Fine del mercato tutelato: “Largo alle rinnovabili”

Il Decreto Energia sancisce la fine del regime tutelato per luce e gas, puntando ad aumentare gli investimenti su eolico e fotovoltaico.

Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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Il Decreto Energia approvato il 27 novembre 2023 dal consiglio dei ministri sancisce definitivamente e senza proroghe la fine del mercato tutelato per luce e gas.

Allo stesso tempo imprime un’accelerazione allo sviluppo delle rinnovabili in Italia, in special modo alla nascita di centri delocalizzati per la crescita dell’energia solare ed eolica. Con un provvedimento da 27,4 miliardi di investimenti il Ministro Pichetto Fratin intende portare l’Italia ad essere leader nel Mediterraneo per quanto riguarda lo sfruttamento delle risorse pulite.

Mercato tutelato, nessuna proroga secondo il decreto

In virtù delle “disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese“, come si legge sul testo del Decreto Energia entrato in vigore il 29 novembre 2023, la fine del mercato tutelato è stata fissata improrogabilmente al 10 gennaio 2024 per le bollette del gas e al 1° aprile 2024 per quelle della luce.

Al vaglio degli esperti, tuttavia, la possibilità di valutare le modalità migliori affinché i consumatori non vengano eccessivamente danneggiati dal passaggio al mercato libero.

Gli utenti che in regime di mercato tutelato che non comunicheranno disdetta al proprio fornitore di riferimento per il gas passeranno automaticamente alla fornitura “placet”, con condizioni dettate direttamente dal venditore e aggiornate ogni anno, mentre per l’elettricità sono state istituite tutele graduali della durata di 3 anni.

Leggi anche: Decreto Energia, tutte le principali novità per le rinnovabili

Fine mercato tutelato, ora bisogna puntare sulle rinnovabili

Il Decreto stanzia fino al 2032 un fondo per Regioni e Province Autonome da 350 milioni di euro da destinare alla costruzione di impianti a energia rinnovabile in aree idonee per la messa in posa.

Introduce anche una serie di incentivi dedicati alle 3800 industrie più energivore che abbiano l’intenzione di diminuire le proprie emissioni di anidride carbonica, con un piano che prevede l’anticipazione da parte del GSE dell’elettricità a un costo calmierato, da ammortare nei prossimi 20 anni a patto che vengano installati impianti a energia rinnovabile.

Sono poi state individuate due aree portuali per l’installazione di impianti eolici galleggianti e offshore nel sud Italia in modo da creare nuovi posti di lavoro e allargare anche alle regioni meridionali la crescita del settore rinnovabile. Qui l’investimento previsto nel biennio 2024-2026 ammonta a 420 milioni di euro, non facenti parte del Pnrr.

Il Decreto contiene anche tutta una serie di semplificazioni burocratiche per lo sviluppo di reti intelligenti, dell’energia geotermica e di 15 progetti di teleriscaldamento/teleraffrescamento.

Come passare dal mercato tutelato a quello libero

Data l’imminente scadenza del regime di tutela, ecco qualche suggerimento per non incorrere in rincari onerosi in bolletta nel passaggio al mercato libero:

  • Stabilire se si rientra nelle fasce di clienti vulnerabili, ossia coloro che versano in condizioni economiche svantaggiate, i malati gravi, i maggiori di 75 anni, per cui sono previste tutele maggiori durante la transizione
  • Documentarsi sulle offerte delle compagnie che distribuiscono luce e gas per attuare una scelta consapevole, in particolare sulle cosiddette offerte placet, obbligatorie per tutti i venditori che però rimangono liberi di stabilire il prezzo dell’offerta. Destinate ai piccoli e medi clienti, fino cioè ai consumatori di 200 mila metri cubi di gas naturale all’anno, questa tipologia di soluzione è funzionale a coprire i mesi di transizione dal mercato tutelato a quello libero
  • Informarsi sul sito dell’ARERA sulle modalità di transizione nel caso non si avesse tempo o modo di scegliere un nuovo fornitore prima del 10 gennaio 2024. La fornitura, in ogni caso, non sarà interrotta
  • Fare una valutazione sul sito messo a disposizione dall’ARERA, www.ilportaleofferte.it, per valutare quale sia la fornitura più confacente alle proprie esigenze e tasche

Leggi anche: Enea: 10 consigli utili per risparmiare sul riscaldamento

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Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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