Emergenza senzatetto, 9 morti a Roma. In aumento i nuovi poveri

Cecilia Capanna
Cecilia Capanna
Appassionata di temi globali, di ambiente e di diritti umani, madre di tre figli del cui futuro sente un grande senso di responsabilità
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La situazione delle persone senza dimora con il Covid è drammaticamente peggiorata.

I senzatetto solo a Roma sono circa 8000 di cui 3000, un terzo abbondante, non trovano posto nelle strutture messe a disposizione dal comune e dalle associazioni e sono costrette a dormire all’addiaccio, in balia delle intemperie. Sono già 9 le vittime a Roma dall’inizio dell’inverno, alcune trovate senza vita la mattina per il troppo freddo, altre morte a causa di incendi mentre tentavano di riscaldarsi. “È un’emergenza, la situazione è particolarmente critica. Si deve agire al più presto per impedire nuove morti”, questo è l’avvertimento di Massimiliano Signifredi, il responsabile coordinatore delle cene itineranti a Roma distribuite dalla Comunità di Sant’Egidio.

Con il Covid sono aumentati i senzatetto

Massimiliano coordina un gruppo numeroso di persone che tutte le sere è in giro per la città a portare coperte, bevande calde, pasti e segnalare le situazioni di maggiore difficoltà per trovare dei posti letto per chi è costretto a vivere per strada o in macchina. Ha quindi il polso della situazione, vede con i suoi occhi l’emergenza di sempre più persone che versano in condizioni di povertà estrema. Il Covid ha peggiorato le cose, sia perché sono stati persi molti posti di lavoro, sia perché l’accoglienza è più difficoltosa dovendo rispettare il distanziamento: gli spazi disponibili vengono sfruttati diversamente, dove venivano ospitate 100 persone ora ne possono entrare di meno.

La Comunità di Sant’Egidio ha notato un aumento di persone che sono in difficoltà abitativa perché, non potendo più pagare l’affitto, hanno avuto lo sfratto o hanno perso l’abitazione per altri motivi e si trovavano momentaneamente a dormire presso parenti, conoscenti o in macchina. “Questa è un’emergenza particolarmente grave – dice Massimiliano – perché sono persone che finiscono per la strada a causa della perdita del lavoro o di una riduzione degli incassi di una attività che evidentemente è colpita dalle conseguenze del coronavirus: la chiusura di negozi, un minore introito dalle attività lavorative. Noi stiamo particolarmente attenti a questa problematicità durante le distribuzioni che facciamo in tantissimi quartieri della periferia. Un dato significativo è che da tre centri che avevamo solo a Roma adesso ne abbiamo 28. Abbiamo decuplicato il numero dei luoghi dove accogliamo questi nuovi poveri a cui bisogna dare una risposta immediata”.

I nuovi poveri: i penultimi

La povertà viaggia in parallelo e investe stranieri e italiani. – spiega Massimiliano – Ci sono tantissimi stranieri che hanno avuto difficoltà lavorative: penso alle migliaia di persone che lavoravano nel settore della ristorazione e del turismo e che con la riduzione degli accessi sia nei ristoranti che negli alberghi hanno perso la fonte di sostentamento. Quando si parla di un grande albergo non si pensa che ci siano decine di persone che si occupano di rifare le stanze, di cambiare e lavare la biancheria, servire le colazioni e per la maggior parte questo personale è straniero. Contemporaneamente ci sono moltissimi italiani, piccoli artigiani, negozianti, che hanno avuto un sensibile calo di reddito a causa della pandemia. Quindi nei nostri centri troviamo anche quelli che potremmo definire i penultimi, cioè i poveri che si sono ritrovati improvvisamente in difficoltà, famiglie con bambini che fanno fatica ad arrivare a fine mese”.

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La risposta delle istituzioni all’emergenza dei senzatetto

“In questo momento di emergenza – continua Massimiliano – Sant’Egidio ha aperto parecchi centri di accoglienza per i senza dimora, sia nella chiesa di San Callisto, sia in altri luoghi sulla via Ostiense, sulla Laurentina e altri due che apriremo questa settimana, perché ci sembra che la risposta delle istituzioni sia molto carente purtroppo. Ben prima che iniziasse l’ondata di freddo, la Comunità di Sant’Egidio aveva chiesto un tavolo con la Prefettura e il comune per trovare nuovi posti. Ci sono caserme, alberghi vuoti, palestre che attualmente non sono utilizzate e che potrebbero essere usate temporaneamente per l’accoglienza delle persone senza dimora”

L’interlocutoria è fortunatamente iniziata: la scorsa settimana c’è stato un primo colloquio per individuare i luoghi che potrebbero servire da ricovero temporaneo e si spera che i posti letto aumentino in tempi brevi.

La risposta dei cittadini romani

senzatetto emergenza

Massimiliano racconta che che fortunatamente c’è una bellissima mobilitazione di cittadini che sin da quando è iniziata la pandemia hanno cominciato a sostenere di più la vita di chi è più fragile. Nel momento in cui si è lanciato il primo slogan “Restiamo a casa” a marzo 2020, a molti è subito venuto il pensiero di cosa fa chi una casa non la ha. Così Sant’Egidio ha attivato moltissime unità di strada per far fronte all’emergenza, i cui volontari tutte le sere della settimana fanno il giro dei luoghi dove si trovano i senzatetto, le stazioni principali ma anche luoghi più isolati anche in quartieri di periferia, per monitorare la situazione e offrire aiuto laddove sia necessario. “Ci sono tantissimi romani che si sono offerti per aiutare, sia portando le coperte, sia unendosi a queste distribuzioni serali – ha detto Massimiliano –  È un bel segno in un momento in cui si vede bene come proprio la solidarietà sia quel collante che tiene unita la nostra società e che permette di creare una rete di protezione per chi è più fragile”.

Come dare una mano

Sant’Egidio è una delle organizzazioni più attive nella drammatica emergenza dei senzatetto romani. Dallo scorso marzo i volontari sono riusciti a raggiungere moltissime persone che prima non chiedevano aiuto, distribuendo oltre duecentomila pacchi alimentari. Sempre più persone si rivolgono agli operatori non solo per ricevere un aiuto concreto, come cibo e coperte, infatti Massimiliano spiega che “c’è anche un aiuto che viene offerto ascoltando le storie di difficoltà e fornendo delle indicazioni, dei suggerimenti che possano permettere di trovare una soluzione, per esempio ricorrendo agli aiuti statali che sono messi a disposizione ma che a volte necessitano di richieste, di istruttorie, di istanze complicate, burocratiche, per cui c’è bisogno di qualcuno che aiuti e faccia un po’ da mediatore tra le istituzioni e i cittadini in difficoltà”.

Come fare per aiutare? Sant’Egidio ha un centro permanente di raccolta presso la Città Eco Solidale per chi volesse fare Ecosolidarietà e donare beni alimentari, oggetti utili, coperte, vestiario. Inoltre, durante l’emergenza sono stati creati molti centri di raccolta sparsi per tutta la città di Roma.

Per quanto riguarda l’offerta di tempo e disponibilità per aiutare, Massimiliano lancia questo appello: “Il momento è molto difficile e anche il fatto di dover girare in pochi ci impone di moltiplicare gli appuntamenti e i luoghi in cui facciamo le distribuzioni. L’aiuto di chiunque è molto benvenuto“.

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