Tribunale di Tel Aviv: Eitan tornerà in Italia. I nonni: “Deve crescere in Israele”

Il tribunale di Tel Aviv ha deciso che il piccolo Eitan dovrà tornare in Italia con la sorella del padre Amit, ovvero la zia Aya Biran, che dice: "Sono felice". I nonni materni ribadiscono: "Il bambino deve crescere in Israele".

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Eitan tornerà in Italia. Oggi è arrivata la sentenza sul caso del bambino di cinque anni unico sopravvissuto alla tragedia della funivia Stresa-Mottarone dello scorso 23 maggio. Il tribunale di Tel Aviv ha deciso che il piccolo dovrà tornare in Italia con la sorella del padre Amit, ovvero la zia Aya Biran, nominata tutrice legale del bambino dal giudice di Pavia. La donna è in lotta dal giorno del dramma per la custodia di Eitan contro il nonno materno Shmuel Peleg, indagato in Italia per rapimento di minore.

La giudice ha deciso per il rientro in Italia del bambino perché “lì è il suo ambiente di vita abituale” (ci è arrivato quando aveva appena un mese) ed è stata preferita la famiglia paterna in quanto con essa Eitan avrebbe “legami più forti”. Non solo. La sentenza di Iris Ilotovich Segal ha dato ragione ai Biran che, appellandosi al tribunali di Tel Aviv, avevano invocato la convenzione dell’Aja in merito a quanto previsto per sequestro di minori. È stato ribadito che l’11 settembreSmhuel Peleg ha portato via il bambino illegalmente ed è condannato a pagare le spese processuali”.

Eitan tornerà in Italia, i nonni materni: “Deve crescere secondo le tradizioni del suo popolo”

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Eitan tornerà in Italia: Aya Biran ha lottato senza mai arrendersi. Ha lasciato per settimane la sua casa a Travacò Siccomario, in provincia di Pavia, per volare in Israele e seguire da vicino le tre udienze di Eitan, cercando di stargli vicino il più possibile. La scorsa sentenza aveva stabilito la gestione condivisa del piccolo di 5 anni (3 giorni con la famiglia materna e 3 giorni con quella paterna). “Sono felice”, queste sono state le prime parole di Aya Biran dopo la decisione del tribunale.

I Peleg però non ci stanno e andranno in appello. Nonna Esther, la madre di Tal, ha ribadito assieme all’ex marito Shmuel Peleg che il piccolo Eitan deve crescere in Israele “seguendo le tradizioni del suo popolo”. La battaglia tra le due famiglie continua.

Leggi anche: Eitan, accordo tra le famiglie: il piccolo resta in Israele, ma la gestione sarà condivisa

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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