Eitan, accordo tra le famiglie: il piccolo resta in Israele, ma la gestione sarà condivisa

Il giudice del tribunale di Tel Aviv ha portato le famiglie Peleg e Biran a un'intesa: la gestione del Eitan sarà condivisa. Adesso i familiari del piccolo chiedono privacy e tranquillità.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Eitan per ora resta in Israele. Sembrano essere arrivati a un accordo Shmuel Peleg e Aya Biran, rispettivamente il nonno materno e la zia paterna del piccolo Eitan, il bambino di cinque anni unico sopravvissuto alla tragedia della funivia Stresa-Mottarone. Oggi si è conclusa la prima udienza al tribunale della Famiglia di Tel Aviv ed è stata raggiunta un’intesa: le famiglie Peleg e Biran hanno concordato la gestione condivisa del piccolo, almeno fino all’8 ottobre, giorno in cui il giudice Iris Ilotovich Segal ha fissato la nuova udienza. Stando a quanto stabilito, Eitan starà con la famiglia materna 3 giorni e 3 giorni con quella paterna.

Nell’aula semivuota dove si è svolta l’udienza a porte chiuse erano presenti soltanto la zia Aya Biran, arrivata in Israele dall’Italia, e il nonno Shmuel Peleg, accusato di rapimento per aver sottratto Eitan alla zia, nominata tutrice legale del bambino subito dopo la tragedia, prelevandolo in occasione di una visita autorizzata dal giudice tutelare di Pavia. Fuori dall’aula è rimasta Gali Peleg, sorella della mamma di Eitan Tal Peleg (morta a seguito della tragedia del Mottarone): la donna nei giorni scorsi ha chiesto di poter adottare il nipote.

Eitan per ora resta in Israele, gestione condivisa: “Intesa raggiunta per tranquillità del bambino”

Eitan per ora resta in Israele, gestione condivisa: "Intesa raggiunta per tranquillità del bambino"

Eitan per ora resta in Israele. L’udienza è stata aggiornata all’8 ottobre (potrebbe svolgersi anche nei due giorni successivi) e, almeno fino a quel momento, i familiari di Eitan chiedono che venga rispettata la loro privacy e che non venga pubblicata alcuna notizia. L’intesa sulla gestione condivisa è stata raggiunta proprio per mantenere “la privacy del bambino, che in questo momento ha bisogno di tranquillità”, hanno affermato gli avvocati di entrambe le parti. Che hanno aggiunto: Non pubblicheremo nessuna informazione né sul contenuto dell’udienza né sulle condizioni di salute di Eitan e chiediamo alla stampa di fare altrettanto. Le intese raggiunte sono volte a difendere il piccolo e la sua sicurezza, la sua integrità e la sua tranquillità”.

La famiglia, al termine dell’udienza, è sembrata sconvolta e provata dalla travagliata vicenda processuale e dagli sconvolgimenti degli ultimi mesi. “Voglio vedere Eitan a casa in Italia, sono preoccupata per lui”, aveva detto zia Aya prima dell’udienza. Adesso, però, entrambe le famiglie vogliono tranquillità, soprattutto per il bene del bambino. Tanto che nessuno dei parenti del piccolo, né la zia, né il nonno, né la nonna Etty Peleg Cohen, ha lasciato dichiarazioni al termine dell’udienza, proprio in nome di quanto concordato.

Leggi anche: Rapimento Eitan: nonno indagato per sequestro di persona. La nonna: “Siamo noi la sua vera famiglia”

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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