Estate calda per la finanza italiana: Generali verso Cattolica?

Si scalda sempre di più il risiko della finanza italiana. Numerose partite industriali ed economiche si intrecciano ogni giorno con al centro il gioco delle forze nel Nord Italia.

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Milano contro Brescia, Trieste alleata di Verona. Se prima è partita l’Opa di Intesa San Paolo su Ubi, alla fine di giugno si sono avviati i motori di Generali, che si è detta pronta a investire oltre 350 milioni di euro per acquistare il 24,4% di Cattolica Assicurazioni. Due gioielli dell’economia del Nord Est. Ma se tra Intesa e Ubi lo scontro si accende su giochi in stile Piazza Affari, per Cattolica a essere elettrizzata è la piazza, con una parte di Verona preoccupata di perdere ancora potere: la grande parte dei soci sono decisi a guardare al futuro verso la trasformazione in società per azioni.

Il futuro di Cattolica

Ma chi sono questi soci blindati sulla cooperativa? C’è chi grida allo scandalo. Chi alla svendita. Chi dice che Cattolica scappa da Verona. Ascoltiamo da alcune settimane molti slogan da parte di personaggi di ogni tipo, che si ergono infatti a difensori della compagnia assicurativa. Ma senza proposte di soluzioni effettive. Tutti membri del ‘partito del no’ a priori, poco inclini a proporre alternative per risolvere i complessi problemi conseguenti al Covid e figli di scelte operate dal vecchio management, che secondo alcuni sarebbe anche dietro alle recenti mobilitazioni di soci. Insomma, un trust di cervelli fini?

Finanza italiana, alcuni commenti

Uno tra tutti è Paola Boscaini, ex manager di Cattolica, fondatrice dell’Associazione di Api che solo qualche giorno fa ha commentato l’operazione con Generali come “una svendita” per soli 350 milioni. Eppure nel suo periodo in azienda non andò tutto bene. Nel 2007 Vicedirettore Generale e proprio durante il perdiodo della sua gestione Cattolica concluse alcune operazioni a forte esposizione: l’azienda cede di fatto tutto il suo patrimonio immobiliare per rimpolpare le riserve e ripianare perdite che allora si attestavano a numerose centinaia di milioni di euro. Il commento di Boscaini risulta forse inopportuno verso chi oggi cerca di unire le forze con il primo gruppo assicurativo italiano e uno dei leader a livello mondiale.

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Ai soci l’ardua sentenza

La parola ai soci, che il 31 luglio dovranno decidere se sposare la trasformazione in Spa, ricordiamo che Cattolica è l’unica assicurazione europea a non aver compiuto questo cruciale passo, e proseguire nell’importante partnership con Generali. Un’intesa che garantirà alla compagnia veronese la solidità economica desiderata e la forza per competere sul mercato grazie anche a nuove soluzioni e prodotti. Insomma, una soluzione concreta a un problema generato dalla pandemia globale.

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