Documenti di identità: dal 2020 su smartphone

Marianna Chiuchiolo
Marianna Chiuchiolo
Giornalista con studi in Mediazione Linguistica, una formazione da teatrante e una generale tendenza a perdersi nei vicoli di una fervida immaginazione. Ama in egual misura la scienza e la poesia e si spende da tempo per la crociata della Mental Health Awareness come missione di vita.
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Niente più panico per aver dimenticato i documenti a casa: arriva Identity Credential, il servizio che digitalizzerà tutti i nostri documenti affidando agli smartphone il compito di custodire le nostre credenziali. Dopo aver sostituito le carte di credito con il Mobile Proximity Paymenti, i nostri telefonini si faranno carico di diventare anche carta d’identità, patente e passaporto. La novità è stata annunciata da Qualcomm nel corso dello Snapdragon Tech Summit, tenutosi qualche giorno fa nella paradisiaca cornice di Maui, alle Hawaii. Il chip su cui caricare i propri dati sarà disponibile con l’arrivo di Android R, nuovo sistema operativo mobile di Google, che sarà presentato a maggio e reso disponibile nell’autunno 2020. Solo un altro anno, quindi, prima di poterci liberare dalle tessere fisiche. Il chip mobile “Snapdragon 865”, che i produttori hanno amichevolmente ─ e goliardicamente ─ soprannominato “la bestia”, sarà a disposizione dei produttori di smartphone che non hanno soluzioni interne per il cuore dei propri telefoni, quindi non Apple e Huawei. All’inizio saranno solo i telefoni con la nuova piattaforma di Qualcomm, presumibilmente i top di gamma, a offrire l’opzione di documento identificativo. Ma i vantaggi offerti da questo servizio sono talmente evidenti che potrebbe diventare un fattore chiave nella scelta del modello di smartphone da acquistare. Leggi anche: Contanti addio: la rivoluzione digitale dei pagamenti con Satispay

I produttori assicurano: sarà inattaccabile dagli hacker e funzionerà anche con poca batteria

Jesse Seed, responsabile Qualcomm della Sicurezza, durante la presentazione a Maui.
Domanda inevitabile: ma è davvero sicuro affidare la propria identità al cellulare? Risponde la portavoce Jesse Seed, Senior Director di Qualcomm a capo della sicurezza:

Insieme a Google abbiamo sviluppato la base dei sistemi di sicurezza, software e hardware, che permette di portare tutti i nostri documenti sul telefono in modo che siano inattaccabili dall’esterno e possano essere riconosciuti come validi. Poi, che questa opportunità diventi reale, come peraltro accade già in Cina, sarà una decisione in mano ai singoli legislatori. Vedo già molto fermento negli Stati Uniti, per l’Europa credo ci vorrà un po’ più di tempo, ma ci arriveremo. Così come arriveremo a legare la validità dei nostri documenti ai dati biometrici conservati sul nostro telefono, in modo che non solo i dati sensibili saranno protetti, ma anche la certezza della validità di questi.

Altri dubbio da fugare: e se ho la batteria scarica? Per ovviare a questa evenienza, è molto probabile che venga implementata per Android una modalità low-power che permetterà di accendere il telefono solo per mostrare le proprie credenziali sullo schermo anche quando non c’è carica. E queste sono solo alcune delle rivoluzioni annunciate: i telefoni di prossima generazione avranno sensori per il riconoscimento combinato di più impronte digitali, realtà aumentata e interconnessioni con visori e occhiali smart. Dei veri e propri super-smartphone in grado di assisterci in ogni attività. Merito del 5G e dell’Intelligenza Artificiale. Leggi anche: Mark Zuckerberg: “Vi presento il futuro dei Social” di Marianna Chiuchiolo

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