Grotta Zinzulusa, la perla delle grotte salentine

La Grotta Zinzulusa è una delle principali attrazioni carsiche del Salento. Scavata nella roccia a picco sul mare, è un vero e proprio gioiello naturale.

Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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È tempo di vacanza, tempo di estate, tempo di scoprire e riscoprire le bellezze della nostra Italia, in un periodo, quello del Covid-19, in cui viaggiare rimane un’attività potenzialmente pericolosa. E allora, perché non approfittarne per scoprire le perle che il nostro paese ci riserva? La grotta Zinzulusa è una di queste ed è una meta facilmente raggiungibile.

Il carsismo salentino

Ubicata nella punta meridionale della Puglia, tra Castro e Santa Cesarea Terme, la grotta della Zinzulusa, a Castro Marina, fa parte di quelle formazioni carsiche create dall’acqua in millenni di erosione delle coste del Salento. L’inizio della sua formazione risale infatti al Pliocene, tra i 5 e i 2,5 milioni di anni fa. 

Il tratto di costa dove si trova la grotta Zinzulusa è piena di altre cavità da esplorare, ognuna con una sua specificità da scoprire, come la grotta Azzurra o la grotta Romanelli. Ecco perché spesso erroneamente si parla di “grotte di Zinzulusa”.

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Gli zinzuli appesi

Vengono identificate anche con il nome di grotte della zinzulusa o grotta di zinzulusa, ma in ogni caso il nome deriva dal dialetto salentino “zinzuli”, ovvero stracci… indovinereste il perché?

Per scoprire il motivo basta alzare gli occhi una volta che ci si trova nella grotta: dal soffitto pendono, cristallizzate nella pietra, delle stalattiti di calcare, che assomigliano molto a degli stracci appesi ad asciugare.

Grotta Zinzulusa, interno

Un patrimonio a rischio

La grotta Zinzulusa, con i suoi 160 metri di lunghezza, costituisce uno dei più grandi sistemi carsici in Italia e nel mondo, collocandosi tra i primi dieci in assoluto, ma è anche uno di quelli più a rischio.

È un vero e proprio scrigno di tesori, conservando tracce paleontologiche, reperti preistorici e paletnologici, oltre a un ecosistema delicatissimo composto da 26 specie acquatiche e 40 terrestri.

Fu il vescovo di Castro, Antonio Francesco Del Duca, a scoprire questa grotta nel 1793 e a farne menzione al re Ferdinando IV in una lettera, ma è accessibile al pubblico solo dagli anni Cinquanta del Novecento.

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La leggenda del Barone di Castro

Narra una delle leggende legate a questo posto incantato, in cui il tempo sembra essersi fissato nella pietra delle stalattiti, che governava in questa zona un uomo molto avido ed egoista, in Barone di Castro.

Egli aveva una figlia che privò di qualsiasi cosa, persino delle vesti a causa della sua bramosia e cupidigia.

La bambina, piena di vergogna e umiliazione, si era ritirata sugli scogli in riva al mare, dove venne sorpresa, mentre piangeva disperata, da una fata.

Intuendo immediatamente il dolore della piccola, la fata le regalò un abito sontuoso, e gli stracci di cui era rivestita la bambina volarono via, per appendersi all’ingresso di una grotta, la grotta Zinzulusa.

E proprio da quegli stracci, pietrificati dal vento e dal mare, si formarono le stalattiti che tutt’oggi si possono ammirare.

Al Barone invece toccò una fine infausta: la fata lo scagliò sul fondo della grotta, dando origine ad acque demoniache, le stesse del Cocito che vedremo tra poco.

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Come si accede alla grotta

Dalla strada, dove si può lasciare la macchina in parcheggi a pagamento, si percorre una breve scalinata in discesa, che costeggia il faraglione della costa, a picco sul mare.

Un camminamento molto suggestivo, incastonato tra la roccia e il mare, conduce all’ingresso della grotta, la prima area aperta al pubblico. Seguono poi il corridoio delle meraviglie, la cripta o conca, e il fondo.

Si parte da un corridoio lungo, attraverso una selva di stalattiti e stalgmiti, che rifulgono nella penombra grazie alla copertura di salsedine che le riveste. Ad alcune di loro sono stati dati nomi di fantasia, come spada di Damocle o prosciutto, perché ricordano nelle loro forme miti e leggende o oggetti comuni.

Superato un laghetto sotterraneo, il Trabocchetto, e proseguendo lungo il cammino si incontra un’ampia cavità, dal soffitto alto 25 metri, chiamata per questo Duomo, una volta abitata esclusivamente dai pipistrelli. Questo è il motivo principale per cui lungo le pareti è possibile leggere le frasi lasciate dagli operai che a metà Novecento ripulirono la grotta dal guano di questi animaletti notturni, quando la grotta venne aperta al pubblico.

Poco più avanti si apre un laghetto, il Cocito, dove acqua marina e acqua dolce sorgiva si incontrano in una piscina naturale di rara bellezza. In questo ecosistema particolarissimo sopravvive un granchietto bianchissimo, il Thyphlocaris salentina, ultima varietà esistente di una specie estinta più di 200.000 anni fa.

Come visitare la grotta

Data la modesta profondità nelle viscere della terra della grotta, l’escursione non prevede particolari accorgimenti. Si consiglia l’utilizzo di scarpe comode e chiuse. L’escursione termica con l’esterno è quasi nulla.

Per gli amanti della speleologia o delle immersioni, vengono organizzate delle escursioni apposite ma che necessitano di un certo grado di esperienza.

Come arrivare alla grotta Zinzulusa

Si può raggiungere la grotta Zinzulusa sia via mare che via terra.

Nel primo caso da Castro si accede dal Piazzale Zinzulusa di Castro Marina dopo aver acquistato il biglietto che comprende la visita guidata obbligatoria. Viceversa dal porticciolo partono delle imbarcazioni con tour organizzati che solitamente si fermano in più grotte, tra cui la Zinzulusa.

Orari e prezzi della grotta Zinzulusa

La grotta è aperta tutto l’anno, in orari variabili tra le 9.30-10.00 alle 16.30-19.00 a seconda del periodo.

Il biglietto d’ingresso costa 6€ per gli adulti, 3€ per i bambini fino agli 11 anni e 4€ per i membri di gruppi da 30 persone.

Leggi anche: Grotte di Postumia, la tana del drago

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Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.

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