Fukushima sverserà l’acqua contaminata in mare: Tokyo dà l’ok, ma Cina e Sud Corea non ci stanno

Ieri il Governo giapponese ha detto sì allo scarico in mare dell'acqua radioattiva di Fukushima. Proteste da parte di pescatori, ambientalisti e Paesi vicini.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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È ufficiale: il Governo giapponese ha deciso che l’acqua contaminata della centrale nucleare di Fukushima sarà rilasciata in mare.

La decisione è stata presa ieri dal Consiglio dei Ministri: l’acqua radioattiva verrà rilasciata nell’Oceano Pacifico. Una scelta presa nonostante le proteste dell’opinione pubblica, di pescatori, di associazioni ambientaliste e dei Paesi vicini, tra cui Cina e Corea del Sud. La disposizione è arrivata dopo oltre 7 anni di discussione. Un periodo di tempo molto ampio, che è servito a capire quale fosse l’alternativa migliore per scaricare l’acqua utilizzata per raffreddare il combustibile fuso nello stabilimento di Fukushima Daiichi.

Il Governo giapponese, subito dopo la decisione, ha dichiarato che il rilascio in mare di acque contenenti trizio radioattivo (sottoprodotto dei reattori nucleari) rappresenterebbe solo un piccolo rischio per la salute umana perché, anche qualora si bevesse dell’acqua contaminata, sarebbe inverosimile un accumulo dell’elemento, vista la sua bassa concentrazione, e, in ogni caso, esso sarebbe escreto quasi subito. Inoltre, non ci sarebbe neanche il rischio di esposizione esterna, anche se l’acqua venisse a contatto con la pelle.

Fukushima, ok di Tokyo allo scarico di acqua contaminata in mare: i dettagli della decisione

Fukushima, ok di Tokyo allo scarico di acqua contaminata in mare: i dettagli della decisione

Dieci anni fa, il terribile terremoto e il conseguente tsunami che colpì Fukushima portò alla parziale fusione dei noccioli di tre dei sei reattori della centrale. Da quel momento, la Tokyo Electric Power Co. (Tepco), ovvero l’azienda energetica che gestisce l’impianto, ha accumulato 1.23 milioni di tonnellate di acqua in più di mille grandi cisterne. L’acqua veniva utilizzata per raffreddare i reattori, per questo motivo è radioattiva.

Secondo calcoli attendibili, era ormai noto che entro il 2022 nei serbatoi disponibili attorno alla centrale non ci sarebbe stato più spazio per contenere l’enorme quantitativo di acqua usata nei lavori di smantellamento della centrale. Per questo motivo, ormai da anni, si vagliavano diverse opzioni.

Per il Governo giapponese, quella di disperdere l’acqua in mare si è rivelata l’opzione migliore. Per dirla con le parole del primo ministro giapponese Yoshihide Suga, tale decisione è la “più realistica” e “inevitabile per lo smantellamento di Fukushima“.

Così, le acque contaminate verranno prima diluite in modo da rimuovere gli elementi radioattivi, e soltanto dopo disperse nell’Oceano. L’unico elemento che non potrà essere eliminato del tutto è il trizio, un isotopo radioattivo dell’idrogeno, non particolarmente pericoloso e già presente in natura nell’acqua del mare e nell’atmosfera.

Il primo ministro giapponese Suga ha assicurato che il piano verrà attuato “nel momento in cui si sarà garantito che gli standard di sicurezza siano stati approvati con ampio margine e si siano adottate misure rigorose per evitare danni“. Il Governo giapponese ha dichiarato che l’operazione di diluizione e rilascio in mare delle acque contaminate inizierà tra circa due anni, durante i quali la Tokyo Electric Power si doterà delle infrastrutture necessarie. L’intero processo di demolizione del complesso dovrebbe invece richiedere decenni.

Leggi anche: Fukushima, 10 anni fa la tragedia. Quanto costa un disastro nucleare?

