Gli effetti del lockdown: “7 bambini su 10 sono regrediti”. Lo studio del Gaslini

Secondo l’indagine, tra bambini e adolescenti sono aumentati disturbi del sonno, attacchi d’ansia, irritabilità, episodi di pipì a letto e pianto inconsolabile. Ma anche regressione comportamentale.

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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Secondo uno studio promosso dall’Irccs Giannina Gaslini di Genova sugli effetti del lockdown nelle famiglie, risulta che 7 bambini su 10 sono regrediti. La situazione di isolamento ha causato una condizione di stress con ripercussioni sulla salute fisica, ma anche su quella emozionale-psichica di piccoli e adolescenti. Proprio in questi giorni lo studio è stato presentato al ministero della Salute dalla sottosegretaria di Stato alla Salute, Sandra Zampa, insieme a Paolo Petralia, direttore generale del Gaslini e allo psichiatra Fabrizio Starace, membro della task force per la ripartenza del Paese. Secondo l’indagine guidata dal neurologo Lino Nobili, a capo del dipartimento di Neuropsichiatria infantile dell’istituto, sono aumentati disturbi del sonno, attacchi d’ansia, irritabilità, episodi di pipì a letto e pianto inconsolabile. Ma anche regressione comportamentale. Ha osservato la sottosegretaria di Stato alla Salute Sandra Zampa:

È importante essere consapevoli di quanto le misure assunte dal governo di chiusura e isolamento, che pure hanno messo in sicurezza la salute delle famiglie italiane, abbiano pesato su bambine, bambini e adolescenti. Sono loro quelli che hanno pagato un prezzo particolarmente alto durante il lockdown.

Gli effetti del lockdown sui bambini

L’indagine è stata condotta su un campione di 6.800 famiglie, a quindici giorni di distanza dall’inizio del lockdown, tra il 24 marzo e il 3 aprile. Tra gli intervistati 3.200 sono con figli minori. Il messaggio che i bambini hanno comunicato più frequentemente, in particolare nei loro disegni, è quello della paura, perché il virus è “brutto”. Infatti, secondo i risultati, il 65% dei bimbi sotto i sei anni ha manifestato disagi legati alla regressione. Ma le difficoltà aumentano e il numero sale al 71% tra i bambini sopra i 6 anni. Dunque, non è stata solo l’impressione di alcuni genitori, il lockdown ha avuto un impatto molto forte sui ragazzi. Nel dettaglio, tra i più piccoli i disturbi più frequenti hanno riguardato irritabilità, ansia da separazione, inquietudine e disturbi del sonno come difficoltà ad addormentarsi, paura del buio e risvegli notturni. Per bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni prevale la sensazione di mancanza d’aria e o fiato corto, un’aumentata instabilità emotiva con irritabilità e sbalzi d’umore e una significativa alterazione del ritmo del sonno. Il 71% tende ad andare a letto molto più tardi e non riesce a svegliarsi al mattino.

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“Serve un ritorno alla quotidianità”

Per bambini e ragazzi recuperare le opportunità di interazione diretta con i coetanei è essenziale. Non poter andare a scuola, non poter vedere le proprie maestre e i propri compagni di classe, non poter correre e giocare in un parco con i propri amici è stato certamente penalizzante. Ha commentato la sottosegretaria Sandra Zampa:

dobbiamo oggi fare in modo di accompagnarli per mano fuori per far ritorno a una quotidianità che vorremmo fosse la più bella e sicura possibile.Dobbiamo fare in modo che alla fine di un’esperienza che ricorderanno per tutta la vita, si sentano più forti e sicuri, consapevoli che si può combattere e vincere anche una battaglia difficilissima come quella che abbiamo condiviso contro il coronavirus.

Guai a sottovalutare gli effetti del lockdown sulle famiglie, ha detto anchr Fabrizio Starace, psichiatra e componente della task force Colao per la ricostruzione economica e sociale del Paese. Ha sottolineato:

Anche in altri Paesi sono stati notati sintomi come questo fra i ragazzi. E penso poi ai giovani con problemi come Adhd o altre patologie mentali, costretti a casa magari in uno spazio ristretto. Questa ricerca ci conferma l’ampiezza di questo fenomeno, avvertito in tutte le famiglie italiane ed è uno stimolo a recuperare al più presto.

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Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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