Il Festival di Sanremo compie 70 anni: decenni di musica, intrattenimento e alta moda

Perché sul palco ligure la sfida non è soltanto canora, ma si concorre a colpi di stravaganza ed eleganza.

Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
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È il lontano 29 gennaio 1951, il Festival di Sanremo, al Salone delle feste del Casinò, apre le ‘danze’. In radio un solo presentatore, Nunzio Filogamo, e in gara solo tre concorrenti, Nilla Pizzi, Achille Togliani e il Duo Fasano. Venti canzoni e un pubblico che, intorno a tavolini, mangia e beve.

Un evento che, paragonato a quella lunga tradizione del più importante festival della musica italiana che oggi conosciamo, diremmo quasi popolare, grottesco, naif. Molto è infatti cambiato, soprattutto con il subentrare della televisione e, ancora di più, degli schermi a colori.

Da allora il festival è molto più che musica e canzoni, è arte, sfarzo e moda. I look e il loro evolversi nel tempo sono una lente privilegiata sul cambiare della società italiana, delle tendenze e del crescere della reputazione del festival.

Celebrando l’anniversario di uno dei più vagheggiati eventi televisivi del nostro stivale e in attesa della 71esima edizione, si offre una rassegna sul cambiare degli stili e del gusto di quanti in sette decenni di storia hanno animato quel palco tanto amato e tanto discusso.

Il Festival di Sanremo, il look degli inizi: lo sfarzo, un privilegio

Nilla Pizzi con "Grazie dei fiori, Festival di Sanremo 1951.

La vincitrice della prima edizione, Nilla Pizzi, con Grazie dei fiori, ricorda di aver indossato per tutte e tre le serate del 1951 lo stesso vestito, un abito di pizzo bianco.

Tutt’altre vesti per Jula De Palma che nel 1959, pur lasciando la vittoria per il secondo anno consecutivo alla coppia Domenico Modugno e Johnny Dorelli, conquista il palco non solo con Tua, ma anche sfoggiando elegantissima sartoria milanese.

Tuttavia, agli inizi e fino ad almeno gli anni 70, lo stile e l’abbigliamento dei partecipanti dipendono dal loro gusto, ma ancora di più dalle loro possibilità.

Nel 1969, con Zingara Iva Zanicchi vince il concorso indossando un raffinato abito nero, confezionato su misura dalla couturière Gigliola Curiel. La stessa, che non nasconde dopo diverse vittorie di pensare agli stessi abiti come dei veri e proprio amuleti portafortuna, ricorda:

Le altre si arrangiano come possono, spesso facendosi cucire l’abito in casa e truccandosi da sole.

Io arrivai al festival con la maglietta di lana su cui avevo appuntato le immaginette votive.

La sfida non è soltanto a ritmo di musica, ma anche a colpi di eleganza. Orietta Berti racconta di vestiti pagati fino a due milioni.

Alla fine degli anni Cinquanta sono Zoe e Micol Fontana le prime a capire che il festival è una prestigiosa vetrina. Caricano così nel furgone la loro intera collezione, allestiscono una vera e propria esposizione a servizio dei partecipanti e metteno al loro servizio persino una sarta.

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Il Festival a Sanremo, la moda sugli schermi a colori

Il Festival a Sanremo e la moda fatta di look stravaganti, abiti imprevedibili e sognanti.

Nel 1977 il festival della musica italiana non solo conquista il Teatro Ariston, dando soprattutto in futuro la possibilità di allestire sfavillanti scenografie, ma si fa anche a colori. Sullo schermo alla cromatica esplosione floreale del parco si aggiungono i toni e le sfumature delle griffe.

Il palco del teatro ligure diventa passerella di alta moda. Seguiranno anni di look stravaganti, abiti imprevedibili e sognanti con l’eleganza a far da padrona e a trasformare il concorso sonoro in un incanto fiabesco, le presentatrici e le concorrenti in regine e gli uomini in principi azzurri.

Il Festival di Sanremo e la sua moda tanto amata, ma anche molto discussa

Il Festival di Sanremo e la sua moda amata, ma anche molto discussa.

Di fronte a quasi l’intero popolo italiano, seduto sul divano o in poltrona a godere di uno degli show più emblematici della nostra cultura, il Festival di Sanremo non può esimersi da discussioni e critiche. E nel mirino, ovviamente, non solo la musica, ma anche la scelta del vestiario.

Si ricorderanno le accese polemiche sul vestito malandrino di Belen che, nell’Ariston del 2012, con uno spacco vertiginoso aveva svelato la tanto dibattuta ‘farfallina’.

L’elegante e coloratissimo capo firmato Fausto Puglisi, con quell’apertura laterale così profonda, non poteva permettere all’indossatrice di mettere alcuno sleep, così lo stilista si era ingegnato a tal punto da cucire le mutande direttamente all’abito.

Impossibile dimenticare la rivolta social al dilagare di dubbi e insinuazioni sull’indossare o meno della presentatrice del sessantaduesimo concorso della musica italiana la biancheria intima.

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Il Festival di Sanremo e l’incommensurabile estro della sua 70esima edizione

Il Festival di Sanremo e l’incommensurabile estro della sua 70esima edizione

L’alta moda domina il palco ligure e non ha nulla a che invidiare ai famosi red carpet cinematografici o alle passerelle dei più rinomati brand.

La settantesima edizione, quella del 2020, è stata costretta a dirottare i riflettori su un artista che ha saputo distinguersi, catturare la scena e far parlare di sé. Achille Lauro è estroso, trasgressivo, provocatorio, ma raffinato. Ricordiamo un San Francesco taggato Gucci che canta Me ne frego e si spoglia restando con una finissima tuta trasparente.

Perché il Festival di Sanremo è quell’occasione unica di combinare note musicali e arte visita, è il palco da cui si vogliono emozioni nuove e autentiche, lo stadio di performance artistiche che coinvolgono, scuotono, rivoluzionano, confliggono.

E per la 71esima edizione, moda comfort da pandemia?

La 71esima edizione è alle porte, quest’anno si terrà dal 2 al 6 marzo, in prima serata su RAI uno. Il duo Amdeus-Fiorello si occuperà della conduzione per il secondo anno consecutivo. I preparativi non posso sfuggire alle norme anti-Covid, e, mentre l’atteso evento si avvicina, si immagina anche quali stravaganze conquisteranno i riflettori.

Sembra scontato vedere la fantasia sbizzarrirsi in mascherine chic, ma ci si chiede se anche la moda del Festival di Sanremo si piegherà ai tempi che corrono reinventandosi all’insegna della praticità e del comfort. Un ipotesi alquanto screditata.

Quest’anno più che mai il palco dell’Ariston dovrà farci sognare.

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