Fukushima, scarico di acqua contaminata in mare: le proteste dopo la decisione di Tokyo

Fukushima, scarico di acqua contaminata in mare: le proteste dopo la decisione di Tokyo

Nonostante le dichiarazioni del Governo giapponese sul “piccolo rischio” a cui il rilascio delle acque contaminate porterebbe, la decisione dei vertici di Tokyo ha scatenato un’ondata di proteste da parte di entità molto eterogenee. Specie dopo il parere della Commissione sull’energia nucleare, secondo cui si deve “rigorosamente evitare di riversare il trizio nell’ambiente perchè resta materiale radioattivo.

Malgrado il Governo abbia promesso di prendere misure decise per prevenire i danni alla reputazione dell’industria della pesca giapponese, i maggiori malumori sono nati proprio all’interno di questo settore: secondo Hiroshi Kishi, capo delle Cooperative di pesca del Giappone, la decisione presa ieri dal Consiglio dei ministri è inaccettabile ed ha perciò preannunciato una “forte protesta” contro il governo, appoggiata anche dai consumatori. Si è unita ai malumori anche Greenpeace Giappone, che ha condannato la scelta del Governo in quanto “ignora i diritti umani e gli interessi dei residenti di Fukushima, dell’area del Giappone e della regione Asia-Pacifico“.

Forti perplessità sono arrivate anche da Stati vicini, in particolare da Cina e Corea del Sud. Il portavoce del Ministero degli esteri cinese Zhao Lijian, ha detto:

La fuoriuscita di materiale radioattivo causata dall’incidente nucleare di Fukushima ha avuto un profondo impatto sull’ambiente marino, sulla sicurezza alimentare e sulla salute umana.

Il Governo giapponese dovrebbe divulgare informazioni adeguate e prendere una decisione attenta basata sulla piena consultazione dei Paesi vicini.

Gli ha fatto eco il Ministro degli Esteri della Corea del Sud Kang Kyung-Wha, che, dopo aver convocato l’ambasciatore giapponese Koichi Aiboshi, preoccupata di una gestione poco trasparente delle operazioni da parte del Giappone, ha dichiarato:

Abbiamo sempre sottolineato che il Governo giapponese ha bisogno di trattare in modo trasparente le informazioni su come gestisce l’acqua contaminata.

Insomma, dubbi e perplessità sulla scelta fatta ieri dal Governo giapponese arrivano da numerosi attori. Ma la decisione, con buona pace di chi si oppone, è stata presa. Il Governo giapponese, da parte sua, ha promesso trasparenza, cercando di venire incontro ai Paesi vicini.

Fukushima, scarico di acqua contaminata in mare: arriva l’ok degli Stati Uniti

A bilanciare le forti reazioni avverse di Cina e Sud Corea, alle quali si è aggiunto anche il Taiwan, ci ha pensato il Dipartimento di Stato USA. che ha espresso “comprensione” per la scelta del primo ministro Suga. In particolare, il comunicato diffuso da Washington riporta:

Gli Stati Uniti sono consapevoli che il governo giapponese ha esaminato diverse opzioni relative alla gestione dell’acqua contaminata, sempre con la massima trasparenza e in conformità agli standard internazionali di sicurezza.

Anche l’Agenzia Internazionale per l’energia atomica ha sostenuto la decisione presa ieri da Tokyo: il direttore generale Rafael Grossi ha affermato che il piano per rilasciare l’acqua contaminata elaborato dal Governo giapponese è scientificamente valido e in linea con la pratica standard nell’industra nucleaere mondiale.

Ciò che è certo è che a distanza di 10 anni Fukushima continua a rappresentare un problema ambientale (e non solo) di prim’ordine. Bisogna, dove possibile, evitare la contaminazione radioattiva e tale obiettivo deve avere la priorità su qualunque altro tipo di piano strategico. L’ambiente, sicuramente, ringrazierebbe.

Leggi anche: Maxi-Blitz, rifiuti radioattivi della ‘ndrangheta in Lombardia: “Qui è come Chernobyl”

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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