È possibile vivere su Marte? L’innovazione per un futuro nello Spazio

Valentina Cuppone
Valentina Cuppone
Valentina Cuppone, classe 1982. Caporedattore de Il Digitale. Formazione umanistica, una laurea in Lettere Moderne e una specializzazione in Comunicazione della cultura e dello spettacolo all’Università di Catania. Curiosa e appassionata di ogni cosa d’arte, si nutre di libri, mostre e spettacoli. Affascinata dal mondo della comunicazione web, il suo nuovo orizzonte di ricerca è l''innovazione.
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La tecnologia e l’innovazione ci sorprendono sempre e sempre più spesso. E ora lo fanno guardando in alto. In tutti i sensi. Perché mirano allo spazio e il fine è davvero ambizioso. Ma non impossibile, dato che già numerose sono le spedizioni che puntano a scoprire uno dei pianeti più affascinanti del Sistema Solare. Marte, quel pianeta in cui da poco è stato scoperto un lago salato sotterraneo. Quel pianeta osservato dai rover, più o meno dispersi, Opportunity e Curiosity. Eche nomi evocativi! Quel pianeta in cui, grazie ad un visore per la mixed reality, si riesce a emulare una passeggiata tra le sue rocce senza che gli astronauti si spostino dai loro laboratori. Insomma la corsa allo Spazio è più viva che mai. E tante sono le startup che la sostengono. Escogitando modi, attrezzature, prototipi per dare una mano alle esplorazioni. Una spinta in più per andare alla scoperta di ciò che si è sempre creduto e immaginato inavvicinabile. Grazie a iTech, un programma della NASA, atto a scovare e supportare le realtà più meritevoli, sono state evidenziate cinque tra le idee più innovative. L’organo americano sta conducendo un contest per velocizzare la costruzione di tecniche e tecnologie per la corsa verso Marte. Leggi anche: “Allacciate le cinture”: i primi viaggi nello spazio di Virgin partiranno dalla Puglia

Il mondo oltre i nostri confini

“Che fai tu, Luna, in ciel? Dimmi, che fai silenziosa Luna?” chiedeva Leopardi, cercando conforto in quel faro lassù. Icona di conforto, bugiarda incostante che con il suo vagare per il cielo cambia costantemente aspetto, sogno proibito di astronauti che avrebbero voluto calpestare il suo suolo perché “il Sole potrebbe morire”. Il satellite della terra più famoso e ammirato per secoli, la Luna. Quell’astro che Ciàula scopre con meraviglia e tanta tenerezza perché la sua luce lo protegge dalla paura della notte buia intorno alle miniere di zolfo siciliane. Stupore, fascino, ammirazione. Chiunque, nel lungo corso del tempo, da Shakespeare a Leopardi, da Pirandello a Oriana Fallaci, ha ammirato quella palla luminosa affissa al cielo. Chi l’aspetta, chi la cerca, chi le rivolge pensieri. Malinconica, alleata di romanticismo, compagna di storie di lupi mannari. I suoi mille volti. E nonostante l’essere umano sia riuscito a calcare il suo suolo, a conficcare una bandiera tra le sue rocce, la sua aura magica non l’ha ancora perduta. Magari lo sbarco sulla Luna ha innescato fantasie ancora più ambiziose. Ma non impossibili. Ha allargato il panorama possibile da raggiungere in quella corsa verso lo Spazio che è simbolo di progresso. Leggi anche: Dedalus: la tuta che rende possibile il sogno di volare

E ora tocca a Marte

Tanti sono stati i passi in avanti verso un pianeta nuovo, diverso, sconosciuto. Marte. Perché ora, se il sole dovesse morire, non si cerca più solo l’alternativa nella Luna, ma si prova anche nel Pianeta Rosso. Diverse sono state finora le spedizioni spaziali. Quest’estate è stato il vero protagonista dei nostri cieli. Complice l’eclissi più lunga del secolo, in quella calda sera di luglio le dimensioni di Marte erano le massime raggiungibili e visibili a occhi nudo dalla Terra. Il punto di maggior avvicinamento al nostro pianeta. E noi, curiosi di scoprire cosa c’è oltre la nostra casa, guardavamo quel puntino rosso con la fantasia galoppante. Chissà se lì c’è vita? Chissà se esistono i marziani? Chissà… e chissà quanti altri chissà. Chi ha pensato, magari, alla previsione di un possibile futuro su quel territorio ancora troppo sconosciuto. Una possibilità, magari lontana e remota, di poter vivere lì. Di poter pensare di trovare un modo per trasferirsi su Marte. Fantascienza. Film alla Atto di Forza. Sembrerebbe così. Ma in realtà, esistono diverse piccole e poco conosciute ma fondamentali realtà che sono a lavoro per facilitare e accelerare le scoperte nello spazio. Addirittura c’è chi ha elaborato e progettato un prototipo di eventuali case che potrebbe ricreare le condizioni di vita umana lassù, oltre la nostra atmosfera. Ecco il nuovo obiettivo spaziale dell’uomo. Superato il sogno lunare.

Le startup per Marte

Space Angels, società di investimento, ha valutato che diversi fondi di ventur capital abbiano investito in progetti spaziali il 12% in più nel 2017 rispetto al 2016. È un trend mondiale confermato da un giro di affari che sfiora quasi i 4 miliardi di dollari. Innovazioni space tech che studiano soluzioni per esplorare Marte e per rendere lì la vita possibile. La vita dell’essere umano, si intende. E allora vediamone alcune di quelle riconosciute dal progetto iTech della NASA.

  1. Marsha. Della startup SpaceFactory, realizza una struttura verticale, cilindrica e divisa in piani, ognuno dei quali è dedicato a un’attività quotidiana. Mangiare, dormire, lavarsi, fare palestra. Insomma, un prototipo di casa che ricrea l’habitat terrestre attraverso l’impiego delle più innovative tecnologie. Il sogno di creare una comunità umana su Marte con Marsha sembrerebbe possibile. Struttura pensata per ottenere il massimo dell’efficenza e della stabilità, ma che soprattutto pone attenzione all’esperienza umana e al benessere.
  2. Apptronik. Impresa che produce robot bipedi per affiancare gli astronauti nella scoperta.
  3. Cemvita Factory. Progetto che punta a ricreare la fotosintesi per la produzione di ossigeno, integratori nutrizionali e altri svariati prodotti chimici atti a sostenere la nostra vita sul Pianeta Rosso.
  4. Danish Aerospace Company. È il nome dell’azienda che ha presentato un progetto per la purificazione dell’acqua. Necessario per l’insediamento di qualsiasi colonia. Avevamo già la casa, il robot da compagnia, l’ossigeno. Non poteva mancare l’acqua!
  5. Ion Power Group. La sua tecnologia mira a convertire gli ioni elettrizzati presenti nell’atmosfera marziana in energia utilizzabile. Una fonte rinnovabile. Su Marte la troviamo e la utilizzeremo pure.

Queste sono solo alcune delle tecniche di supporto che risulterebbero fondamentali per andare alla scoperta ancora più profonda di Marte. La tecnologia e l’innovazione fanno passi da gigante e non sembrano fermarsi davanti a nulla. È la logica del progresso. Criticabile o meno. Smania di volere arrivare a insediarsi su un pianeta diverso dal nostro. Sperando almeno di poter riuscire, in un futuro reale o meno, ad essere più rispettosi di ciò che qualsiasi altro ambiente possa offrirci. Più di quanto non siamo riusciti a fare sulla nostra bellissima Terra. Leggi anche: Le imprese possono produrre senza inquinare? S.E.A. è la soluzione a impatto zero di Valentina Cuppone

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