L’elicottero scomparso tra le montagne e i fitti boschi dell’Appennino tosco-emiliano è precipitato durante un temporale: lo si è appreso da un video inviato da uno dei due passeggeri libanesi a bordo al figlio. Il filmato in questione, della durata di pochi secondi, non è stato ancora reso pubblico perché oggetto dell’analisi della magistratura.
Il video mostra l’elicottero che affronta una tempesta di pioggia e di fulmini: come era stato già ipotizzato, è proprio durante un violento temporale che il mezzo sarebbe sparito dai radar attorno alle 12 di giovedì 9 giugno. Delle sette persone a bordo, sono stati individuati solo cinque cadaveri, oltre ai resti dell’elicottero, ritrovati oggi sul monte Cusna, cima reggiana.
Elicottero scomparso: cosa è successo
Il ritrovamento dei corpi e dei resti dell’elicottero scomparso ha permesso alle forze dell’ordine di ricostruire la dinamica di quanto accaduto. Il velivolo si sarebbe schiantato sul greto di un torrente, il Lama, al passo degli Scaloni, esattamente a 1.922 metri d’altitudine. La zona si trova a due chilometri dal rifugio Segheria ed è particolarmente impervia: gli esperti ammettono che lì “ci si può perdere come in un deserto”.
Sul luogo dell’impatto sono giunti immediatamente gli agenti dell’Aeronautica militare, del Soccorso alpino, della Guardia di finanza e dei Carabinieri di Castelnuovo Monti. Proseguono quindi le ricerche nella zona del monte Cusna, nella speranza di ritrovare gli altri due corpi, che potrebbero essere finiti sotto i resti dell’elicottero.
Le operazioni di ricerca sono state coordinate dal prefetto di Modena Alessandra Camparota, che ha pure ricevuto una delegazione diplomatica dalla Turchia, guidata dall’ambasciatore Omer Gucuk e dall’ambasciatrice libanese Mira Daher. I due diplomatici sono giunti a Roma per assistere alle attività di ricerca dei corpi dei connazionali.
Elicottero scomparso: chi erano i passeggeri
La presenza dei resti dell’elicottero scomparso è stata segnalata attorno alle 11 di oggi da un escursionista. Al momento dello schianto, a bordo del velivolo c’erano sette persone: il pilota padovano 33enne Corrado Levorin e sei uomini d’affari, quattro turchi e due libanesi, buyer dell’azienda Roto Cart, con sede nel trevigiano. Nello specifico, i manager stranieri erano i turchi Serhat Kenar, Arif Cez, Ilker Ucak, Tarek El Tayak e i libanesi Chadi Kreidy e Tarek El Tayak.
Il pilota Corrado Levorin aveva portato per tre giorni i sei buyer da Lucca a Treviso nell’ambito di una fiera, per conto dell’azienda per cui lavorava, la Avio Helicopters di Thiene, con base all’aeroporto Arturo Ferrarin. L’elicottero era diretto a Castelminio di Resana, nella sede dell’azienda Roto Cart.
Elicottero scomparso, l’esperto: “Forse il pilota volava troppo basso”
Interrogato su cosa sia potuto accadere la mattina del 9 giugno all’elicottero scomparso, Roberto Gianaroli, presidente dell’Areoclub Pavullo che opera sull’aeroporto civile statale Paolucci, ha detto a Il Messaggero:
Solo mie ipotesi, sia chiaro: forse il pilota volava troppo basso, forse è entrato in una nube, forse involontariamente, forse per sfuggire a un fronte temporalesco che, ripeto, non ritengo tutt’ora, da quel che si sa, così importante. Così, forse, è stato vittima di un disorientamento spaziale, una situazione temuta da tutti i piloti.
L’elicottero si manovra soprattutto a vista (Vfr), altrimenti bisogna passare al volo strumentale (Ifr), ammesso che se ne abbiano gli strumenti e le competenze. Le condizioni meteorologiche per il volo strumentale (Ifc) non sono sempre facili da valutare, serve addestramento, servono qualificazioni. E se si è disorientati e troppo bassi in una zona di montagna le conseguenze possono essere tragiche.
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