Gas naturale, cos’è e perché bisogna abbandonarlo

Combustibile fossile per eccellenza, il gas naturale nonostante sia attualmente tra le risorse energetiche più diffuse deve essere rapidamente abbandonato: ecco perché.

Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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La dipendenza dal gas naturale affonda le sue radici in una storia relativamente recente che comincia nel XIX secolo per poi via via intensificarsi nel Novecento, quando si comprese l’enorme potenziale che questa sostanza avrebbe potuto avere nell’industria e nella vita di tutti i giorni.

Cos’è il gas naturale?

Il gas naturale è una tipologia di energia fossile che si forma al di sotto della crosta terrestre ed è composto da diversi elementi: il più preponderante è il metano, con formula chimica CH4 – in cui un atomo di carbonio è circondato da quattro atomi di idrogeno – ma non mancano al suo interno anche altri tipi di idrocarburi gassosi – etano e propano – anidride carbonica e vapore acqueo.

Come si forma il gas naturale?

Il processo di creazione dei giacimenti di gas naturale richiede milioni se non centinaia di milioni di anni in particolari condizioni ambientali. In natura si trova per lo più allo stato fossile, ma può essere originato in piccole quantità anche dalla decomposizione organica (biogas), da processi naturali e digestivi o anche sprigionato dall’attività eruttiva dei vulcani.

Quando i residui di piante e animali, stratificati sulla superficie terrestre e sui fondali oceanici, vengono ricoperti da limo, fango, sabbia e carbonato di calcio, avviene una reazione chimica scatenata dalle altissime pressioni e temperature raggiunte nel corso di migliaia di anni di sedimentazione, che portano alla formazione di carbone, petrolio e gas naturale.

Dove si trova il gas naturale?

Il composto si muove negli strati profondi della crosta terrestre per andare a riempire grossi crepacci, caverne e spaccature tra le rocce, che si trasformano così in giacimenti del cosiddetto gas convenzionale.

Una parte di esso può anche penetrare attraverso le rocce sedimentarie di scisto o arenaria per porosità, formando depositi non convenzionali, da cui viene estratto con la tecnica del fracking.

Esistono poi altri forme di gas naturale, ad esempio quello associato a giacimenti di petrolio greggio oppure quello presente nei giacimenti di carbone, chiamato anche coal bed methane (CBM).

Per trovare i giacimenti di gas i geologi, dopo aver studiato le rocce per capirne la formazione e la storia, utilizzano appositi strumenti sismici in grado di rilevare potenziali aree di deposito, e si procede quindi a saggiare gli strati più profondi tramite pozzi di esplorazione.

I principali giacimenti nel mondo e la loro precarietà

Russia, Golfo Persico, Qatar e Iran sono in assoluto i paesi che dispongono maggiormente di gas naturale, massimi fornitori di Europa, Asia e Africa.

Negli Stati Uniti si è sviluppata l’estrazione di gas di scisto, mentre la percentuale di composto derivato da miniere di carbone e altre provenienze è trascurabile.

Secondo le statistiche, le riserve di gas sono a fortissimo rischio di esaurimento, tanto che se i consumi dovessero continuare allo stesso ritmo che hanno avuto nell’ultima decade, entro la fine del secolo potrebbe non essercene più.

Dal sottosuolo alle case, il lungo processo del gas naturale

Una volta individuato dove scavare, il processo di estrazione porta alla luce il gas naturale grezzo, che deve essere sottoposto a un processo di purificazione in appositi impianti prima di essere venduto e usato per produrre energia.

A questo punto, tramite gasdotti o metanodotti, il composto mondato e pronto per l’uso può essere inviato a depositi di stoccaggio sotterranei o alle società che gestiscono le reti di distribuzione e da qui, sempre attraverso le tubature, ai consumatori finali.

Come viene prodotta energia dal gas naturale?

Gas naturale, centrale

Il gas naturale rappresenta una delle principali fonti a oggi di generazione di energia elettrica e per questo viene impiegato in moltissimi impianti.

Per produrre corrente elettrica il gas viene sostanzialmente bruciato, processo tramite cui si mettono in moto delle turbine azionate dal gas stesso o dal vapore.

Il turbogas è una tipologia di centrale a gas che utilizza il cosiddetto ciclo combinato (gas e vapore) per un rendimento migliore.

L’enorme costo del gas naturale per l’ambiente

Tra costi di localizzazione, estrazione e trasporto, il gas naturale incide in modo significativo e negativamente sull’ambiente, aggravando la situazione dei cambiamenti climatici in atto.

Nonostante sia tra i combustibili fossili meno inquinanti, rilasciando il 45% anidride carbonica in meno rispetto al carbone e il 30% in meno rispetto al petrolio, rimane una delle fonti più inquinanti del nostro mondo.

Gli svantaggi del gas naturale

Ecco quindi una lista degli svantaggi dell’impiego di gas naturale come fonte di approvvigionamento di energia:

  • Non è una risorsa rinnovabile: il gas naturale è una risorsa limitata e in via di esaurimento, conseguentemente è anche insostenibile.
  • Stoccaggio: il volume occupato dal gas naturale è molto ingombrante allo stato aeriforme e necessita di bacini di stoccaggio particolarmente ampi.
  • Sicurezza: la fuoriuscita di metano nell’aria per cause accidentali può compromettere seriamente gli ecosistemi e l’ambiente, causando catastrofi. Non solo, allo stato naturale il metano è altamente tossico.
  • Anidride carbonica: estrarre, lavorare e bruciare gas naturale sono tutte operazioni che immettono nell’atmosfera grandissime quantità di anidride carbonica, principale responsabile del riscaldamento globale.
  • Trasporto: sebbene il trasporto tramite gasdotti sia relativamente economico, perché la manutenzione è pressoché nulla, quando si tratta di trasferimenti via nave i costi si moltiplicano a dismisura, così come gli agenti inquinanti rilasciati nell’aria. Il gas infatti deve essere prima liquefatto e poi incamerato in container e bombole, processo che richiede un grandissimo dispendio di energia.

Sostituire il gas naturale, si può?

Le alternative al gas naturale esistono e si fanno sempre più competitive nel mercato energetico.

A parte il propano, oggi il sostituto preferito al metano visto che per ottenerlo si usano gli scarti di raffinazione di petrolio e fornisce il doppio dell’energia rispetto al gas naturale, le risorse rinnovabili sono l’unica strada percorribile.

Energia solare, energia eolica e biomasse sono in forte espansione, ma ancora non basta a recidere la dipendenza dal gas naturale: nella partita contro la lotta ai cambiamenti climatici, le rinnovabili sono la carta vincente da giocare il prima possibile.

Leggi: Rincaro delle bollette, solo le energie rinnovabili possono contrastarlo

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