premuroso. Sembra che questa tipologia sia attenta nel soddisfare i bisogni dell’altro, in realtà, tali azioni mirano alla sola realizzazione dei propri scopi. Piano piano, la vera natura del soggetto uscirà fuori ed inizierà ad ignorare e a logorare la vittima.
  • Il bravo ragazzo mette in scena un vero e proprio sabotaggio, un terrorismo psicologico volto a disorientare completamente la vittima. Prima si mostra come l’uomo ideale, poi inizia ad agire subdolamente, rendendosi freddo e distaccato.
  • L’intimidatore presenta un carattere prevalentemente aggressivo. Il fine delle offese, della violenza verbale e delle affermazioni taglienti è di tirar fuori tutte le insicurezze della vittima. Il manipolatore cerca di piegare l’altro ai propri voleri.

In tutti questi casi si diventa prede di un vampiro affettivo che cercherà di nutrirsi di vitalità e di emozioni.

Assorbendo gradualmente le energie dell’altro, il gaslighter svilupperà continui atteggiamenti di critica, di disprezzo e di ricatti passando molto spesso da carnefice a vittima.

Leggi anche: Sei vittima di un narcisista? Ecco come riconoscerli e come difendersi

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