Festa della mamma: outfit dagli anni ‘30 al nuovo millennio

La moda, negli anni, è stata lo specchio dei cambiamenti sociali. Dal novecento al nuovo millennio, ecco i look iconici che hanno accompagnato cent'anni di storia.

Rosarianna Romano
Rosarianna Romano
Rosarianna Romano, classe 1997. Formazione umanistica e interessi eclettici, sedotta dall'arte e dalla storia contemporanea, ama leggere i libri e la realtà. Nata in Puglia e bolognese d'adozione.
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Festa della mamma: anche quest’anno è arrivato il giorno dell’anno dedicato a chi ci ha messo al mondo. Dalle pagine social a pranzi in famiglia, fino a un semplice pensiero rivolto a chi ci è sempre vicino, dalla terra o dal cielo, la domenica di maggio in cui ricorre la festa della mamma è sempre una festa. E bisogna celebrarla al meglio.

Il look delle donne, nel corso del novecento fino a sfociare negli anni duemila, ha subito trasformazioni e si è colorato di sfaccettature diverse. Segnando, ad ogni scadere di una decade, tendenze che hanno rispecchiato movimenti e rivendicazioni sociali. Dai primi anni del ventesimo secolo ai nostri giorni ne è passata di acqua sotto i ponti. Vediamo tutti i cambiamenti, il cui specchio può osservarsi anche nei look. E, per questa festa della mamma, auguri a tutte!

Festa della mamma: il passato

Maniche a sbuffo, vita alta segnata da una cintura, grandi colletti e spalline: questo era il look delle mamme nei primi anni del Novecento, soprattutto negli anni’30. E ancora fantasie particolari con zampe molto larghe e vita attillata, pantaloni a vita altissima.

Ma anche le acconciature davano il meglio. A partire dai look moderni alla “maschietta” (flapper in Inghilterra – garçonne in Francia), che si distingueva per i capelli corti, gli abiti morbidi e l’utilizzo della gonna al ginocchio, che per la prima volta svelava le gambe. Insomma, la modernità è sempre stata donna!

Gli anni ’60

Gli anni ’60 sono stati un vero fermento, che si è rispecchiato nei look delle donne. Il vento della lotta ha portato conquiste, una fra tutte, in magistratura anche alle donne con il concorso del 3 maggio 1963. Tutto questo si riflette nei capi di abbigliamento.

Seguendo questa scia, gli Anni ’60 segnarono una vera e propria rivoluzione, con l’invenzione di Mary Quant della minigonna. Questo capo di abbigliamento divenne il simbolo dell’emancipazione femminile per eccellenza, indossato dalle giovani ragazze di quell’epoca per dimostrare di essere padrone di se stesse, consapevoli della propria femminilità, libere anche di andare contro i valori tradizionali imposti da una società maschilista.

Anni ’70 e ’80: dai jeans agli eccessi

Ecco che comincia il cammino verso la contestazione giovanile, che sfociò negli anni ’70, provando a cancellare ogni differenza di genere. Maschi e femmine vestivano jeans, sandali e portavano entrambi capelli lunghi.

Nel decennio successivo inoltre, con i mitici anni ’80, si aprono le porte agli eccessi. E, anche in questo caso, la donna è protagonista.

Festa della mamma: gli anni Duemila

Eccoci arrivati ai nostri giorni, gli anni Duemila, lo sfondo in cui camminano le mamme del nostro tempo. Che indossino maxi abiti, pantaloni, scarpe comode o stivali, che vinca la comodità o meno, le mamme degli anni zero lottano ancora per rivendicare diritti e parità.

Certo, molto è cambiato dai decenni del secolo breve ma spesso le mamme moderne (un esempio fra tutte: l’influencer Chiara Ferragni) ricevono ancora critiche da parte degli haters, che accompagnano l’immagine della donna a uno stereotipo ben definito.

L’esempio di Chiara Ferragni

Questa battaglia Chiara Ferragni l’ha portata anche sul palco dell’Ariston. Alla fine della prima serata di Sanremo l’influencer si è cambiata per la quarta volta, brillando con un look tempestato di cristalli: ha puntato sul color nude abbinando una tutina nude aderente e scintillante a una gonna-gabbia a vita alta realizzata in un tessuto trasparente che ha lasciato la silhouette in vista. Questo look è stato chiamato “La gabbia” e sui social è stato presentato con delle foto di coppia realizzate con la piccola Vittoria, postate sul profilo Instagram con questa citazione:

Liberare le nuove generazioni dagli stereotipi di genere nei quali spesso le donne si sentono ingabbiate. Questa è l’idea che Maria Grazia Chiuri ha voluto rappresentare con questo abito alta moda di Dior composto da una tuta di jersey ricamata di strass intrappolata in una gonna di tulle che prende ispirazione dall’opera di Jana Sterbak. Questo abito rappresenta la speranza di rompere le convenzioni imposte dal patriarcato.

Leggi anche: Incoronazione Carlo III: tutti gli abiti di reali e invitati

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Rosarianna Romano, classe 1997. Formazione umanistica e interessi eclettici, sedotta dall'arte e dalla storia contemporanea, ama leggere i libri e la realtà. Nata in Puglia e bolognese d'adozione.
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