Facebook, oltre 500 milioni di account ‘rubati’ e resi pubblici: l’Italia tra i paesi più colpiti

I dati di milioni di utenti Facebook sono ora gratuiti in rete: ecco come verificare se si è tra questi e cosa fare nel caso di violazione della propria privacy.

Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
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Facebook, trovati pubblicati sulla rete i dati di 533 milioni di utenti di più di centro Paesi. Tra questi, l’Italia è il più colpito e vagano liberamente online il nome, il cognome, la data di nascita e l’indirizzo di posta elettronica di circa 35 milioni di italiani iscritti al social.

Esistono due piattaforme attraverso cui è possibile verificare se i propri dati sono stati compromessi e intervenire, di conseguenza, con il cambio delle proprie credenziali.

Sia che la propria privacy sia stata violata o meno, gli esperti consigliano di non utilizzare più il numero di telefono associato al social network.

Facebook viola la privacy: i dati degli utenti sono in rete

Facebook viola la privacy: i dati degli utenti sono in rete.

Sabato scorso, l’esperto di sicurezza Alon Gal e il sito Business Insider segnalano il ritrovamento di un’infinità di dati, tra cui numeri di telefono, Facebook ID (i codici numerici con cui è possibile identificare in modo univoco gli utenti di una piattaforma), nomi completi, luoghi e date di nascita e indirizzi email, provenienti da 106 diversi Paesi.

Un copioso database che vede l’Italia fra gli Stati più colpiti, riportando le informazioni di un numero di persone che corrisponde alla quasi totalità degli utenti iscritti al social network.

Analisi e studi sembrerebbero testimoniare che i dati rinvenuti non sono recenti, ma risalirebbero al 2019.

Leggi anche: Terapia domiciliare Covid-19, migliaia di medici salvano vite su Facebook

La reazione di Facebook

Il fatto è grave: mettere a disposizione gratuitamente online le informazioni di milioni di utenti significa violarne la privacy. E considerato che non è la prima volta che l’azienda ha problemi con la sicurezza dei dati e la gestione della privacy degli utenti, le rassicurazioni di Facebook valgono ben poco.

In un comunicato stampa l’azienda controbatte:

Si tratta di dati vecchi, che ci erano stati segnalati già nel 2019. Abbiamo individuato il problema e l’abbiamo risolto nell’agosto del 2019.

Che venga detto risolto o meno, pubblica e gratuita c’è un’intera raccolta dati che con qualche abilità tecnica è facilmente non solo accessibile, ma anche scaricabile.

Facebook: i miei dati sono online?

Facebook: i miei dati sono online?

Scoperta la notizia, viene naturale ad ogni utente domandarsi: sono tra questi? i miei dati sono online?

Esistono un paio di siti attraverso cui è possibile verificare se i propri dati possono essere rinvenuti in rete, se la nostra mail e il nostro numero di telefono rientrano nel breach di Facebook: il più famoso è Have I Been Pwned, in cui basta inserire la propria mail o il proprio numero di telefono per scoprire se e quante volte queste informazioni sono state violate e attraverso quali siti (non è detto sia Facebook).

Ma esiste anche The News Each Day, un sito che indaga a partire dal numero di telefono. Il creatore del sito, David Johnstone, fa sapere che il sito, allo scopo di proteggere la privacy dell’utente, invia al server 99 numeri falsi e uno soltanto reale così che il numero autentico non può essere individuato.

Come reagire alla violazione dati

Scoprire che i propri dati sono online è frustrante. Se la propria privacy è stata violata non si può che cambiare le password dei siti compromessi e cercare di gestirle di gestirle al meglio.

Con un password manager, ad esempio, ovvero programmi e App che archiviano in modo sicuro e crittografato le credenziali (username e password) di accesso ai servizi web in una sorta di cassaforte virtuale, è possibile garantire alle proprie informazioni una maggiore tutela.

È importante prevenire e impedire che ciò possa accadere di nuovo.

In ogni caso, si consiglia di non utilizzare più il numero di telefono associato a Facebook per la verifica a due fattori: è molto probabile che sia già stato clonato e utilizzato per truffe.

Leggi anche: La cultura si fa social: Facebook e AGIS insieme per sostenere lo spettacolo italiano

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