Cosa potrei vedere stasera? Film per la domenica: “Roma”, i tre Oscar di Alfonso Quaròn

Per tutte quelle volte che si arriva alla domenica sera stremati sul divano e non si sa cosa vedere: ecco la nostra proposta per stasera.

Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
spot_img

Film per la domenica, perchè non c’è modo migliore per chiudere la settimana che passando la serata davanti a una bella pellicola.

La scelta, tuttavia, è sempre difficile. Ci si perde facilmente di fronte agli infiniti cataloghi che propongono Netflix, Amazon Prime o Sky, solo per citarne alcuni.

E siccome l’ultima cosa che desidererebbe è perdere tempo per via dell’indecisione, ecco la nostra proposta della domenica: Roma di Alfonso Quarón, vincitore di tre premi Oscar nel 2019 nonché Leone d’Oro della 75esima Mostra del Cinema di Venezia (2018).

Film per la domenica: Roma di Alfonso Quarón, sapore di vita vera e nostalgia

Film per la domenica: "Roma", i tre Oscar di Alfonso Cuarón.

Alfonso Cuarón ci riporta nel Messico della sua infanzia, siamo negli anni Settanta nell’omonimo quartiere di Città del Messico che dà il nome al film, Roma. Rivolte sociali e conflitti politici narrano di un paese in tumulto e pieno di contrasti, difficoltà e pericoli imminenti. Nel Messico di quegli anni, tra ricchi e poveri esiste una netta distinzione che nel film è resa evidente dal confronto tra Cleo, Yalitza Aparicio, una domestica tuttofare, e la famiglia di cui la stessa si occupa assolvendo doveri e compiti infiniti.

Cleo, ben presto incinta, e Sofia, la padrona di casa e madre di quattro figli, condividendo la sorte di essere abbandonate dai propri uomini, diventano emblema della forza femminile, la vera protagonista del film, della sua resistenza e resilienza. L’estrazione sociale non solleva dall’obbligo di rialzarsi anche nelle situazioni più difficile, di provvedere ai propri cari, di far ordine e cercare di vivere in equilibrio anche in un’esistenza a soqquadro.

Se la distinzione tra classi è forte, quella tra sessi non è da meno: se gli uomini posso scappare e dedicarsi alle proprie passioni e attività, alle donne non è concesso lo stesso privilegio. La casa e i figli non si abbandonano.

Siamo spettatori, seppur in modi diversi, di una realtà autentica e della forza di una donna che, dopo una gravidanza indesiderata, è invece pronta a donare la sua stessa vita.

Leggi anche: La cultura della sorveglianza attacca ancora: la Cina censura l’Oscar a Chloé Zhao

Roma di Alfonso Quarón, una regia impeccabile che celebra la verosimiglianza

La camera di Cuarón si muove attenta. Larghe panoramiche e inquadrature fisse, lunghi piani-sequenza e inquadrature veloci si alternano in un gioco teso a farci cogliere anche i dettagli più minimi, a farci notare la disposizione dei mobili e degli oggetti nonché le emozioni più intime dei personaggi.

All’esigenza di verosimiglianza risponde la scelta del regista di affidarsi ad attori non professionisti e di lasciar spazio all’improvvisazione con lo scopo di proiettare sullo schermo emozioni profonde e vere.

La fotografia è di una bellezza disarmante, rapisce. Cuarón sceglie il bianco e nero. Un bianco e nero luminoso che sa di tempi andati e nostalgia e che rappresenta solo il più visibile dei contrasti. Su questi ultimi, infatti, il regista fa leva anche a livello sonoro opponendo a scene strazianti ritmi allegri e festosi, come quando la banda suona gioiosa proprio mentre Sofia viene abbandonata da sola sulla strada.

Roma è un inno all’universo femminile

Per poter cogliere la vera essenza, la grandezza così come i dettagli di questa opera è forse imprescindibile una seconda visione. Fermarsi alla prima potrebbe voler dire giudicare l’opera troppo frettolosamente cogliendone solo la lentezza e la scarsità di azione cui invece risponde molto plot.

In una delle opere autobiografiche più commoventi degli ultimi anni non solo si assapora tutta la nostalgia che il regista prova per la sua infanzia, ma ci si ritrova anche ripensare alla propria fanciullezza fatta di screzi tra genitori, giochi e bisticci con i fratelli e, per alcuni, di domestiche come seconde madri.

In un inno all’universo femminile ricordiamo che l’aggettivo debole ad esso associato non è che l’eredità di una società chiusa, maschilista e patriarcale, e che le donne son capaci di tutto, di superare qualsiasi avversità.

Roma è un dipinto realistico, una storia di vita vera, di un dolore universale, impossibile da non percepire, condividere e comprendere. Il Leone d’oro premia a buon diritto un film destinato a diventare uno dei grandi classici.

Leggi anche: In The Mood for Love al cinema dal 28 aprile: si preannuncia un ritorno nelle sale in grande stile

spot_img

Correlati

La Canzone della Terra, di cosa tratta il film e perché è evento dell’anno

È uscito nelle sale italiane il film “La Canzone della Terra”, Songs of Earth,...

Chi era Salvatore Liguori, direttore dell’Accademia Totò di Napoli scomparso a 37 anni

Salvatore Liguori, direttore dell'Accademia delle Arti Teatrali del Teatro Totò, nel cuore di Napoli,...

Tatami – Una donna in lotta per la libertà, di cosa tratta il film e perché è così attuale

Oggi recensiamo Tatami – Una donna in lotta per la libertà, il film diretto...
Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
spot_img