Le due facce del Donbass: le strade di Donetsk tra felicità e paura

Per le strade di Donetsk, la più grande città del Donbass, alcuni residenti hanno espresso gioia e gratitudine per la decisione della Russia, altri sono spaventati per ciò che potrebbe accadere.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Il Donbass è stato dichiarato da Mosca regione indipendente, e mentre molti cittadini di Donetsk, la più grande città dell’Ucraina orientale, gioiscono per le notizie arrivate dal Cremlino altri si dicono molto preoccupati per gli eventi futuri.

Il Donbass fa un passo verso l’annessione alla Russia: la reazione dei cittadini di Donetsk

Il Donbass fa un passo verso l'annessione alla Russia: la reazione dei cittadini di Donetsk

Il presidente russo Vladimir Putin lunedì ha concesso il riconoscimento ufficiale alle già autoproclamate Repubbliche separatiste ucraine di Donetsk e Luhansk e ha firmato trattati di amicizia con i rispettivi leader Denis Pushilin e Leonid Pasechnik, un passo pericoloso che ha immediatamente aperto la strada alla Russia per inviare truppe e stabilire basi militari.

L’Occidente ha subito condannato la mossa come un atto illegale che potrebbe sancire il prologo di un’invasione russa dell’Ucraina su vasta scala, così ha iniziato a imporre alcune sanzioni come il blocco del gasdotto russo Nord stream 2.

Molte persone residenti di Donetsk attendevano da tempo una mossa di questo tipo, città che nel 2014 è stata uno dei principali teatri dello scontro tra i separatisti filo-russi sostenuti da Mosca contro le forze governative ucraine. Un conflitto che secondo Kiev nel 2014 è costato 15.000 vite.

Donbass: la voce degli abitanti di Donetsk

Molti cittadini delle auto proclamate Repubbliche separatiste ucraine pare attendessero da tempo l’arrivo delle truppe russe.

Nelle ultime ore dal Donbass, e in particolare da Donetsk sono cominciate a circolare le prime testimonianze video dei cittadini:

Tutto questo è molto importante per me. So che il sangue che ho versato con i miei compagni e che le nostre fatiche, sforzi e le perdite di civili non sono state vane per tutto questo tempo – dice Dmitry, un ex membro di una milizia separatista filo-russa.

Dmitry aggiunge: Questo grande popolo del Donbass ha sofferto così tanto, abbiamo bisogno delle truppe russe. Abbiamo avuto abbastanza sangue, abbastanza morte.

In alcune immagini è stato ripreso un convoglio di almeno una dozzina di auto sventolare grandi bandiere tricolore russe e suonare il clacson mentre si facevano strada attraverso il centro della città di Donetsk, alcuni gridavano: “Evviva la Russia!”.

Tuttavia nella giornata di ieri sei esplosioni sono state successivamente udite nel centro della città. La loro origine non è stata chiarita. 

Più tardi, in serata, una fonte diplomatica ucraina ha dichiarato all’agenzia britannica Reuters che i bombardamenti sono ripresi sulla linea di contatto tra il governo ucraino e le forze separatiste.

Ma tra coloro che gioiscono, c’è anche chi manifesta una certa perplessità e un mal celato timore per quello che sta accadendo. Irina, una donna di circa 40 anni, intervistata da una tv straniera ha detto che la decisione della Russia non è stata inaspettata, ma che una volta avvenuta la gente non sapeva come reagire:

Non so cosa accadrà ora, tutti sono perplessi e incerti. Speravo che il sostegno rafforzato della Russia avrebbe contribuito a porre fine al conflitto.

Se ci sono truppe russe significa che non vale la pena combattere perché la Russia è una grande potenza, potente, e con armi nucleari.

Nella notte, nel Donbass, sono stati avvistati una manciata di carri armati alla periferia di Donetsk e altri due in alte parti della città. 

Il portavoce del Cremlino ha però affermato di non essere in grado di dire se la Russia avesse già inviato forze militari in quella zona del Donbass. Questo ha contribuito ad alimentare il clima di certezza intorno alla città.

Vyacheslav, un uomo di circa 60 anni, ha detto di sperare che il dispiegamento di truppe russe nel Donbass metta fine alle “azioni provocatorie dell’Ucraina”, aggiungendo:

Penso che anche l’altra parte deciderà di riflettere su quanto accaduto e deciderà di passare ai negoziati di pace.

Nel Donbass felicità e paura si diramano anche tra i giovani, molti di loro in questi due giorni hanno invaso il centro di Donetsk con tricolori russi e grida di gioia, ma tra di loro c’è chi teme per il futuro

Karina, una ragazza poco più che ventenne, è scoppiata in lacrime mentre descriveva il suo stato d’animo riguardo la dichiarazione d’indipendenza da parte della Russia sulle Repubbliche separatiste ucraine:

Ad essere onesti, è una situazione così deprimente in questo momento che non so quanto sia buona questa decisione e quanto possa portare alla pace.

Riferendosi alla decisione delle amministrazioni separatiste di evacuare nei giorni scorsi decine di migliaia di donne e bambini da Donetsk e Luhansk, Karina ha aggiunto:

Ora tutti sono molto preoccupati, tutti vengono sottratti ai loro padri, fratelli, mariti, tutti hanno molta paura.

Leggi anche: Donbass: dove si trova e perché è al centro dello scontro tra Ucraina e Russia

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