Eitan, mandato d’arresto internazionale per il nonno: “Il rapimento era premeditato”

Sono stati emessi due mandati di cattura internazionale per il rapimento del piccolo Eitan, il bimbo sopravvissuto alla tragedia del Mottarone: uno per il nonno e l'altro per l'autista, suo complice.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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La Procura di Pavia ha emesso due mandati di cattura internazionale: uno per Shmuel Peleg, nonno materno del piccolo Eitan, bambino di cinque anni unico sopravvissuto alla tragedia della funivia Stresa-Mottarone dello scorso 23 maggio, e uno per Gabriel Abutbul Alon, 50enne israeliano residente a Cipro che era alla guida del veicolo con cui fu prelevato il piccolo Eitan il giorno del rapimento.

I due sono accusati di aver premeditato il sequestro del bambino mettendo in atto un vero e proprio piano strategico.

Intanto Mario Venditti, il procuratore facente funzioni della Procura di Pavia, riguardo ai mandati di cattura fa sapere, come riportato da Ansa:

Aspettiamo di vedere cosa succederà a livello internazionale, ossia la risposta delle autorità israeliane sul mandato d’arresto internazionale e poi procederemo con la chiusura indagini e con la richiesta di processo.

Il rapimento di Eitan era organizzato nei minimi dettagli

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La Procura generale di Milano, sotto la guida di Francesca Nanni, dopo aver ricevuto dalla Procura di Pavia l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, ha trasmesso al ministero della Giustizia la richiesta di estradizione per Shmuel Peleg, nonno di Eitan e per il suo autista, Gabriel Abutbul Alon.

Pare che quest’ultimo, secondo quanto riportato dalla Procura di Pavia, appartenga alla compagnia militare “Blackwater” e sia stato ingaggiato dai nonni materni per aiutarli nel trasferimento di Eitan in Israele, tramite volo privato noleggiato dal nonno e pagato dall’autista per una cifra di 42.000 euro.

Sono emersi ulteriori particolari che dimostrano come il sequestro sia stato premeditato attraverso un piano curato fin nei minimi particolari. Lo scorso luglio pare che una donna sia stata contattata dalla nonna materna, Esther Cohen, con la proposta “di aiutare la donna a portare Eitan in Israele in cambio di una cospicua ricompensa in denaro”, come riportato nell’ordinanza di custodia cautelare. A questa si aggiungono “i numerosi viaggi in Svizzera effettuati nelle giornate precedenti all’11 settembre e accertati grazie all’analisi del traffico telefonico, in cui il nonno e l’autista hanno definito le fasi finali del progetto criminoso”.

Rapimento Eitan: un’attitudine ombrosa degli indagati

La Procura di Pavia è convinta che il nonno di Eitan, visti i precedenti, se continua ad essere in libertà potrebbe tentare nuovamente di rapire il bambino. Si considera quindi un possibile tentativo di reiterazione del reato e per questo motivo è stato predisposto che il nonno e i famigliari materni possano vedere il piccolo solo tramite supervisione.

Un altro aspetto che farebbe discutere è il comportamento assunto dagli indagati in Italia, come l’utilizzo di auto a noleggio e di utenze telefoniche estere che mostrano un’attitudine “ombrosa” e per nulla trasparente. Ad aggravare la loro posizione ci sarebbero anche i loro presunti trascorsi di appartenenza militare.

Inoltre nella stessa nota della Procura si legge che i nonni materni hanno “maturato nel tempo un sentimento di ostilità nei confronti della zia paterna tutore del minore Aya Biran Nirko, in quanto contrariati dalla decisione assunta dal Giudice Tutelare di affidare a quest’ultima il nipote”.

Shmuel Peleg ha già presentato, tramite Paolo Sevesi, suo legale in Italia, ricorso al Tribunale del Riesame di Milano contro l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, a cui hanno fatto seguito il mandato d’arresto internazionale e la richiesta di estradizione per il rapimento del nipote.

Leggi anche: Tribunale di Tel Aviv: Eitan tornerà in Italia. I nonni: “Deve crescere in Israele”

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